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Festa del Cinema di Roma 2007 - Conferenza stampa di Seta

Pubblicato il 3 dicembre 2007 da Andrea Esposito


Festa del Cinema di Roma 2007 - Conferenza stampa di Seta

Cosa vi ha convinto del romanzo di Baricco? Sono tanti anni che si cerca di trarre un film da Seta.

Domenico Procacci: Ho preso i diritti già poco dopo la pubblicazione del libro. Avevamo già lavorato sull’adattamento di Castelli di rabbia, con Alessandro, e quindi è stato abbastanza naturale per noi tornare a lavorare insieme, in un momento in cui ad Alessandro arrivavano così tante proposte per trarre un film da Seta. Poi il film ha avuto una gestazione molto lunga, ci sono voluti circa dieci anni, e come accade in genere quando i periodi si fanno così lunghi, ci siamo trovati a lavorare con partner e ipotesi diverse, dalla regia fino alla coproduzione. Alessandro, ad un certo punto, era anche piuttosto sfiduciato… Francois Girard (regista del film) aveva in realtà già espresso il suo desiderio di lavorare sul testo di Alessandro, e la cosa paradossale è che noi avevamo da subito pensato a lui, così come avevamo pensato dal primo momento a collaborare con la New Line. Ma in quel momento non era possibile…e così abbiamo dovuto aspettare molto tempo per poi ritrovarci sulla posizione che avevamo scelto dall’inizio. Francois conosceva Alessandro e il suo lavoro, avendo già portato Novecento a teatro. Niv Fichman era il produttore dei precedenti lavori di Francois, e così lavorare con lui è stato un passaggio naturale. Poi a rappresentare il Giappone ci ha pensato Sonoko Sakai.

Una domanda per Francois Girard: perché hai voluto dirigere Seta? Cosa ti ha colpito del romanzo?

Girard: Quando mi è stato sottoposto il libro, me ne sono innamorato prima di tutto da lettore, e da subito come cineasta ho intuito il suo potenziale cinematografico. Molti pensavano fosse difficile da portare sullo schermo. Ma io non sono assolutamente d’accordo. C’è un personaggio principale molto interessante, che va in un altro paese, c’è una grande storia d’amore…Mi ha colpito specialmente il grande equilibrio tra intimità e la qualità epica della storia.

Finito il film, c’è qualcosa che pensi avresti potuto togliere, o aggiungere?

Girard: Poco è stato tolto del materiale girato…Per quanto concerne le aggiunte, riguardano principalmente il personaggio di Helene, che nel libro compare un po’ tardi. Noi abbiamo tentato di aggiungere un po’ di struttura, un po’ di carne al personaggio. Per il resto mi sono tenuto molto fedele al libro.

Nel libro c’era una grande carica sessuale, che nel film un po’ si perde. Il libro forse era più carnale, viscerale . Nel film sembra che si punti più sulla fotografia e sull’atmosfera.

Girard: Apprezzo l’osservazione, ma non la condivido molto… Nel film ci sono scene cruciali che sono molto sensuali, come la scena del bagno, le sorgenti, o quando fanno l’amore…Io credo che la scrittura di Baricco non sia più sensuale che animale…diciamo che ho privilegiato la sensualità.

Come ha lavorato con Sakamoto? Ho saputo che le musiche sono state composte mentre il film veniva girato.

Girard: Abbiamo capito da subito che la musica non doveva essere descrittiva, non doveva sottolineare le atmosfere del film. Il film aveva bisogno di una voce che avesse in sé entrambe le culture, quella giapponese e quella europea. Sakamoto era chiaramente la scelta ideale. Gli ho chiesto di improvvisare direttamente sulla sceneggiatura. Ancora prima di vedere i giornalieri, lui mi ha mandato un’ora di musica. Ho scelto i pezzi e da lì abbiamo poi lavorato per trarne una partitura orchestrale, e così è stata composta la colonna sonora. E’ stato un rapporto molto stimolante.

Come è stato il rapporto con Baricco? E con i due attori?

Girard: Il rapporto con Baricco è stato interessante. Lui sa perfettamente quale, come autore, è il suo ruolo nel film. Inoltre aveva scritto anche una bozza di sceneggiatura. Lui ha seguito tutti gli stadi del film, e mi ha consigliato senza mai limitarmi. Riguardo agli attori, Pitt lo ammiravo da molto, l’avevo visto in Last Days e nel film di Bertolucci…Stimavo molto anche Keira. Io non credevo nemmeno che le interessasse, era così famosa, le offrivano il mondo su un piatto d’argento. Abbiamo invece scoperto che Keira amava molto il libro e aveva anche tentato di ottenere personalmente i diritti del libro. Per la ragazza giapponese abbiamo fatto tantissimo casting, e io non riuscivo a convincermi… Quando ho incontrato Sei Ashina, praticamente sconosciuta, la nuvola che avevo in testa si è diradata, era perfetta.

Una domanda per Domenico Procacci. Ci può esprimere un parere sulla crisi della cinematografia italiana?

Procacci: E’ principalmente un problema di natura politica ed economica… ma dopotutto è un problema ricorrente, con cui si fa i conti da almeno vent’anni.Se parliamo di numeri, però, non direi che sia una stagione così infelice. Diciamo che il precedente governo ha brillato, da parte sua, per lo scarso interesse per il Cinema in generale. Speriamo che le cose adesso comincino a cambiare. Bisogna comunque cominciare a considerare le cose da una prospettiva più ampia, e non soffermarsi sull’idea della crisi.


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