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DVD: Il mondo di Patty (Stag. 2, Cof. 1)

Pubblicato il 2 marzo 2011 da Alessandro Izzi


DVD: Il mondo di Patty (Stag. 2, Cof. 1)

Prendete una telenovela brasiliana con tutto il suo affanno narrativo. Prendete la ridda di colpi di scena che la caratterizza. Prendete il gioco ad incastro dei suoi personaggi spesso improbabili che vengono fatti ruotare in cerchi concentrici come i quadratini che popolano la superficie di un cubo di Rubik. Prendete la sua tensione ad un lieto fine perennemente procrastinato per il sadico piacere di uno spettatore che gode nel vedere i propri eroi provati da mille difficoltà. Prendete la sua voglia mai celata di una narrazione in grado di perpetuarsi indefinitamente, quasi che il solo atto di raccontare rispondesse ad un bisogno fisiologico che non si pone problemi su quella che è, alla fine, la cosa raccontata.
Prendete tutte queste cose ed impastatele con la logica dei cartoni animati. Miscelatele con il loro bisogno di messaggi semplici e lineari sparpagliati alla rinfusa su una superfice spettacolare accattivante. Conditele con il sale di valori di presa immediata che non pongano nel pubblico troppi problemi e troppe angosce da eccesso di immedesimazione.
Fate tutte queste cose, unite questi estremi che solo altrove vi apparirebbero "li uni contro gli altri armati" ed otterrete Il mondo di Patty, un successo di vaste proporzioni che dice relativamente poco, ma lo dice senz’altro a lungo.
Il contrasto tra telenovelas e Cartoni animati che ne deriva, in realtà, avvera, quello che, forse, è il più grande motivo di interesse dell’intera operazione. Perché la spinta ad un racconto estremamente lungo e gravato da estreme complicazioni narrative (tipico delle telenovelas) urta con il bisogno di una narrazione quanto più possibilmente chiusa che è, invece, tipica del cartone animato televisivo pensato per una fascia d’età che si presume piuttosto bassa. La domanda che devono porsi quotidianamente gli autori delle sceneggiature de Il mondo di Patty è, da questo punto di vista, sempre la stessa: come venire incontro al bisogno di un meccanismo seriale che fidelizzi lo spettatore e, al tempo stesso, come produrre delle storie che appaghino il bisogno dei ragazzi di pervenire ad una conclusione quanto più possibile soddisfacente? Come mettere, insomma, d’accordo, il bisogno di una narrazione espansa col bisogno di mantenere i ragazzi nel chiuso di un’esperienza conoscibile?
Gli autori de Il mondo di Patty rispondono a questa esigenza con un prodotto che mantiene una riconoscibilità estrema di situazioni all’interno di un meccanismo narrativo continuamente cangiante. Vale a dire: le storie raccontate sono più o meno sempre le stesse (tradimenti, malintesi, intrighi più o meno articolati) variano, invece, le combinazioni narrative degli ingredienti che le compongono.
Il tutto all’interno di una cornice facilmente riconoscibile e di per sé indiscutibile: quella della scuola di canto e ballo in cui si muovono i protagonisti del serial.
Inutile spendere troppe parole sull’estrema familiarità che i ragazzi hanno ormai, complice anni di cattiva televisione, con un siffatto contesto. Quel che ci preme qui sottolineare è come quest’ambientazione facile ed immediata permetta, per gli spettatori più giovani, l’avverarsi di un’identificazione pressoché immediata e senza compromessi. L’intera storia può, da questa partenza semplice e quasi scontata, dipanarsi quindi nello spazio della realtà familiare (anche se solo due famiglie, quella di Patty e quella di Antonella, non a caso l’una lo specchio dell’altra, hanno il privilegio di costituire ambienti sociali reali, mentre le altre restano mero set per scene di contorno), ma ancor più delle realtà amicali e delle prime storie d’amore.
Il mondo di Patty mima in questo modo l’aprirsi delle giovani generazioni al mondo esterno, avvera un moto circolare che dalla realtà della casa torna a quello della scuola con poche digressioni nel mezzo. E se le giovani generazioni si riconoscono in questo movimento, ancor più si riconoscono nel gioco sociale messo in atto che è un caleidoscopio di amicizie continuamente cangianti. Il bisogno di una narrazione sempre varia si sposa con invidiabile ed inconsapevole efficacia con il modo con cui i ragazzi sperimentano il proprio contatto con l’altro, senza saper neanche loro dove potranno andare a parare le loro stesse azioni.
Il mondo di Patty fonda così il suo discorso sulle contrapposizioni. Grandi e piccoli, Divine e Popolari, Buone e Cattive, in una ridda di specchi in cui personaggi si sforzano di essere se stessi senza neanche capire, in fondo, chi sono loro veramente.
La sceneggiatura concepisce spesso i personaggi come molle elastiche. Li pone in trazione, li allunga fino a portarli quasi all’estremo opposto (nelle prime puntate della seconda stagione addirittura un incantesimo scambia le personalità di Patty ed Antonella o Tamara cambia radicalmente modo di essere) e poi le osserva placidamente tornare alla posizione di partenza.
Si perché nel mondo di Patty tutto o quasi deve tornare al punto di partenza. La crescita è l’incubo che viene spinto fuori scena. Il resto deve aspirare alla chiusura nelle case dai muri di cartone colorati come fossero fondali di una puntata di Pokemon. Non può muoversi da una divisione dei sessi in cui i maschi sono solo riflessi in pantaloni di personaggi femminili. E in cui il dramma è sempre dietro l’angolo e, potete giurarci, si risolverà solo per far spazio ad un altro dramma ugualmente eterno e doloroso.
La confezioni funziona soprattutto grazie ad una recitazione ad un passo dall’isterismo che asseconda un montaggio mai così invadente ed in perenne controtempo coi ritmi del parlato. È una perenne lotta col semplice campo-controcampo che è la grammatica di base della regia. Le canzoni fanno il resto.

La qualità audio-video

Ogni DVD contiene quattro puntate della serie il che significa quasi tre ore di materiale: un po’ troppo per sperare in una definizione di alta qualità. Il risultato è, infatti, buono, ma non eccezionale. Asseconda i colori brillanti della confezione, ma perde sul dettaglio con un proliferare di tanti piccoli artefatti digitali che qua e là dispiacciono. Un buon risultato comunque.
Audio basso e minimale sia per la traccia italiana (più aperta) che per quella spagnola (più bassa). La seconda, però, è penalizzata dalla mancanza totale di sottotitoli.

Extra

Assenti


(Patito feo); Regia: Jorge Montero; interpreti: Laura Natalia Esquivel, Juan Darthès, Griselda Siciliani, Brenda Asnicar, Gaston Soffritti, Brian Nainberg; distribuzione dvd: MHE.
formato video: 4:3 - 1.33:1; audio: Italiano e spagnolo dolby digital 2.0; sottotitoli: Assenti.

Extra: Assenti


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