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DVD - Gli strangolatori di Bombay

Pubblicato il 24 febbraio 2011 da Donato Guida


DVD - Gli strangolatori di Bombay

India, 1926. La Compagnia delle Indie, che detiene, sotto la volontà dei reali inglesi, il monopolio del commercio nell’Oceano Indiano, vede da alcuni anni affievolire il proprio commercio. Causa di tutto questo, le “occasionali ruberie” ai danni dei carri di cotone. Col passare degli anni però, ci si accorge di come a scomparire non siano solo i carri, ma intere carovane comprendenti uomini, cavalli e cammelli. La Compagnia, posta di fronte alla minaccia di non poter più riceve le annuali tasse (da chi dovrebbe essere protetto e non lo è realmente), decide di intervenire. Tra di loro però, c’è solo un uomo che sembra essere animato di buone intenzioni: il capitano Lewis. Egli capisce che, dietro queste razzie, si nasconde qualcosa di ben più grande e pericoloso di quanto i suoi compatrioti osino immaginare. A rischio della sua stessa carriera, nonché della sua vita, Lewis, inimicandosi buona parte dei suoi superiori, cercherà il modo di venire a capo di queste continue sparizioni addentrandosi nella foresta e venendo alla scoperta di un’agghiacciante verità: dietro le razzie di carri di cotone si cela la mano di una setta di adoratori della dea Kali che, in nome suo, fa razzia, deruba, mutila e uccide i peccatori, per poi seppellirli in fosse comuni. La loro arma? Il “sacro drappo” dato loro in dono dalla stessa dea al fine di ammazzare gli infedeli.
Un classico della Hammer Film, diretto da un vero e proprio maestro del genere horror-gotico, quel Terence Fisher dei vari La maschera di Frankenstein (1957), Dracula il vampiro (1958) e La Mummia (1959). A differenza di questi film, la bellezza di quest’opera non risiede nella capacità dell’autore di aggiornare il tema orrorifico a gusti contemporanei. La sua bravura sta, piuttosto, nell’equilibrare il tema prettamente angosciante degli strangolatori con la volontà di disegnare un preciso spaccato sociale della condizione indiana ai tempi della Compagnia delle Indie.
Da questo punto di vista colpisce il ritratto impietoso che l’autore tratteggia sul passato coloniale inglese. Il vano tentativo di risolvere il mistero delle scomparse dei carri di cotone, viene, infatti, attuato dalla Compagnia esclusivamente per venire incontro al grave problema economico che ne segue: la minaccia, da parte dei commercianti, di non pagare più le tasse, velocizza questa “volontà di giustizia”. Il capitano Lewis, invece, vero eroe dell’opera, non s’interessa minimamente del problema economico, ma attua la sua investigazione per puro interesse umano: la sua volontà è quella di far cessare questi atroci omicidi e, di conseguenza, venire incontro alle volontà dei tanti buoni indiani coi quali, dopo molti anni ormai, lo stesso capitano ha creato un rapporto d’amicizia sincera. Una popolazione che, sebbene realmente sfruttata al fine d’incrementare l’economia della Corona inglese, continua una vita bonaria, nel rispetto e nell’amore vero l’altro; una popolazione che, comunque, è divisa in due: da un lato coloro che tacciono i crimini degli strangolatori perché o facenti parte della setta (alcuni di essi si ritrovano addirittura infiltrati nella stessa Compagnia delle Indie) o impauriti dalle malefiche conseguenze che potrebbero seguire, e dall’altro lato coloro che realmente non conoscono i fatti e che cercano in tutti i modi possibili, anche grazie all’aiuto dei “nemici inglesi”, di far cessare questo orrido e insensato scorrimento di sangue.
Tra efferati delitti, mutilazioni e tentati omicidi, la bravura di Fisher risiede proprio in questo suo riuscire a spiegare sia la situazione dell’India, ai tempi colonia inglese, sfruttata e denigrata, sia lo spirito degli indiani, la maggior parte dei quali vive in modo sereno e bonario nei confronti del prossimo; tra reali credenze che tracciano il sentiero religioso della salvezza (musulmani e induisti che vivono a stretto contatto tra di loro) e religioni “fittizie” (il Dio denaro che fa muovere gli inglesi, o la stessa dea Kali che, a detta dei molti “credenti”, per essere appagata ha bisogno di sacrifici umani nonché “economici”), l’autore inglese realizza un’opera che, in maniera interlineare, risulta essere affascinante anche sotto un profilo etnografico.
Un film che viene riproposto grazie all’edizione DVD della Millennium Storm e che, siamo sicuri, non lascerà l’amaro in bocca agli appassionati dell’horror-gotico che, vedendolo, riusciranno a cogliere i sottili inviti dell’autore inglese che, non perdendo la sua vena orrorifica, riesce nell’intento di riproporre un’affascinante India, sempre carica di mistero e bellezze naturali.
Un film, per molti versi, da rivalutare…

La qualità audio-video

Il sonoro risulta essere perfettamente pulito per l’intero svolgimento del film; d’altro canto anche la qualità video risalta un bianco e nero efficace per velare, nel migliore dei modi, il senso di mistero e paura offerti dall’opera.

Extra

Questa sezione è completata (forse in maniera non troppo esaltante) dal trailer originale del film e dai credits.


(Gli strangolatori di Bombay); Regia: Terence Fisher; interpreti: Guy Rolfe, Jan Holden, Andrew Cruickshank, George Pastell, Marne Maitland; distribuzione DVD: Millennium Storm
formato video: Full screen; audio: italiano, Dolby Digital 2.0 - stereo - inglese, Dolby Digital 2.0 - stereo; sottotitoli: italiano

Extra: 1) Trailer originale 2) Credits.


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