DVD - L’amore attraverso i secoli

Nato come volontaria presa in giro di Intolerance, L’amore attraverso i secoli (ben più pregnante il titolo originale: Three ages) non è semplicemente uno di quei classici film parodia che nascono a ridosso di pellicole di forte richiamo spettacolare.
Il motivo strettamente contingente ed occasionale del film di Griffith serve, infatti, a Buster Keaton solo come mero pretesto atto a dare il via ad una complessa rielaborazione, tutta teorica, sui meccanismi del comico.
Three ages, quindi, nasce come una sorta film manifesto e centra tutta la sua efficacia sull’organizzazione della propria struttura interna, sul rincorrersi ed incrociarsi di gag diverse che si richiamano l’un l’altra secondo un procedimento assolutamente inedito per il tempo.
Come nel modello griffithiano, anche in L’amore attraverso i secoli il gioco filmico si fonda sulla giustapposizione, attraverso la magnificazione del montaggio parallelo, di diversi segmenti narrativi che si svolgono in epoche e paesi diversi e che trovano il loro collante poetico e la propria motivazione narrativa nella condivisione di un unico tema di fondo (nel caso di Intolerance era la rivendicazione di episodi storici in cui l’intolleranza ed il razzismo erano stati particolarmente cruenti).
Per Keaton, però, a ripetersi immutato nel gioco rifrangente delle tre diverse epoche (preistoria, antica Roma e Oggi) non è semplicemente un tema di fondo (l’amore osteggiato, ma, alla fine, trionfante), ma anche un preciso schema narrativo, un gioco attanziale che non cambia mai pur nel cambiare dei periodi storici e dei dettagli narrativi.
Insomma, a differenza di Griffith, per cui il ripetersi nel tempo dell’intolleranza (protagonista dichiarata dell’intera pellicola) era il punto di partenza per una riflessione accorata e dolente delle contraddizioni dell’animo umano e sugli orrori della società così detta civile, per Keaton il parallelismo tra i diversi momenti storici è l’occasione per determinare un meccanismo ludico di incredibile lucidità intellettuale.
Lo schema narrativo è di una semplicità archetipale incredibile: l’eroe ama una donna, ma è costretta contendersela con un individuo cinico e sleale che ha, però, l’appoggio dei di lei genitori. Sulla base di una situazione di partenza immutabile il racconto avanza secondo la classica parabola che passa dalla relativa stasi iniziale alla sfida tra i due uomini fino al classico “punto di morte rituale” nel quale l’eroe sembra soccombere fino a che un deus ex machina non interviene a ribaltare la situazione.
Il ripetersi in parallelo di questo immutabile schema narrativo fa si che l’attenzione dello spettatore non sia tanto rivolta all’andamento fin troppo prevedibile dell’intreccio, ma che si concentri tutta sui giochi di variazione cui sono soggette le gag nel passaggio da un’epoca all’altra. Ad esempio in tutti e tre i segmenti Buster Ketaon fa ricorso alla magia e alla superstizione nel tentativo di prevedere come andrà a finire la sua storia d’amore. Nell’episodio preistorico egli si rivolge ad una maga che utilizza una tartaruga che, ribellatasi alla padrona, finisce per mordere il dito dell’eroe. Nell’episodio dell’Antica Roma, ad essere interpellato è, invece un aruspice con i suoi dadi, ma al lancio degli stessi un gruppo di portatori di lettiga, credendo sia in corso un gioco d’azzardo, cominciano a scommettere e l’eroe perde tutti i soldi. Nell’epoca moderna, infine, l’eroe ricorre alla classica margherita da sfogliare e non si accorge che tra i petali è nascosta un’ape che lo punge. Come si vede da questo esempio nessuna gag conta di per se stessa, ma assume il proprio significato in relazione alle altre. A differenza di un classico film comico, insomma, dove conta prima di tutto l’effetto sorpresa del tutto irrazionale, a far ridere in Three ages è prima di tutto l’abilità tutta intellettuale di costruire variazioni argutissime di una stessa gag. L’effetto comico aumenta, quindi, in virtù del ‘contrappunto’ che essa riesce a creare con le precedenti.
Non mancano, comunque, nel film, tutta una serie di escamotage comici che derivano dagli anacronismi esibiti (anche questi legati ad una dimensione intellettuale e non sensoriale, quindi) come nel caso della meridiana da polso o della slitta con cani da neve (con tanto di cane di scorta, quando uno si ferisce la zampa) dell’episodio romano o la partita di golf con clava e sasso dell’episodio preistorico.
Come sempre in Buster Keaton, comunque, l’esibizione del meccanismo comico ha un altissimo valore poetico e metareferenziale e tutto il film serve, oltre che a far ridare, anche a rendere conto di come, col passare del tempo e con il ripetersi delle situazioni, non è del tutto vero che l’amore sia passato indenne attraverso i secoli. Lo dimostra abbondantemente la passeggiata finale che conclude tutti e tre gli episodi. Nel gioco delle variazioni a cambiare, in questo caso, è il numero dei bambini a carico che seguono la coppia sposta: undici per i cavernicoli, cinque per gli antichi romani e per i contemporanei, solo un cane.
Che il matrimonio non sia, quindi, un riparo abbastanza grande dalla solitudine del nuovo secolo?
La qualità audio video
Segni di compressione sono quasi del tutto assenti. Certo la pellicola è estremamente vecchia e in molti punti il master lascia intravedere la sua veneranda età, ma, in fin dei conti, il risultato resta al di sopra delle aspettative.
L’audio, legato alle sole musiche di commento del film muto, fa il suo lavoro contrattuale con inappuntabile signorilità.
Extra
Poche schede scritte la cui lettura è caldamente consigliata a tutti.
Vai al Sito Ermitage
(Three ages); Regia: Buster Keaton e Edward F. Cline; interpreti: Buster Keaton, Margaret Leahy, Wallace Beery; distribuzione DVD: Ermitage
formato video: 1.33:1 (4/3); audio: Mono 2.0; sottotitoli: didascalie originali con sottotitoli in italiano.
Extra: 1) Schede di commento su a) Biografia, filmografia e curiosità su Buster Keaton, b) Sinossi note e curiosità sul film c) I re delle comiche d) Il cinema comico
