X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



DVD - Fahrenheit 9/11

Pubblicato il 29 novembre 2004 da Mazzino Montinari


DVD - Fahrenheit 9/11

L’uscita di Fahrenheit 9/11 in dvd permette di tornare su uno dei fenomeni cinematografici più importanti degli ultimi anni. Il documentario di Michael Moore è indubbiamente un film controverso e continuare a rifletterci sopra non è un’operazione inutile o ridondante. Tanto più che il dvd non presenta novità rilevanti: gli extra propongono due conferenze stampa piuttosto note, alcuni spot e il trailer del film. Dunque non resta che ricominciare dal documentario e dai suoi contenuti politici visto che siamo all’indomani della rielezione di Gorge W. Bush a presidente degli Stati Uniti.
L’America non ha cambiato idea su chi deve guidarla anzi, come nel peggiore degli incubi per chi si oppone a quella leadership, il consenso è decisamente aumentato (modello L’invasione degli ultracorpi). Dunque, se vogliamo prendere sul serio gli intenti di Moore circa la realizzazione di Fahrenheit 9/11 e se a questo aggiungiamo il fatto che probabilmente tra gli elettori di Bush e dei suoi compagni di merenda, in molti avranno anche visto il documentario, allora non si può che trarre una conseguenza: il progetto è fallito. Bisogna cercare di capire i motivi di una sconfitta che non è solo elettorale ma coinvolge le modalità per cui è possibile esprimere una critica radicale della società contemporanea.
Prima di entrare nel merito, va aggiunto come presupposto necessario che anche nel caso avesse vinto lo sfidante democratico sarebbe stato comunque per una manciata di voti (un successo ottenuto per giunta con la minoranza dei voti popolari). Questi quattro anni colmi di tragedie e orrori evidentemente non sono entrati nelle coscienze degli americani spingendoli a cambiare direzione. L’11 settembre, le guerre preventive, la perdita di fondamentali diritti civili, non hanno scosso gli elettori. Ma forse, a proposito dell’11 settembre, è probabile che non sia stato un evento epocale come abbiamo creduto o come continuiamo erroneamente a pensare. O forse, all’opposto, non è stato ancora compreso in tutta la sua portata. Sta di fatto che ci ritroviamo a subire la decisione di circa duecentomila elettori dell’Ohio, una scelta che delinea le sorti del mondo intero per i prossimi anni.
Detto ciò, quale valutazione si può dare del documentario di Moore? Il regista del Michigan mirava al bersaglio grosso ma forse occorreva colpire quello più piccolo e numeroso, ossia il moderato americano, colui al quale sta bene vivere in un mondo orribile a patto che gli sia garantita la tv via cavo con i programmi della Fox: per questo “protagonista invisibile” sarà pure vero che quattro anni fa in Florida qualcosa non ha funzionato, e ci sta pure aver perso qualche diritto nel nome della lotta al terrorismo, come è accettabile aver mosso una potenza militare contro qualche milione di disgraziati senza alcun motivo plausibile, ma alla fine che importa, l’America non è pur sempre la “terra dell’abbondanza”? Non è la patria della democrazia? Lo stesso Moore ne è convinto, al punto da credere che Bush sia la causa di un male e non la conseguenza.
La realtà dei fatti purtroppo dimostra che le cose stanno in altro modo. C’è una tremenda reciprocità tra le intenzioni di una cricca di tecnocrati pronti a tutto pur di perseguire i propri scopi e quella massa silenziosa desiderosa di essere narcotizzata pur di non vedere a quali conseguenze porta il raggiungimento di un effimero benessere.
Hannah Arendt tanti anni commentando il processo Eichmann parlò di “banalità del male”, ossia di un radicato dispregio per la vita umana non in nome di chissà quale diavolo, ma solo in virtù di una totale assenza di pensiero. Lontano dal voler ridurre la storia a un ciclico ricorso di eventi sempre identici, non pensiamo di commettere un’eresia quando paragoniamo la famigliola tedesca che tranquillamente festeggia un compleanno con tanto di torta a pochi chilometri da un campo di concentramento (per questo si veda ad esempio Soul of a century di Michael Kuball vincitore al festival del documentario di San Benedetto del Tronto nel 2002) con quella americana che volutamente ignora le torture, i morti e quant’altro, e nel frattempo gioisce o si rattrista per la clamorosa vittoria dei Boston Red Sox nelle world series di baseball.
Moore non riesce o non vuole mostrare i malesseri di una collettività poco sensibile alle sorti del mondo intero, perché di fatto non dubita del sano patriottismo dei suo connazionali. Non mette in dubbio la crisi etica che ha colpito nel profondo gli americani come, al contrario, fanno Lee, Araki, Solondz, Payne, Van Sant e quanti negli Usa narrano il proprio Paese dal basso, costringendo lo spettatore a guardarsi dentro e a compiere uno sforzo di riflessione. Per questi registi, il moderato appare in tutto il suo arrogante estremismo. E l’idea che quello in cui viviamo sia il migliore dei mondi possibili crolla miseramente. Questo è il migliore dei mondi possibili solo per la parte di elettorato che ha vinto il 2 novembre. E noi volenti o nolenti in quel mondo ci dovremo vivere.
Moore, pur affermando le cose che in tanti vogliamo ascoltare, non comprende che finisce per trascinare coloro che vorrebbe salvare sullo stesso terreno del nemico che combatte, ossia in quel pantano dove prevale l’assenza di un libero pensare. Chi segue il progetto sanguinario delle guerre preventive ha messo da parte la voglia di pensare e Moore, indicando la “retta via” senza sollevare alcun dubbio, non fa altro che chiedere di “credere” avallando questa tragica assenza di pensiero.
Arrivederci America al 2008.

[novembre 2004]


(Fahrenheit 9/11); Regia: Michael Moore; genere: documentario; distribuzione dvd: BIM
formato video: 1,85:1 16/9 anamorfico; audio: Dolby digital 5.1 (italiano e inglese)

Extra: 1) Trailer; 2) Interviste.


Enregistrer au format PDF