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DVD - FELTRINELLI REAL CINEMA

Pubblicato il 29 novembre 2004 da Mazzino Montinari


DVD - FELTRINELLI REAL CINEMA

Il cinema del reale entra a pieno titolo in libreria con una collezione dvd Feltrinelli nuova di zecca, inaugurata dal documentario di Michael Moore, Fahrenheit 9/11 (la qual cosa ha suscitato qualche polemica con gli esercenti che hanno ancora in sala il documentario più visto di sempre). La collana che porta il titolo significativo “Feltrinelli Real Cinema”, avrà un seguito. Forte della collaborazione con distributori del calibro di Bim, Mikado Film e Dolmen Home, Fandango, la casa editrice presenterà in futuro film come I diari della motocicletta, The Agronomist, Mondovino, L’angolo buio - La segretaria di Hitler, Salvator Allende, The Corporation, Supersize me!, insomma il meglio che ci si possa aspettare dal cinema documentario attuale o, come viene detto da Pietro Montani nel numero appena uscito di “Close Up” quadrimestrale, da quel cinema che per sua natura si fa carico di testimoniare la realtà. Bene, siamo felici di tutto ciò perché i titoli in questione sono eccezionali, ma...
Come sempre dietro una lode si nasconde un “ma”. In questo caso non si può fare a meno di notare che Feltrinelli ha scelto di giocare sul sicuro senza rischiare alcunché. I documentari che da qui a un anno verranno proposti sono piuttosto noti e hanno avuto un discreto successo di pubblico e critica. Inoltre, hanno alle spalle produttori e distributori di un certo peso. Quello che è auspicabile è che in futuro si osi con maggior coraggio, pescando tra gli indipendenti, tra quelle voci nel deserto che non ricevono le benedizioni dei media ma che, al tempo stesso, meritano grande attenzione (a Pesaro abbiamo avuto un esempio dai documentari di Thom Andersen e Travis Wilkerson, o dal premiato Mur di Simon Bitton). Solo così si potrà realmente affermare che la rinascita del cinema documentario è avvenuta a tutti gli effetti. Altrimenti, si riprodurrà quello che accade nella fiction. Ossia che i più ricchi battono i più deboli nella libertà d’espressione o, comunque, i meno deboli sono sempre privilegiati rispetto ai più deboli.

[novembre 2004]


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