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Figli, Mariti, Amanti… Il Maschio Superfluo

Pubblicato il 21 aprile 2016 da Maria Vittoria Solomita


Figli, Mariti, Amanti… Il Maschio Superfluo

Roma, Teatro Sala Umberto. «In trent’anni di attività ho firmato la regia di circa trenta film e di una sola commedia. -precisa Ricky Tognazzi-. Ho sempre prediletto testi di drammaturgia contemporanea.» In questo caso, il prodotto è teatrale e la gestazione di coppia. «È una nostra creatura – sottolinea Simona Izzo – perché, oltre ad essere sul palco come interpreti, io ho scritto il testo e Ricky ne cura la regia.»
In breve, i due si completano. Viene da pensare ad una scena di Jerry Maguire: due sordi in un ascensore si comunicano la felicità per essersi trovati, l’uno a completamento dell’altro. Sono passati venti anni dal film di Cameron Crowe, ma quel messaggio (non a caso affidato alla lingua dei segni) resta universalmente attuale. La sfiga di (non) trovare il completamento è dietro l’angolo. Simona Izzo e Ricky Tognazzi ci scherzano su, interpretando Laura e Riccardo, così come a bordo proscenio e dietro le quinte. Sono coppia, non c’è nulla da fare. L’una scrive e legge all’altro, che ascolta e visualizza, per poi mettere in scena e insieme interpretano il magma di realtà e finzione che ne deriva. E si resta sospesi anche in platea, fra vita vissuta e proiettata-introiettata-rubata ad amici.

La storia si snoda in presa diretta, quasi un lungo piano sequenza; inizia di sera e prosegue fino a notte fonda, all’interno di un sofisticato loft che si trasforma da dimora accogliente in campo di battaglia. È quella rassicurante unità aristotelica che sviluppa tutto in un nucleo spaziotemporale circoscritto, tanto contenuto da generare claustrofobia. È quel male di vivere in due, così metropolitano da risultare dannatamente comune.
La coppia addestrata a battibeccare è consolidata, i due cinquantenni condividono vita e lavoro, perché Laura è una commediografa e Riccardo un regista produttore, spesso protagonista involontario delle opere della moglie (qualche rimando autobiografico monta le aspettative del pubblico? In fondo, come si sono conosciuti Rizzo e Tognazzi? Interpretando il film tv “Parole e baci”, scritto da lei e diretto insieme alla sorella. Stando al copione, i due dovevano baciarsi. Poi la realtà ha superato la fiction).
Nella vita reale – ce lo insegna il teatro - ci si abitua a tutto. Allora meglio un nemico di cui potersi fidare che un amore sconosciuto. Laura e Riccardo continuano a restarsi accanto, a battibeccare, piantonando l’appartamento del figlio, per evitare che il genero, fresco di separazione, possa prendere possesso dell’alcova. Cosa non si farebbe per i figli. Anche per averne; seguono battute su uteri in affitto, in leasing, maternità varie, paternità presepiale doppie, battute politically incorrect ma fresche. Ben accette.
Nel mezzo delle schermaglie domestiche, però, irrompe sulla scena l’amico storico di Riccardo, o acerrimo nemico, dato che gli ha presentato Laura (un certo relativismo dissemina l’ironia per tre quarti di copione, e il pubblico gradisce la semina larga). In un tempo sospeso, i singoli egocentrismi si alternano fino a chiusura di sipario: per l’amico attempato trentenne-dipendente è urgente ricongiungersi con la sua giovane compagna, fedifraga e fuggitiva; per lei è urgente sbarazzarsi dello spauracchio della ex-moglie di lui, la temuta madre di famiglia, sicuro porto d’attracco; per Laura è urgente finire la commedia; per Riccardo è urgente sgombrare il campo e dormire.

La commedia riesce. Nella prova d’ensemble reggono bene anche gli altri due attori, Kiara Tomaselli e Giuseppe Manfridi. Scena unica, stagnante, giustissima per far meditare meglio sulle faide pantofolaie, sui temi del disfacimento del rapporto di coppia, delle personalità fragili, del maschio superfluo del titolo (meglio non chiederne l’identità, perché la risposta potrebbe spiazzare), della mancata o insopportabile accettazione da parte di un amante che l’amato abbia un passato. Ebbene, senza quel passato non ci sarebbe un presente, quindi inutile accanircisi, meglio accettare stoicamente l’origine di tutto, anzi, ringraziare spiazzando tutti, in primis se stessi.


(Figli, Mariti, Amanti…Il Maschio Superfluo); Regia: Ricky Tognazzi; drammaturgia: Simona Izzo; costumi: Moris Verdiani; scene: Massimo Bellando Randone; musica: Bentmont; interpreti: Simona Izzo, Ricky Tognazzi, Giuseppe Manfridi e Kiara Tomaselli; Teatro Sala Umberto dal 12 al 30 aprile


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