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DVD - Lupin III: Il castello di Cagliostro

Pubblicato il 11 dicembre 2007 da Alessandro Izzi


DVD - Lupin III: Il castello di Cagliostro

L’uscita dell’edizione speciale di Il castello di Cagliostro (primo lungomentraggio del maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki) è una di quelle classiche operazioni meritorie che, gettando luce su un capolavoro finalmente riconosciuto, fanno però percepire, sia pure per un solo momento, l’oscurità che le ha circondante fino a quel momento.
La pallida luce che si accende alla celebrazione più che giustificata del primo capolavoro dell’autore recentemente premiato con l’Orso d’oro a Berlino e con l’Oscar hollywoodiano (il film era La città incantata, per inciso forse non il suo titolo più significativo) è il segnale del riconoscimento di una patente di dignità autoriale ad uno dei più grandi geni del nostro cinema recente, ma il suo effetto immediato per noi, grati ammiratori del suo magistero, è la consapevolezza di quanto poco ancora sia stato fatto in Italia per la circolazione dei suoi titoli.
Al di là dei suoi ultimi due lungometraggi (il già citato La città incantata e Il castello errante di Howl) i titoli di Miyazaki non hanno mai goduto dell’attenzione critica e della circolazione commerciale che avrebbero meritato.
Il castello di Cagliostro ebbe, forse, vita più facile, ma il suo sfruttamento commerciale passava sotto l’ombra dell’immenso successo della serie televisiva (per altro bellissima) e solo con molta fatica chi lo distribuì e, per riflesso, chi lo recensì si rese conto di quanta autonomia, questo titolo avesse rispetto alle puntate televisive con cui condivideva (quasi a mala pena, verrebbe di aggiungere) i personaggi. Chi scriveva al tempo, magari anche un po’ ottenebrato dal pregiudizio tutto italiano secondo il quale i film di animazione sono destinati al solo pubblico dell’infanzia, non poteva, comunque, rendersi conto di quanto seminale e denso di significati potesse essere un titolo come Cagliostro. Era troppo presto per rendersi conto di quanta poesia potesse nascondersi nell’ossessione per il volo (una delle cifre costanti di tutto il cinema di Miyazaki) espressa qui in un’unica, ma non certo accessoria, scena (quella della fuga in aereo di Lupin, Clarice e Zenigata con la sparatoria nella quale il primo rischia di perdere la vita). Allo stesso modo poco colpiva la precisione geometrica con cui erano disegnati ed animati i meccanismi dell’immensa torre dell’orologio prefigurazione potente della paura, mista a fascinazione, che il regista ha sempre provato nei confronti della tecnologia vista allo stesso tempo come possibile fonte di benessere, ma anche come universo della spersonalizzazione e della disumanizzazione degli individui. Anche la semplice struttura archetipica del racconto, con la bella innocente tenuta prigioniera dal losco affarista e falsario, forse il momento di maggior autonomia del film rispetto alla serie animata che centrava le singole puntate sulla descrizione fantasiosa dei vari furti, se da un lato seduceva il pubblico dei più piccini alla ricerca di un filo narrativo forte, dall’altro rischiava di deludere i fan televisivi affezionati al solo lato picaresco delle avventure del ladro gentiluomo. Era troppo presto per rendersi conto fino in fondo di quanto il matrimonio forzato tra i due personaggi rappresentasse, in chiave quasi mitica, il tentativo da parte del mondo tecnologico (rappresentato dal personaggio maschile) di violentare e possedere gli ultimi baluardi dell’innocenza di un mondo sempre più destinato alla scomparsa. Discorsi forti che avevano trovato la più compiuta espressione in un altro capolavoro televisivo (forse il più grande) Conan il ragazzo del futuro all’epoca ancora sconosciuto (e la continuità tra i due momenti è sottolineata dalla grande somiglianza tra i due “cattivi”). E il fatto che sul fondo del lago si celassero le rovine di un’antica città romana non poteva ancora essere letto come un invito, rivolto agli spettatore, affinché si cominciasse a far tesoro dei moniti di un passato sempre da interpretare e capire.
Cagliostro è, quindi, passato quasi inosservato e la sua uscita non ha segnato l’affermazione, per il pubblico italiano, di un vero e proprio astro fulgente. Eppure la lussuosa edizione speciale, corredata da un filologico ridoppiaggio delle voci, non sembra farci presagire un reale cambiamento di rotta distributivo.
L’uscita della nuova opera di Miyazaki (Gake no ue no Ponyo) è prevista per il 2008 e siamo sicuri che essa sarà salutata nel modo che più le conviene. Eppure i lati oscuri della produzione del regista giapponese restano, per noi italiani, ancora tali. Se La principessa Mononoke e Kiki godono, infatti, di una distribuzione in dvd, non lo stesso si può dire di altri titoli fondamentali che hanno avuto, si e no, un rapido passaggio in sala o televisivo.
Parliamo di gioielli come l’italiano (per ambientazione e colori) Porco rosso per cui l’acquirente deve rivolgersi ad edizioni d’importazione faticosamente sottotitolate. Oppure di Nausicaa forse il suo più inquietante ritratto futurista. O ancora di Laputa, la più mossa e libera delle sue fantasie aeree per cui IMDB, un sito in genere ricco di informazioni, non arriva a citare neanche il titolo italiano quasi che nel nostro paese questo capolavoro non sia mai stato visto. Oppure, infine, di Totoro, forse il capolavoro del regista, una favola intrisa di poesia psicanalitica che lo spettatore italiano deve andarsi a cercare sul mercato orientale nella sola versione originale con sottotitoli inglesi.
Solo quando saranno usciti anche questi titoli si potrà finalmente parlare di un miracolo italiano targato Miyazaki. Prima di allora anche l’uscita di splendidi cofanetti come questo possono servire solo a farci vergognare un poco di più della nostra ignoranza in fatto di animazione.

La qualità audio-video

Eccellente la cura filologica del riversamento. I colori della tavolozza di Miyazaki sono pienamente rispettati e il film vive di uno splendore tutto suo che sembra non voler mostrare segni di compressione.
Molto buono anche il suono. La traccia originale si rivela pulita e sempre molto ben spaziata, ma è splendida anche la traccia italiana registrata ex novo con l’impiego delle voci di quelli che sono diventati col tempo i doppiatori storici dei personaggi. Bisogna, infatti, ricordare che il primo doppiaggio del film, oltre alle discutibili libertà prese su molte battute (si disse, come apprendiamo dagli Extra, che le rovine che giacevano sul fondo del lago erano quelle di Roma e non, più sensatamente, di una città del periodo romano), si avvaleva di voci che oggi non possono non apparire “fuori parte”.

Extra

Il doppio disco è abbastanza sorprendente per la qualità dei contributi speciali messi in campo.
Il più bello è, probabilmente, il breve speciali sul doppiaggio: una meta obbligata per tutti i fans della serie animata e dei lungometraggi.
Al suo fianco troviamo, nel secondo disco, un ricco storyboard che farà la gioia degli appassionati anche se, siamo sicuri, i collezionisti preferirebbero stringere tra le mani gli amati disegni che scorrono, con impalpabilità digitale sotto i nostri occhi, ma non sotto le nostre dita.
Sul primo disco, insieme al film, trovano spazio, invece, interventi per lo più in forma scritta che si rivelano, comunque, tutti di un certo interesse.
Un’edizione, insomma, che non ci dispiacerebbe trovare sotto il nostro albero di Natale.


(Rupan sansei: Kariosutoro no shiro); Regia: Hayao Miyazaki; distribuzione dvd: Tims, Yamato Video, Dolmen, Mikado;
formato video: 1.78:1 16/9; audio: italiano (DTS, Dolby digital 5.1 e Dolby sorround 2.0) e Giapponese Dual mono; sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti.

Extra: Disco 1: 1) Trailer 2) Galleria fotografica 3) Biografia di Hayao Miyazaki 4) Identikit: La squadra 5) Notizie dal mondo di Cagliostro 6) Buon Compleanno Lupin III 7) Monkey Punch, il disegnatore che amava James Bond 8) Un capolavoro: Il Castello di Cagliostro
Disco 2: Storyboard completo del film (multi-angle) 2) Speciale "Ridoppiare un classico" 3) Sito Internet ufficiale italiano (traccia DVDrom)


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