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DVD - La legge del più forte

Pubblicato il 24 febbraio 2010 da Lorenzo Vincenti


DVD - La legge del più forte

Jason Sweet è un allevatore di pecore che intende stabilire il suo gregge nei dintorni di un piccolo paesino dell’ovest americano. Ma la comunità ottusa del villaggio non vede di buon grado l’arrivo del forestiero e, avendo timore che le pecore possano danneggiare i pascoli di bovini degli allevatori locali, tenta in tutti i modi di convincere Sweet a desistere dall’impresa. Nulla riuscirà comunque a scalfire l’intento del protagonista, né le offerte economiche inizialmente promesse né le minacce del clan comandato da Bedford, capo degli allevatori del luogo e vecchia conoscenza di Sweet. Quest’ultimo, nonostante gli ultimi sinceri tentativi di persuasione di Dell (la compagna di Bedford), si dimostrerà infatti sempre più determinato a non chinare la testa nei confronti dei soprusi subiti. Per un uomo di vecchi e sani principi come lui lo scontro è l’unica soluzione possibile per tentare di affermare la giustizia sulla prepotenza.

Opera breve e gradevole, La legge del più forte è da considerarsi senza dubbio uno dei più interessanti e curiosi film diretti dall’americano George Marshall. Certamente uno dei punti più alti di una filmografia che, a parte La conquista del west, opera corale realizzata assieme a Ford, Hathaway e Thorpe, non conta capolavori assoluti, ma solo una lunga serie di opere, più o meno degne di nota, realizzate con l’intento di rimpinguare le immense library degli studios. D’altronde la carriera di Marshall assume più che mai valore sinonimico del concetto di serialità su cui, soprattutto un tempo, si basava l’industria hollywoodiana. Con circa sessanta film al proprio attivo infatti, il regista originario di Chicago si può tranquillamente considerare come uno di quegli artigiani di Hollywood in grado di garantire una certa regolarità alla catena di produzione, uno spirito di adattamento a qualsiasi tipo di linguaggio ed una qualità del prodotto mai sotto la sufficienza.

Concentrato prevalentemente sui ritmi della commedia e i paradigmi del western, Marshall è un autore capace di intrattenere il pubblico attraverso l’utilizzo di strumenti semplici, facilmente riconoscibili e quindi sempre apprezzabili, sia dall’appassionato fruitore di cinema che dallo spettatore occasionale. La legge del più forte è l’esempio più lampante di quanto il regista si sia impegnato in una sorta di riscrittura “colorata” delle opere in serie, compiendo così un operazione di alleggerimento che fosse realmente in grado di aprire le porte a diverse tipologie di pubblico. Fedele al genere come poche opere sanno essere, il film diretto da Marshall è un western tipico e consuetudinario, alla cui visione si percepisce, quasi si assapora, il doveroso rispetto che i cineasti di un tempo nutrivano nei confronti delle regole imposte dall’industria. Contemporaneamente però Marshall riesce, pur mantenendo il film nei confini di questa classicità, a compiere una lieve operazione di restyling del proprio oggetto, allontanando visibilmente le ruvidezze e le spigolosità del genere ed introducendo una ironia garbata e solleticante. Il suo impegno è quindi indirizzato più sul messaggio che sulla composizione interna, più sulla distruzione dell’unicità maturata negli anni da tale messaggio che sulla cancellazione di questo o quell’altro elemento. Nel suo western infatti non c’è nessuna esclusione degli archetipi classici, al massimo, come già accennato, una mutazione indolore tesa solamente a rinverdire i fasti di un tempo. Lo spazio dell’ovest americano, il villaggio, l’intromissione del forestiero all’interno di un contesto, lo scontro bene-male sono tutti elementi classici la cui necessità non viene minimamente messa in discussione dal regista. Quello che più conta per lui è alterare la fisionomia di alcuni di questi elementi solo per renderli più allettanti agli occhi del pubblico. E’ sufficiente ad esempio pensare al nome del protagonista, Sweet (dolce) nella versione originale e Okay nella traduzione italiana, per capire la diversità, la stravaganza continuamente inseguita dall’autore. Una cesura dalle altre opere che si riscontra inoltre nella scelta, inusuale, di rendere il protagonista non un classico cow-boy ma un allevatore di pecore (altro simbolo idiosincratico dell’uomo poco virile), o nella scelta di costellare l’intera durata della pellicola di battute sagaci, pungenti e in un certo senso originali, quasi a voler sdrammatizzare il pathos che pervade alcuni tratti del western o nella costruzione di un personaggio principale bello e sofisticato. E’ necessario dire al riguardo che tutto il film di Marshall ruota infatti attorno alla figura del protagonista. Duro e leale, coraggioso e sincero, il Dolce-Sweet è lo snodo verso cui convergono tutte le componenti del film. Le sue diverse caratteristiche ben si adattano alla fisicità non invasiva e al volto rassicurante di un Glenn Ford straordinariamente bravo nel saper cambiare continuamente registro all’interno dell’opera e nel lasciar immaginare dietro il suo semplice sguardo la presenza di un intero mondo. Egli ci regala la rappresentazione di un eroe atipico, dolce con i buoni, furbo con i furbi, cortese con i galanti e cattivo con i malvagi, un paladino dall’animo ribelle venuto a sconquassare il conservatorismo di un villaggio americano attraverso le armi dell’ironia e della legalità. Un incontro/scontro che sembra voler rappresentare lo schianto di un “meteorite” narrativo nel cuore del genere cinematografico, con la consapevolezza di poter ridisegnare i confini dello stesso con la sola forza dell’impatto. Attorno a questo meccanismo di introduzione e sovversione o “anarchia controllata” ruota un’opera efficace, coinvolgente, in grado di intrattenere per il solo gusto di farlo, senza per questo scadere nell’ovvietà o nell’adescamento furbo. Usanze moderne queste, troppo distanti dal cinema di un tempo!

La qualità audio-video

Il video purtroppo mostra dei leggeri difetti di nitidezza che non consentono di godere appieno della straordinaria suggestione provocata dal Cinemascope.
Audio pulito sia nella versione originale che in quella doppiata in italiano.

Contenuti extra

Menù interattivi e accesso diretto alle scene. Questi gli unici elementi di supporto ad un dvd privo di materiali extra.


(The Sheepman); Regia: George Marshall; interpreti: Glenn Ford, Shirley MacLaine, Leslie Nielsen; distribuzione DVD: Millennium Storm; formato video: 1.85:1, 16/9 anamorfico;audio: Italiano - 2.0 mono, Inglese - 2.0 mono; sottotitoli: Italiano

Extra: 1) Menù Interattivi 2) Accesso Diretto alle Scene


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