DVD import - Death Note (Live Action - Dub & Sub)
Riannodiamo i nodi del discorso interrotto qualche tempo addietro, ripartendo proprio lì dove l’avevamo momentaneamente lasciato: ai tempi stupivamo di fronte agli esiti esaltanti raggiunti dalla serie anime tratta dal manga di Death Note. Manga-anime-live action capitolo primo e secondo. Tale è spesso la deriva naturale che le storie disegnate e inchiostrate cui vanno i maggiori favori del pubblico sono destinate a (in)seguire. Gli otaku richiedono a gran voce ulteriori occasioni per tornare ad incontrare i loro personaggi favoriti e le situazioni appassionanti che li vedevano coinvolti su supporto cartaceo, mentre, per parte loro, l’esercito preposto alla cura del vastissimo mercato audio-visivo legato ad un manga di successo non chiede di meglio che offrire OAV e simili onde placare l’autentica fame di multimedialità espressa a gran voce “dal basso”. Death Note – la serie, come si intuiva dalla nostra precedente recensione, aveva incontrato i nostri favori incondizionati. Dura, quindi, per il “film dal vero” spuntarla o per gli attori in carne ed ossa avere la meglio sui loro affascinanti corrispettivi animati. Vero è che non di sfida debba sempre necessariamente trattarsi: un conto è la serie animata, decisamente un altro paio di maniche un film tradizionale, soprattutto qualora questo rivendichi – ed è proprio questo il caso – una sua emancipazione rispetto al materiale narrativo di base. Ecco, proprio grazie al parallelismo offerto dalla doppia trasposizione di Death Note, diviene possibile avallare la tesi per cui determinate possibilità espressive sarebbero ontologicamente deputate solo all’animazione, apparendo pienamente realizzabili unicamente all’interno dei suoi meandri, laddove alcune soluzioni obbligate da parte del film tradizionale non fanno che appiattire l’immaginazione e imbrigliarne non poco il libero corso. La serie, come detto, riusciva a rendere avvincente un intreccio in cui il thriller psicologico prendeva le mosse da premesse fantasy. Ecco, nel lungometraggio proprio il versante fantasy fa letteralmente a pugni col resto della vicenda e ad ogni nuovo contatto fra i due regni, all’interno di un contesto che impone prepotentemente allo sguardo la sua vocazione al racconto di matrice fotografica e, dunque, realistica, si producono inevitabili frizioni. Lascia un po’ il tempo che trova pure l’idea – o l’assenza di un’idea che in tale scelta viene (s)mascherata – di mantenere inalterato, rispetto alla serie, l’aspetto originario degli Shinigami (dei degli inferi orientali).
Sarebbe tuttavia sufficiente, per rendere conto di quanto si va affermando, confrontare il modo in cui uno stesso importante snodo narrativo viene risolto nei due differenti contesti: si veda il duello psicologico condotto da Light e l’agente dell’FBI Naomi Misora e il successivo evolversi di questo personaggio e della situazione cui esso da vita. Il medesimo passaggio viene qui svolto in una maniera banalmente appiattente, rispetto alla battaglia di nervi che le due menti brillanti di là sapevano ingaggiare. Completamente rivoluzionato appare anche il personaggio di Shiori, qui fidanzatina ufficiale di Light: la sua diviene una figurina ancora più bidimensionale, rispetto a Misora, senza conservare il minimo spessore o fascino di cui traboccava letteralmente nella serie. Insomma: comunque la si rigiri, una cocente delusione è il sentimento dominante al cospetto dell’esile piantina venuta su da un humus tanto fertile. Anche per chiunque ignori la precedente versione animata, il risultato finale non si discosta poi molto da una produzione poliziesca di mediocre rango.
Unica, assai sorprendente nota positiva, la riuscita caratterizzazione del ruolo-chiave di L. L’attore che lo interpreta, Ken’ichi Matsuyama, si rivela talmente abile da riuscire a riprodurre tutti quei comportamenti bislacchi di cui Ryuzaki si rendeva protagonista (la postura anomala, lo sguardo spettrale, il continuo addentare qualche dolciume ecc… ). Meglio tacere, invece, di Light-Kira. Basterà dire che la scelta del protagonista si è rivelata una delle più infelici in assoluto in questa rilettura del manga.
Disonesto anche il finale “appeso” e l’utilizzo a mò di esca della sexy idol Misa. Come a dare l’imbeccata al pubblico: “Seguite anche il secondo episodio, ve ne faremo vedere delle belle… ” “Ma se tanto mi dà tanto”, penserà a sua volta il nient’affatto sprovveduto fan di Death Note...
La qualità audio-video
Abbastanza buono il riversamento del film.
L’immagine è nitida anche se un po’ troppo fredda e la tavolozza cromatica conserva i giusti contrasti.
Discreto anche l’audio
Extra
Assenti
(Death note - Live action 1); Regia: Shusuke Kaneko; interpreti: Tatsuya Fujiwara, Ken’ichi Matsuyama, Yuu Kashii,Takeshi Kaga; distribuzione DVD: Viz Video
formato video: 1.37:1; audio: Inglese e giapponese dolby digital 5.1; sottotitoli: Inglese per non udenti
Extra: Assenti