X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



DVD import - Elfen Lied: Diclonius Report Complete collection

Pubblicato il 6 luglio 2008 da Alessia Spagnoli


DVD import - Elfen Lied: Diclonius Report Complete collection

Rompe con alcuni importanti schemi collaudati del passato questa discussa (sui forum e all’estero: da noi, si dispera arrivi) serie anime traboccante riferimenti visuali particolarmente truculenti. All’interno di un’imbastitura narrativa oliata come quello del ragazzo che si ritrova suo malgrado circondato da alcune adolescenti super-sexy (benché inconsapevoli, poiché ancora molto infantili), gli autori di Elfen Lied (Canto Elfico) inseriscono qui e là dettagli macabri, per mezzo dei quali vengono ribaltati in un lampo toni e atmosfere, lasciando lo spettatore un po’ interdetto, sempre in balia di eventi tumultuosi e, spesso, spiacevoli. La facciata di perbenismo che regola le relazioni sociali giapponesi è la base su cui far leva per arrivare direttamente al cuore delle persone, gettanto brutalmente in faccia situazioni crude, ma reali. I contesti abitualmente ovattati dei cartoni (la stessa casa dei ragazzi) si aprono qui a costanti promesse di morte.
Aleggia su Elfen Lied un senso di fatalità tangibile, ben sottolineato dalle note struggenti del leitmotiv musicale, che viene abilmente ripreso e sfruttato secondo diverse sfumature orchestrali. Anche la fotografia, dalle tinte dense e sature, restituisce bene questo senso di pessimismo immanente: i neri e i marroni spadroneggiano nella tavolozza degli autori, mentre notturni piovosi fanno spesso da fondali ad eventi luttuosi.
Ciascuno dei personaggi in scena porta con sé un passato oscuro e infelice, che torna a tormentare puntualmente anche le vite degli altri.
La spietatezza del mondo, l’esistenza del Male, si tocca quasi con mano ad ogni fotogramma. E mai come in questo caso, riesce a trasmettere un autentico sentimento di dolore la scelta del portatore dell’elemento malvagio nel mondo: Nyu è una ragazzina che non ha ancora acquisito, poiché non le è stato inculcato da alcuno, il “senso di colpa”. E’ una creatura senza malizia, un “giglio”, come recitano le parole della sigla iniziale, che merita qui, almeno un rapido cenno: i suggestivi sfondi sono tratti da opere di Gustav Klimt, rivelando il motivo ispiratore del Decadentismo, mentre il testo del canto elfico del titolo è ricavato da alcuni canti gregoriani inerenti a tematiche quali la colpa e la giustizia. Ma torniamo a Nyu/Lucy: si tratta di una bambina che agisce, spesso sconsideratamente, nel sembiante di un’adulta: un’ulteriore personificazione di “ghost in the shell” (spirito nel guscio o, come sarebbe più esatto tradurre, nella “conchiglia”). Un puro strumento del male, un’arma fatta persona, un’attualissima (ahinoi) ragazza-bomba.
Molti anime hanno trattato la scottante tematica degli armamenti letali per l’umanità: e se già i mitici robottoni anni ‘70 erano una risposta – fantastica finché si vuole, ma trasparente – della paura della bomba, le ultime derive dell’animazione nipponica testimoniano come la ferita dell’atomica non si sia ancora del tutto cicatrizzata per il Paese.

Gli ostacoli alla circolazione di questo violentissimo anime riguardano soprattutto le frequenti scene di nudo (e non di sesso: ma si tratta per lo più di momenti imbarazzanti e comici) e soprattutto, delle massicce dosi di gore presenti. Non vengono risparmiati dettagli macabri su arti squartati, dite mozzate, ecc… ma chiunque ricordi almeno il “vecchio” Ken Shiro (o, magari, il più recente Berserk), è perfettamente consapevole di come l’estetica della violenza sia profondamente connaturata al gentile popolo giapponese, e, più in generale, alla cultura orientale tutta.
Ma al di là dei più risibili “purismi”, ciò che davvero conta, alla fine, è che la profondità della malinconia trasmessa, il senso di tristezza che segue ciascuna puntata – solo inframmezzato da necessari inserti comici, tutti ingenerati dall’ingenuità di alcuni personaggi – fanno sì che Elfen Lied ti accompagni a lungo nel ricordo, come avviene solo per quelle opere in grado di penetrare l’immaginario in profondità.

Elfen Lied su Wikipedia
Sito Spagnolo dedicato ad Elfen Lied
Sito Ufficiale Giapponese

La qualità audio-video

Eccellente il riversamento video. Quadro pulito, colori perfetti un notevole senso di prospettiva ben sostanziato dall’impiego di una tavolozza cromatica ricca di sfumature.
Ottimo anche l’audio Dolby digital 2.0 per inglese giapponese con sottotitoli in inglese

Extra

La Adv films non ha lavorato moltissimo sul pacchetto degli extra. Ma già avercelo un prodotto come questo è il migliore dei regali.


(エルフェンリート) Regia: Mamoru Kanbe; soggetto: tratto dal manga omonimo di Lynn Okamoto; character designer: Seiji Kishimoto; episodi: 13 della durata di 23’ ciascuno; origine: Giappone 2004
formato video: Full screen; audio: Inglese e giapponese Dolby Digital 2.0; sottotitoli: Inglese
numero di dischi: 3
disponibile sul mercato internazionale


Enregistrer au format PDF