Corked! - Roma 2009 - L’altro Cinema/Extra

Il primo pensiero che balza alla mente dopo la visione del fresco, tanninico Corked! è che non sfigurerebbe come un dietro le quinte di lusso di Sideways. Il film di Alexander Payne datato 2004 è infatti il motore invisibile di questo originale mockumentary, il “finto documentario” che ricostruisce la realtà con lo stile di un reportage. Il festival di Roma si conferma ottima fucina di mockumentaries, dopo aver presentato il fenomeno Borat e la sorpresa dello scorso anno di Jcvd, con un Jean Claude Van Damme inedito piangente e attore in declino.
Il vino in questo lavoro presentato nella sezione Extra è core di tutto, centro nevralgico della narrazione, punto focale attorno a cui si snodano le piccole e grandi (dis)avventure dei protagonisti. Dal produttore di vino che vince il premio locale di qualità grazie alla squalifica del rivale ricco-bolso-ben vestito, alla poliziotta para-nazista (una intensa, divertente, androgina Martina Finch) che arresta i ragazzini al parco giochi e scopre reati in ogni singola azione umana. Il vino che ossessiona due manager improvvisati alle prese con riunioni a due senza sbocchi creativi, indecisi sull’etichetta della bottiglia, e quindi sul suo contenuto. Un viaggio grottesco e divertito tra la polvere e i filari dei vitigni e le colline del nord della California, dentro i silos e le botti di quattro, opposte aziende vinicole. Un viaggio tra barriques e pallets industriali, tra raccoglitori di uva messicani, malpagati, sfruttati, clandestini, nelle cui mani è riposto tutto il lavoro di vendemmia. In ogni situazione, un risvolto negativo, un imprevisto giocato in chiave divertita e un cul de sac verso il baratro. Qui, come recita il titolo, tutto “sa di tappo”, è contaminato e nulla è davvero come sembra. Le vicende e vicissitudini private si mescolando ai tempi di invecchiamento del vino, in un contesto in cui il vino è regolatore della vita delle persone e anche l’abbandono da parte della moglie può essere risolto con un ottimo bicchiere di Cabernet Sauvignon o un Bordeaux della Napa Valley.
Ottimo il lavoro del direttore della fotografia e montatore, il venezuelano Miguel Medina, che nel suo lavoro permette di far “respirare” gli effluvi di vino, facendo scoprire, grazie a un sapiente e calibrato uso della macchina a mano, ogni momento topico che nessun documentario mai mostrerebbe. Opera prima di due registi californiani, Corked! si rivela non solo una gustosa satira sul serioso mondo del vino, ma sbugiarda e con rara, sottile ironia sferza i palati fini spesso venduti al denaro delle grandi aziende, non risparmia il critico osannato (The prince of the palat) che vive la degustazione come un momento di egocentrismo all’ennesima potenza. Alla prova di tastevin, il film risulta fermentato alla perfezione, armonico e intenso, lascia un retrogusto persistente ed elegante, al palato è completo e concentrato, pur sapendo fortemente di tappo. Un’ottima degustazione della durata di un’ora e mezza.
(Corked!) Regia e sceneggiatura: Paul Hawley, Ross Clendenen; fotografia e montaggio: Miguel Medina; musica: Erin Davis, Dave Foley, Errol Reifman; interpreti: Jeffrey Weissman (Gerry Hannon), Ross Clendenen (Donald Smythe), Todd Norris (Dane Philips), Rob Reinis (Scott), Ben Tolpin (Gary), Devin Westberg (Eli Tucker); produzione: Brian A. Hoffman per 28 Entertainment; origine: Stati Uniti 2009; durata: 90’; web info: Sito USA del film
