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Gli sfiorati (DVD)

Pubblicato il 7 novembre 2012 da Alessandro Izzi


Gli sfiorati (DVD)

È forte la tentazione di leggere Gli sfiorati come un film di corpi che si incontrano, si desiderano, si sfiorano. Significherebbe, però, scambiare il soggetto per l’oggetto del discorso: scelta che porta, fatalmente, troppo lontano.
Gli sfiorati è piuttosto un film di sguardi, di traiettorie, di orbite più o meno distanti cui può capitare, di tanto in tanto, magari una volta ogni milione di anni, un avvicinamento.
Matteo Rovere abbandona sin dall’inizio il piano di lavoro del regista e assume, sulle sue spalle, il peso tutto solitario del lavoro dell’astronomo.
Come un astronomo, infatti, l’autore di Gli sfiorati (che prende in parte le distanze dal romanzo di partenza con tutta una serie di fecondi tradimenti) ha la pazienza delle lunghe notti insonni. Come uno studioso del cielo, anche lui ha a che fare col movimento sinuoso, alle volte capriccioso, alle volte obbligato, di corpi celesti in solitario movimento.
La sua macchina da presa è come un telescopio puntato sulla solitudine degli astri. Cerca le capocchie di spillo delle stelle, ma lo fa perché si senta di più il buio freddo che, eterno ed infinito, le circonda sempre. E il suo personale percorso è quello del cartografo che segna gradualmente sulle mappe celesti i passaggi delle stelle comete e le loro traiettorie sempre uguali, ma così infinite da far sembrare anche l’ellissi un’eterna retta che è dolorosamente parallela a troppe altre. I percorsi astrali diventano così quadri astratti di ordinaria esistenza. Lontani dalla tragedia come della commedia, in un perenne adagio d’abitudine che viene rotto solo, a singhiozzo, dall’improvviso avvicinarsi di un altro corpo celeste in un momentaneo scambio di confusioni.
Leggere le cartine delle stelle, come fa il regista, è, in fondo, come leggere, nella scrittura delle persone, i paesaggi dell’animo come fanno i suoi protagonisti. La grafologia, scienza inesatta di interpretazione di segni e sogni, inattuale nel millennio che digita messaggi sui telefonini, è il punto di sutura tra narrato e narratore. Lo era anche nel libro, ma lo diventa, forse, ancor di più nel film. Se il libro si scriveva come l’interpretazione di una grafia sfiorata ed eccentrica, il film scivola piuttosto come una pena a sfera tra personaggi e luoghi in cerca, nel movimento, di parole oltre che di emozioni.
Così Matteo Rovere mette in scena più che personaggi i loro percorsi, più che corpi il loro reciproco guardarsi. Ne viene fuori il ritratto di una generazione che, persa la profondità della prosa classica, scivola sulla superficie di un mondo che perde la bussola di ogni valore. Un mondo di monadi impazzite e più o meno abituate alla comunicazione di postit del cuore che si attaccano sui frigoriferi per non dire del silenzio che, intanto, ci attanaglia.
La prosa del film è sinuosa, gelata in un movimento continuo tra una location e l’altra e tra un set e l’altro, incapace di trovare da qualsiasi parte la stasi di una casa. Locali e ristoranti affollano gli interstizi del narrare di luoghi di passaggio, di punti di raccordo, mentre da casa si fugge sempre (e così dalle famiglie disfunzionali, ma non incattivite). I palazzi sono prigioni che ti chiudono dentro o ti lasciano fuori. Luoghi inabitabili, spesso, o che devono ancora essere abitati e sono, quindi, neutri: niente più che una finestra con vista sul mondo.
Il sesso stesso è un’abitudine di scarsa comunicatività. Si fa senza pensarci troppo, più per sperimentare posizioni e corpi che non come strumenti per conoscere gli altri e, quindi, anche se stessi.
Gli sfiorati descrive una generazione che non ha più voglia di cercare. Ma lo fa senza assumere la posizione dei rimpianti per tempi migliori definitivamente andati o quella della nostalgia per un mondo come dovrebbe essere e, invece, non è. Senza indulgenza, ma anche senza simpatie immotivate, il film non assolve per la sola ed ottima ragione che nessuno, in fondo, è sotto processo. Il suo è uno sguardo onesto sul mondo così come lo si vedrebbe se si avesse un telescopio da puntare sulle anime. Sinuoso e carezzevole come un amante che sente ancora il bisogno di sedurre la propria compagna di lunga data e che unisce per questo consuetudine a sorpresa. Non perfetto, ma importante è diverso da tutto ciò che lo circonda.
Nel far questo imbecca due colpi di fortuna non indifferenti. Il primo si chiama Andrea Bosca, attore di sicuro talento che dona al suo Mete le giuste ritrosie e gli scatti inaspettati, gli sguardi e le frasi mezze dette. Il secondo si chiama Asia Argento qui nell’assoluto stato di grazia di una recitazione perennemente trasposta un tono sotto al registro di canto a rendere il suo personaggio memorabile. Strumenti perfetti entrambi, per una soffusa sonata per caos e attese.

La qualità audio-video

Il quadro si avvale di un perfetto 2.35:1 anamorfizzato alla bisogna. I colori, autunnali e rossi per gran parte della pellicola, respirano di sfumature abbastanza ben equilibrate. Scarsi i segni della compressione anche se, talvolta, si ha l’impressione che non tutti i neri raggiungano il giusto livello di profondità. Nel complesso un video piacevole e nitido.
L’audio è, invece, più scandalosamente povero. Una sola traccia 2.0 restituisce, certo, dialoghi e suoni, ma sembra scarsamente avvolgente ed incapace di spingere lo spettatore a quel delirio sensuale che il film prometteva di essere.

Extra

Making of e Scene tagliate sono, in fondo, relativamente poca roba. Li si guarda con piacere, ma dicono poco del film, della sua genesi e dei suoi perché. Intrigante l’intervista a Sandro Veronesi che non è lunghissima, ma scivola da libro a film svelando non poche curiosità importanti. Più denso il commento al film che è senz’altro il contributo speciale più intrigante e bello. Teaser e Trailer chiudono il pacchetto come da contratto.


(Gli sfiorati); Regia: Matteo Rovere; interpreti: Andrea Bosca, Miriam Giovanelli, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Aitana Sanchez Gijon, Asia Argento, Claudio Santamaria; distribuzione DVD: Fandango
formato video: 2.35:1 (anamorfico); audio: Italiano Dual Mono; sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese

Extra: 1) Making of 2) Scene tagliate 3) Intervista a Sandro Veronesi 4) Commento audio al film con Mattero Rovere e Andrea Bosca 5) Teaser trailer 6) Trailer


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