Definita come un mix tra Manhattan e Sex & the City, la commedia di Bart Freundlich racconta le vicende d’amore e di sesso di due coppie di amici in una New York da cartolina.
Tom (David Duchovny) è sposato con Rebecca (Julianne Moore), attrice in carriera. Il loro problema pare essere il sesso, che è un chiodo fisso per Tom. Tobey (Billy Cudrup) ed Elaine (Maggie Gyllenhaal) invece non sono sposati. Lui è il fratello di Rebecca e il migliore amico di Tom. Ora Elaine pensa al matrimonio e ai figli, ma Tobey non si decide a fare il grande passo. Turba questa situazione l’arrivo di due donne, un’avvenente mamma single per Tom e una fiamma dal passato per Tobey, che mandano in crisi le due coppie.
Uomini & donne è incentrato sui rapporti tra le persone, e più specificatamente sulle relazioni tra i sessi. I personaggi che mette in scena, però, risultano schematici e poco approfonditi: ogni elemento del quartetto infatti (specialmente il binomio maschile) è caratterizzato da una sola specifica peculiarità, senza una valida struttura psicologica che ne giustifichi il comportamento. Così Tom-Duchovny diventa nient’altro che un sessuomane, e Tobey-Cudrup uno strano individuo che non riesce a legarsi perché in realtà – scopriamo poi – è bizzarramente ossessionato dalla morte.
I comportamenti sembrano non avere radici profonde, e i quattro protagonisti risultano così ritratti solo in maniera superficiale. Questa formula, che potrebbe essere efficace in una sit-com, sul grande schermo si rivela assolutamente inefficace. Sembra a tratti che la pellicola abbia problemi tempistici: assistiamo a segmenti narrativi che potrebbero rivelarsi anche interessanti (ad esempio il rapporto tra Tobey e il suo analista), se solo venissero sviluppati sufficientemente e non solo abbozzati e poi abbandonati per inseguire le ovvie vicissitudini delle due coppie.
L’assenza di profondità si rivela un peccato mortale per una commedia del genere, che punta sulla psicologia e sui personaggi più che sulla comicità delle situazioni. Il meccanismo così non funziona e non diverte: i dialoghi debolucci, dove poche battute funzionano, rendono il film simpatico ma niente di più. Inutile dire che quando si tenta una seria riflessione sulle crisi dei rapporti di coppia il film non riesce ad intavolare una vera analisi; quando poi vuole essere intenso riesce quasi ad irritare: come nel doppio lieto fine parallelo, tirato per i capelli, con festosa sanzione del pubblico del teatro che sorride e applaude al trionfo dell’amore. Ne risulta un film opaco che si salva per un pelo dallo scadere nel cattivo gusto o nell’imbarazzante, ma che ad ogni modo non riesce mai a graffiare. Scorre via, come un sottofondo, senza appassionare.

La qualità audio video

La qualità video è discreta e restituisce efficacemente i colori e le variegate qualità degli ambienti. Buono anche l’audio.

Extra

Oltre al trailer originale e a quello italiano, sono interessanti le due interviste contenute nel dvd: la prima alla Moore e la seconda al regista Bart Freundlich. Forse in quella della Moore viene dato anche troppo spazio a domande sul suo rapporto con Freundlich (i due sono marito e moglie) e su come si sia trovata ad essere diretta da lui. L’intervista a Freundlich, più lunga e sostanziosa, risulta invece più centrata sul film e su come è stato realizzato.