Gli allievi del primo anno portano in scena: GE701KO

Gli allievi del primo anno dell’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico al festival CONTAMINAZIONI del Teatro Orologio hanno presentato lo spettacolo GE701KO, abbreviazione che sta per Genova, luglio 2001 Kick off. I ragazzi hanno voluto raccontare la tragedia moderna di Genova 2001, quando è stata organizzata la manifestazione in occasione del G8, occasione in cui è avvenuta la tragica morte di Carlo Giuliani. L’avvenimento ha purtroppo diviso il paese a metà, tra chi ha visto nella morte del giovane un’ingiustizia imperdonabile e chi invece, ha pensato che egli se la sia andata a cercare... Un evento del genere non avrebbe dovuto lasciare spazio a dubbi e discussioni, Carlo aveva ventitré anni ed è morto, colpito da uno sparo di un poliziotto a lui quasi coetaneo, l’unica cosa che avrebbe dovuto suscitare tutto ciò sarebbe dovuto essere dolore e rammarico. Gli allievi hanno narrato il dramma moderno attraverso la scena, tramutando il teatro in un “contenitore” per portare avanti il loro grido di stampo sociale, atto a ricordare il ragazzo che è stato ucciso da un colpo di pistola, a cui non è stata fatta giustizia come si sarebbe dovuto. Hanno così scelto il testo di Fausto Paravidino GENOVA 01, inframezzandolo con la tragedia dei Sette contro Tebe, per affrontare un dramma come tanti, che spesso macchiano il nostro paese; così è il teatro a fare da supporto alla memoria e alla coscienza, a scuotere i cittadini, se non ad avere un’opinione definita, perlomeno a riflettere su quanto avviene nel proprio territorio. Ciò che è venuto fuori dalla rappresentazione come il concetto fondamentale è che Carlo non era un barbone, nè un poco di buono, non era un eroe, e neanche il salvatore della patria, egli era semplicemente un ragazzo come tanti, ed è stato ucciso... Su cosa ci sarebbe da aver dubbi? Basterebbe avere un minimo di senso critico per capire che qualcosa non quadra nel pensiero che porta molti a credere che Carlo se la sia cercata, visto che ha perso la vita in una manifestazione, dove sventolavano bandiere della pace... Il senso del tragico è stato reso dall’unità di intenti, e suscitato dall’unione creatasi fra gli attori, nel loro urlo di rabbia nei confronti di un fatto drammatico, rimasto irrisolto. Questi hanno fatto un viaggio nel passato, trovando nella più antica tradizione teatrale, il codice adatto per trattare una tematica complessa come questa, infatti è la tragedia greca che ha fatto da supporto alla modernità tragica, senza però l’effetto catartico, perchè infatti non ci si è affatto riscattati e liberati da un dolore, ma si è usciti dalla sala con mille domande e un “perché” rimasto privo di risposta, sussurrato dagli attori, e impresso nei loro volti fino alla fine. Perché un ragazzo così giovane ha dovuto perdere la vita così ingiustamente? Perché non si è fatta ancora chiarezza sui fatti avvenuti nella scuola Armando Diaz? Perché il poliziotto che ha commesso il delitto si trova in libertà? tutte queste domande hanno fatto da filo conduttore tra la commedia moderna e quella antica, inserita nello spettacolo. Il dramma di Eschilo che da secoli mette in crisi il pensiero, vicenda dei due fratelli rivali per il potere, finita nel sangue, proprio come la manifestazione di Genova 2001. La tragedia antica, così come quella moderna, divide le coscienze. Ci si chiede ancora oggi se sarebbe stato giusto seppellire Polinice, così come ci si domanda se quel poliziotto che, spaventato dal giovane con “l’estintore in mano”, ha sparato per legittima difesa o per incapacità di svolgere il suo lavoro con coscienza. L’incontro tra le due vicende, tra il passato e il presente, tra il mito e la realtà, ha attratto il pubblico e ha stimolato la riflessione. La violenza è sempre esistita e ha sempre diviso gli uomini, ha originato scontri, ha fatto schierare da una parte o dall’altra i cittadini, e a questo ci si pensa sempre troppo poco... Il fatto che siano dei giovani attori a sentire il bisogno di affrontare una tematica del genere dovrebbe far riflettere ancora di più. Gli allievi hanno trasmesso, tramite una coralità non solo di voci, ma anche di anime, la volontà di non dimenticare un fatto del genere, che rischia di essere dimenticato come tanti altri eventi dolorosi del nostro Paese.
(GE701KO); Regia: Allievi del primo anno ANAD; testo: Fausto Paravidino e Sette contro Tebe di Eschilo; luci: Matteo Di Cataldo; interpreti: (Viola Carinci),(Davide Gagliardini), ( Giulia Grattarola), (Matilde Ortolano), ( Alice Pagotto), (Andrea Volpetti), (Elisa Volpetti); teatro e date spettacolo: Orologio ; info: Festival Contaminazioni;
