X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



DVD - Giallo

Pubblicato il 15 novembre 2010 da Alessandro Izzi


DVD - Giallo

I due episodi della serie Masters of horror, girati più o meno in contemporanea con il televisivo Ti piace Hitchcock?, avevano segnato un momento peculiare all’interno della filmografia di Dario Argento: erano sembrati i segni premonitori di una rinascita d’autore importante dopo i più o meno disastrati e bistrattati Il Fantasma dell’opera o Il cartaio.
Dall’altro lato della macchina da presa, invece, i segnali sparsi di un ritorno di interesse nei confronti del regista di Profondo rosso si erano andati moltiplicando secondo una strategia che era in parte “reale”, in parte vivace espressione di una strategia di marketing squisitamente calcolata. L’avventura americana (di cui Giallo è, oggi, estrema propagine) era sembrata espressione di un omaggio importante ad un magistero riconosciuto, ma era stata soprattutto la possibilità per il regista di confrontarsi con un modello di racconto a lui stranamente congeniale (quello televisivo dalla ridotta durata) e con un sistema produttivo importante per mezzi e maestranze.
Ne erano venuti fuori, nel 2005-2006, due piccoli gioielli di precisione cinematografica, due novelle nitide e pulite in cui il sadismo della messa in scena ben riusciva a calibrarsi con le vocazioni di un’affabulazione di genere che trovava, proprio nel contesto americano, lo spazio franco per un’espressione volutamente astratta.
In Italia, nel frattempo, Ti piace Hitchcock? segnava il ritorno ad un racconto di impostazione thriller, pur se filtrato attraverso la lente deformante dell’immaginario del regista italiano.
La terza madre mise una pietra tombale su questo brulichio di vermi emersi dal terreno smosso di un cinema cimiteriale ricondotto alla maniera di se stesso.
La conclusione della trilogia iniziatasi con Suspiria (prossimo al remake hollywoodiano, laddove ancora si favoleggia la possibilità di una ripresa di Profondo rosso) era anche il trionfo della maniera argentiana: catena delittuosa immotivata, sceneggiatura minata da sviluppi assolutamente irrazionali ed un gusto per un fantastico privato di una metafisica pura. La propensione a lasciar da parte porzioni importanti di racconto, in particolare, determinava un andamento narrativo a blocchi che non preparavano la strada ad un possibile climax finale col risultato che i giochi del racconto si chiudevano senza che quasi lo spettatore se ne rendesse conto.
Questi problemi di impostazione si ritrovano anche in Giallo, ultima maltrattata (a nostro avviso non troppo giustamente) fatica del maestro italiano. A differenza di La terza madre, Giallo cerca una struttura narrativa più pulita, più netta e più razionale. Ma il razionalismo della trama gialla (che prevede il consueto serial killer inseguito da un non meno inquietante detective) viene contraddetto dall’assenza di sviluppi coerenti capaci di offrirsi allo spettatore come “false piste”.
Alcuni dettagli di messa in scena paiono del tutto incomprensibili. Non si capisce, ad esempio, la scelta di non mostrare sin dalle prime inquadrature il volto dell’assassino dal momento che niente viene fatto per ingenerare il mistero circa la sua identità. Né si capisce l’urgenza dei due flash-back centrali (il primo legato all’infanzia dell’assassino, il secondo a quella del detective), dal momento che questi due momenti restano staccati tra loro e reciprocamente impermeabili.
Sicché la narrazione finisce per avere lo stesso andamento di La terza madre con l’aggravante di un finale ancor più appiccicato e posticcio.
Se il problema appare di sceneggiatura più ancora che di regia, nondimeno il film, nella sua durata esemplare di appena un’ora e venti, sembra cercare più l’adamantina struttura del prodotto televisivo alla Masters of horror che non la pienezza del racconto cinematografico. Di qui la scelta, non certo balorda, di saltare il passaggio in sala per muoversi sull’home video e sull’edicola.
Eppure Giallo, nonostante i difetti strutturali (ma la struttura non è mai stata centro d’interesse per Argento) contiene momenti di cinema importanti. Al di là dell’inizio ottimamente girato che sembra essere più un omaggio alla sua stessa maniera (con l’intreccio tra uno spettacolo teatrale ed un mostro a caccia), colpiscono, ad esempio, i flash-back dell’infanzia del detective con l’immotivato ed irrazionale doppio delitto in essi contenuto.
Gli attori, infine, paiono meno fuori parte di quanto non si sia detto da più parti seguendo la vulgata (spesso confermata) che Argento sia un pessimo direttore di attori. Qui, invece, Adrien Brody alla lunga funziona, mentre colpiscono le figure di contorno, in specie i due attori che interpretano Enzo da giovane.

La qualità audio-video

Quadro pulito e neri sufficientemente profondi caratterizzano, in positivo, la qualità del DVD. Certo non siamo dalle parti del capolavoro, ma ciò nonostante la visione si mantiene piacevole per tutta la durata della riproduzione, forti anche, come siamo della straordinaria brevità del film e dall’assenza di contenuti speciali a prendere posto su disco.
Anche l’audio è buono, con la doppia traccia italiana e inglese in dolby digital 5.1. A goderne sono soprattutto le musiche stranamente sinfoniche.

Extra

Un doppio trailer chiude le danze (macabre) di un film da cui, confessiamo, ci aspettavamo un poco di più.


(Giallo); Regia: Dario Argento; interpreti: Adrien Brody, Emmanuelle Seigner, Elsa Pataky; distribuzione dvd: Dall’Angelo.
formato video: 16:9 - 1.85:1; audio: Italiano e inglese dolby digital 5.1; sottotitoli: italiano, italiano per non udenti.

Extra: 1) Trailer originale 2) Trailer italiano


Enregistrer au format PDF