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Roma 2015 - Joel Coen e Frances McDormand

Pubblicato il 17 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni


Roma 2015 - Joel Coen e Frances McDormand

Pronti, via! La decima edizione della Festa del Cinema di Roma apre i battenti e ospiti di elevata caratura internazionale a salire sul palco della Sala Petrassi, all’interno dell’Auditorum Parco della Musica, sono Joel Coen e Frances McDormand, il primo regista (assieme al fratello Ethan) di capolavori come Fargo, Il grande Lwbowski, Non è un paese per vecchi e A serious man, giusto per citarne qualcuno; lei attrice di straordinaria bravura e presenza scenica, donna forte e cordiale, vincitrice in tempi recenti di un Emmy per l’interpretazione come protagonista nella serie già culto Olive Kitteridge, prodotta da HBO in quattro episodi. I due sono giunti a Roma per raccontare al pubblico com’è la vita da coniugi sul set e come questa va vissuta.

Antonio Monda: Prima di passare la parola ai nostri due ospiti, vorrei premettere che sono estremamente onorato di avere qui con me alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma due grandi artisti e star eccezionali del calibro di Joel Coen e Frances McDormand. Loro rappresentano una parte del meglio del meglio che il cinema a livello internazionale possa offrire e vorrei sottolineare la loro bontà d’animo e umiltà nell’aver accettato subito il mio invito a venire qui per trascorrere un pomeriggio con tutti noi.

Dato che siete qui per parlare del rapporto di coppia sul set, leggendo la vostra biografia e altri testi, è venuto fuori che un tempo convivevate assieme ad altre star. Come ricordate quel periodo?

Frances McDormand: Si, è vero, un tempo, quando eravamo giovani cercavamo di dare uno slancio alle nostre carriere, condividevo una casa con altri compagni, oggi celebri. Uno era Sam Raimi, a cui sono molto legata; poi arrivò anche il fratello e ancora Kate Bates e il suo ragazzo. L’esigenza di dividere la casa in cui abitavamo derivava dal fatto che eravamo giovani e poveri, quindi non potevamo vivere diversamente...

Nel mondo del cinema e dello spettacolo ci sono moltissime coppie che condividono le rispettive carriere. Quali sono per voi i segreti affinchè un matrimonio esteso a una vita professionale così attiva e importante possa durare a lungo e in tranquillità?

Joel Coen: Dopo una breve riflessione, mi vedo costretto ad appellarmi al quinto emendamento, considerato che sono seduto qui accanto a mia moglie!

F.McD.: Ci sono molti modi, più o meno efficaci, ma secondo me occorre vivere le storie: abbiamo vissuto storie professionali molto diverse nel corso degli anni, quindi succede che abbiamo spesso di che parlare. Nostro figlio è stato l’elemento fondamentale che ha posto le basi per la costruzione della nostra famiglia in modo sano e duraturo e poi va detto che per i primi dieci anni abbiamo lavorato in modo assolutamente differente rispetto agli ultimi venti, poiché nostro figlio è cresciuto e ora che non vive più a casa con noi, io e Joel possiamo lavorare assieme senza ulteriori pensieri in merito.

Quanto tempo avete impiegato per decidere di venere qui a Roma? Che rapporto c’è tra Frances e suo cognato, Ethan Coen?

J.C.: Per decidere di venire qui a Roma non molto. Antonio Monda ci ha fatto decidere subito e per noi non è stata assolutamente una decisione difficile.

F.McD.: Sarò sincera, il rapporto con Ethan non è diverso con quello che altre donne hanno con i loro cognati: lo conosco come cognato e come amico, mentre Joel, chiaramente lo conosce come fratello e come collega. Va detto che entrambi mi hanno dato tanto, sia sotto il profilo umano, che quello professionale; entrambi collaborano attivamente, sono persone genuine e ottimi lavoratori.

Esiste la gelosia sul set?

J.C.: Vi dirò, questa è una domanda curiosa, e non so bene come esprimermi. Questa domanda la rivolge spesso chi non conosce a fondo il nostro mestiere e il modo in cui lavoriamo sul set, perché se sapeste alla perfezione come lavoriamo noi, non fareste queste domande. E’ chiaro, sul set può capitare che, per tutta una serie di circostanze, si possano sviluppare delle dinamiche particolari, ma per rispondere brevemente alla domanda, no, non sono geloso. Il nostro mestiere comporta piuttosto altre sfide: rimanere lontani per lungo tempo, gestire una famiglia, occupersi della casa...

F.McD.: Joel non è un uomo stupido, non si metterebbe mai con un’altra donna! Per quanto mi riguarda, l’unico moto d’invidia lo provo nel modo in cui Joel riesce a trovare lavoro, perché per un regista è diverso rispetto a un attore, c’è maggiore libertà e immediatezza.

Potete dirci qualcosa sul vostro prossimo film, Ave, Cesare! E sulla seconda stagione di Fargo?

F.McD.: Detto da una donna, il mondo della Tv offre maggiori opportunità, meno staticismo, proprio per questo mi è piaciuto lavorare in Olive Kitteridge, per come si sviluppa la storia: in questo modo la gente può seguire una serie con più libertà, quando vuole, senza mai annoiarsi. A livello professionale riflettiamo molto sul dualismo cinema/TV: si tratta di capire come va sviluppata una storia in TV o al cinema, però con Olive Kitteridge la qualità del prodotto è la stessa di un prodotto simile passato al cinema, perchè è questo che conta veramente, la qualità!

J.C.: Personalmente non guardo la TV e ultimamente vado poco anche al cinema. Io e mio fratello lavoriamo nel mondo del cinema e per esso abbiamo trovato dei meccanismi adatti per raccontare storie in un’ora e mezza, massimo due. Amiamo esprimerci in un formato breve rispetto a quello di una serie tv, perché per me più è piccolo il formato del prodotto, più c’è accuratezza nei dettagli. Anche se, per sconfessare quanto detto fino a qui, la mia prima esperienza con il cinema è stata in TV, perchè quando ero piccolo vedevo molti film in bianco e nero in TV e per me era sempre un’esperienza unica, perché conta la qualità del prodotto. Ave, Cesare! È un film che riguarda vecchie forme e tipologie di cinema e di fare cinema, soprattutto si riferisce al modo in cui venivano realizzati i film cinquant’anni fa a Hollywood. Mentre con la seconda stagione di Fargo non centriamo affatto!


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