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Dispatches from Elsewhere (Miniserie) - Teste di Serie

Pubblicato il 24 giugno 2020 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Dispatches from Elsewhere (Miniserie) - Teste di Serie

LA MATRIOSKA DI JASON

Finzione e realtà, spesso, possono coincidere. O, perchè no, costringerci a dover scegliere tra una delle due: questo succede quando non sappiamo più cosa farne della nostra vita.
Jason Segel, celeberrimo partecipante del flashback-comedy-party che fu I how met your mother, mette in gioco tutto se stesso, tuffandosi senza paura alcuna verso un cortocircuito narrativo dai toni esplicitamente grotteschi. Perché cosa può essere la vita, se non una rappresentazione grottesca di ciò che speravamo che fosse?

La miniserie ideata dall’attore americano e disponibile dal 15 giugno su Amazon Prime Video, è ispirata a un gioco-esperimento collettivo messo in piedi dall’artista Jeff Hull nel 2008, poi ripreso nel 2013 da Spencer McCall, nel suo documentario The institute.
L’idea di Segel trascende la semplice riproposizione dei fatti narrati da McCall, sfruttando l’esperimento di Hull come escamotage narrativo per raccontare qualcosa di estremamente più complesso: se stesso. Perché Dispatches from Elsewhere non è solamente la storia del mite e un pò tonto Peter (Segel, per l’appunto), che si ritrova coinvolto in un gioco che, insieme ai compagni di viaggio Simone (Eve Lindley), Janice (Sally Field) e Fredwynn (Andre Benjamin, strepitoso nel ruolo dell’ossessionato cervellone del gruppo), sconvolgerà del tutto la propria esistenza, ricacciandolo da quell’abisso di apatia e solitudine nel quale era miseramente scivolato; Segel osa quanto basta per livellare la miniserie su differenti strati narrativi, bucando la quarta dimensione in una specie di viaggio-flusso di coscienza verso la comprensione della natura umana, quindi di se stesso. Non ci riuscrà, certo – si tratta di un’operazione praticamente impossibile –, ma l’intimità raggiunta attraverso il processo di decostruzione della fiction, porta i protagonisti-“creatori” della serie a confrontarsi quasi direttamente con lo spettatore, riuscendo con garbo a riproporre gli effetti del gioco a cui i personaggi hanno giocato, stavolta in capo allo spettatore.

Ecco come Segel mette in piedi a sua volta un gioco collettivo televisivo, tentando di allineare personaggi e attori e spettatori su uno stesso binario: Dispatches from Elsewhere è una matrioska metanarrativa, una tempesta sensoriale che rischia di apparire come uno sghembo esercizio di stile, prima di svelare la sua vera natura didattica. La forza della nuova miniserie targata AMC Studios risiede nella sua prorompenza sperimentale, nel coraggio senza retorica del suo creatore di catturare semplicemente la nostra attenzione per metterci di fronte alla realtà che tutti conosciamo: le nostre esistenze sono difficili da interpretare, sono spesso pietose, ci deludono e ci spingono a tirare fuori il meglio di noi, quando probabilmente la nostra unica ancora di salvezza è nascosta nelle difficoltà e nelle mancanze dell’altro.

Segel piega la narrazione alla sua vita, mettendo a nudo l’anima di un artista che è, anzitutto spettatore di se stesso; così come noi siamo spettatori delle nostre vite, perché soprattutto spettatori delle vite degli altri. E Dispatches from Elsewhere è un prodotto vellutato, fragile e imperfetto che si sforza al massimo per simpatizzare con lo spettatore, senza girare a vuoto, ma tentando nel quasi impossibile esercizio di fraternizzare con l’emotività di chi guarda. E se il cinema è l’arte di raccontare in modo veritiero qualcosa che è finto, Segel lo ha capito alla perfezione e la sua serie è un diamante grezzo che, in un oceano di banali tiritere, brilla di luce propria, proiettando sulle nostre a volte grigie esistenze un inesauribile moto di gentilezza e la contagiosa forza di chi ha compreso che il “noi” avrà sempre la meglio sul monotono “voi”.
In bilico tra commedia e racconto introspettivo, Dispatches from Elsewhere è il miglior racconto grottesco visto sul piccolo schermo da anni. Grottesco quanto la vita reale, per lo meno.


(Dispatches from Elsewhere); genere: grottesco, commedia; showrunner: Jason Segel; stagioni: 1 (Miniserie); episodi miniserie: 10; interpreti principali: Jason Segel, Andre Benjamin, Eve Lindley, Richard E. Grant, Sally Field, Tara Lynne Barr, Cecilia Balagot, Cherise Boothe, Travis Burnett,; produzione: AMC Studios, Scott Rudin Productions, Stalwart Productions; network: Amazon Prime Video (15 giugno 2020); origine: U.S.A., 2020; durata: 45’per episodio; episodio cult miniserie: 1x09 - The creator (1x09 - Il creatore); 1x10 - The boy (1x10 - Il ragazzo)


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