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Deux - Festa del Cinema di Roma 2019

Pubblicato il 23 ottobre 2019 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Deux - Festa del Cinema di Roma 2019

Due donne. Due destini. Due possibilità: stare insieme o venire separate. Deux è un film spiazzante, non per tutti. Ci si può immedesimare con i figli di Madeleine e odiare Nina. Si può sentire il tema dell’accudimento del genitore malato. Si può patire l’amore tra due donne così anziane. La prima scena è disturbante: una ragazzina vestita di nero sta giocando a nascondino dietro agli alberi con una ragazzina molto simile a lei ma vestita di bianco; i corvi gracchiano attorno a loro sempre più forte, la bianca è scomparsa, la nera la cerca e non la trova, pare chiamarla con il richiamo sgraziato del volatile. Due donne abitano nello stesso pianerottolo, vivono nella stessa casa di notte ma di giorno Madeleine è una nonna, una vedova, una madre di due figli adulti, un maschio e una femmina, ognuno con la sua storia e i suoi problemi. Si sono conosciute molti anni prima, mentre il marito di Mado - come la chiama amorevolmente Nina - era ancora in vita, hanno fatto delle scelte e ora è venuto il loro momento di amarsi liberamente: programmano di vendere gli appartamenti, di dire a tutti la verità, di trasferirsi a Roma, dove si sono incontrate. Ma il destino gioca a loro sfavore.
La malattia, la casa di cura, la badante, il tradimento, il sogno di cambiamento, il coraggio e i ruoli esistenziali, temi forti agglomerati insieme in un impasto commestibile, a tratti di complessa digestione, che non lascia indifferenti.
Immaginazione, sogno, incubo, danza, primi piani, il suono sempre fortemente entrante nella scena, Filippo Meneghetti firma un’opera prima anomala, potente e delicata, lenta, a tratti asfissiante, raccontando una realtà forte e nascosta, di cui nessuno parla mai, come l’amore tra donne ad un certo punto della vita: trattare l’omosessualità taciuta con la delicatezza e allo stesso tempo la violenza della passione (Nina è una donna dalle reazioni impulsive, dai tratti nervosi, dagli scatti intemperanti ma mai senza senso) è come camminare su un tappeto di vetri in una stanza insonorizzata, non si produce suono ma ci si taglia la pianta dei piedi e si sanguina tantissimo. Poche parole, poca musica (prevalentemente diegetica), nessun equivoco, tanto ardimento. Un film realistico ma poetico, duro ma accogliente, spigoloso ma dal vago retrogusto di miele di castagno.


CAST & CREDITS

(Deux); Regia: Filippo Meneghetti; sceneggiatura: Malysone Bovorasmy, Filippo Meneghetti, Florence Vignon; fotografia: Aurélien Marra; montaggio: Julia Maby, Ronan Tronchot; interpreti: Barbara Sukowa, Martine Chevalier, Léa Drucker, Jérôme Varanfrain; produzione: Paprika Films, Tarantula Luxembourg, Artemis Films; distribuzione: Teodora Film; origine: Francia, Lussemburgo, Belgio; durata: 90’


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