X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Cuore sacro

Pubblicato il 4 febbraio 2005 da Armando Chianese


Cuore sacro

Un cinema fatto di ricordi, con una fotografia sfumata che nei notturni sembra quasi prendere sfumature gotiche. In Cuore sacro, la dimensione spiritual-laicista dell’autore collima col tortuoso percorso della protagonista Irene, alle prese con gli impegni della sua professione di manager e con i battiti del suo celato “cuore sacro”. È un film dedicato ai nuovi poveri: quelli che apparentemente vivono come noi, esteriormente ci somigliano ma in realtà vivono nel privato il piccolo/grande dramma di un’onesta povertà. Ozpetek stavolta ha cercato di essere più poetico e visionario del solito, con i movimenti leggeri di macchina usata come una lente di ingrandimento dei recessi dell’anima. Ma la ricerca di un secondo cuore che si cela in ognuno di noi non sempre corrisponde a una seconda vista, anche se Ozptek tanto spesso ci ammicca con eleganti citazioni, mescolando Europa ’51 (la “conversione” di Irene) con L’esorcista (il padre Carras che l’aiuta). Anche per queste ragioni più squisitamente cinefile, Cuore sacro può essere considerato un film anche e soprattutto di fantasmi. Gli spettri di una società che si cela dietro la normalità. E allo stesso tempo Cuore sacro vuole essere una fotografia del presente, dalla nera di provincia ai bilanci di Siniscalco. Ma in questa fotografia riconosciamo soprattutto l’umanità in un piccolo mondo, quello di un quartiere di una grande città. È il dramma collettivo di un’umanità che non riesce a non trovare distinzioni o creare barriere per poter convivere. È indubbiamente questa la dannazione di una società che insegue un benessere comune ma raggiunge solo una povertà che, moltiplicata per tutti, quasi non grava, si annulla. In questo riconosciamo il messaggio più sincero di questo film.

[febbraio 2005]

Regia: Ferzan Ozpetek. Sceneggiatura: Ferzan Ozpetek, Gianni Romoli. Fotografia: Gianfilippo Corticelli. Montaggio: Patrizio Marone. Musica: Andrea Guerra. Interpreti: Barbora Bobulova, Lisa Gastoni, Erika Blanc, Andrea Di Stefano, Massimo Poggio, Camille Dugay Comencini, Michela Cescon. Produzione: Tilde Corsi e Gianni Romoli. Origine: Italia 2004. Distribuzione: Medusa Film. Durata: 120’

Enregistrer au format PDF