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Glossario soap F-K

Pubblicato il 28 giugno 2003 da Alessandro Izzi


Glossario soap F-K

F: Flash-back Funestano la cronologia piana delle narrazioni con lunghi momenti di rimembranza dal sapore quasi leopardiano. La lontananza degli eventi (spesso risalenti ad ottocento o mille punate prima) alona queste sequenze della magica atmosfera di un flou che fa tanto occhio appannato di lacrime (nonché afflitto da un certo astigmatismo di tipo ipermetropico). In certi casi un vago sentore di daltonismo trasforma i verdi in rossi e ribalta l’ordine delle dominanti cromatiche. Meno raro il ricorso ad un classico bianco e nero (a volte sostituito da un meno evocativo color seppia) per rendere la lontananza nel tempo di ciò che viene ricordato. Il flash-back è generalmente preceduto da un lungo primo piano del personaggio ricordante mentre costui si prodiga in un classico sguardo languido da pesce in un acquario. Quando i flash-back si susseguono a raffica nel corso di una sola puntata (generalmente queste puntate corrispondono al periodo di ferie degli sceneggiatori e alla morte o sparizione di uno dei personaggi) ha luogo il così detto fenomeno della puntata-ricordo. Meglio stare in ginocchio sui ceci!

G: gemelli,/sosia/cugini identici Straordinaria risorsa di casting che permette di reintrodurre sulla scena attori i cui personaggi erano precedentemente morti perché investiti da un treno in corsa o per qualche simile disastro. Più raro (e quando proprio si corre al risparmio), l’utilizzo del doppio diabolico che entra in scena per fare del male al povero personaggio cui somiglia terribilmente. Come ogni doppelganger, naturalmente, il sosia ha sempre carattere opposto al prototipo e, generalmente, esce di scena nello stesso modo in cui era entrato: in maniera assolutamente improbabile. All’opposto del sosia c’è l’attor nuovo, generalmente chiamato per sostituire un vecchio attore che ha trovato fortuna altrove e di cui sarebbe superfluo uccidere il personaggio in un incidente di pesca. In questi casi una voce fuori campo avverte lo spettatore della sostituzione, mentre gli altri sulla scena fingono di non accorgersi che il loro interlocutore è dieci anni più vecchio, ha cambiato colore degli occhi e perso quasi tutti i capelli nel giro di una notte.

H: Hollywood E’ il miraggio segreto, il sogno non troppo inconfessato di ogni attore di soap. Ciascun interprete, infatti, nel momento in cui firma il contratto con cui vende la sua anima (ma soprattutto il corpo) al serial, spera sempre che, un giorno non troppo lontano (ma meglio tardi che mai), un infaticabile talent scout su un carro dorato trainato dai leoni della Metro Goldwyn Mayer giunga a salvarlo dall’inferno delle riprese senza prova di un ennesimo episodio (2801) per assegnargli un ruolo da comprimario in un film accanto a Kevin Costner (un flop è meglio che niente!). Ma le catene di un contratto per una soap sono indistruttibili e l’attore non può far altro che guardare con invidia i colleghi che hanno trovato lavoro in un telefilm da dove, sembra, sia più facile il salto al cinema. Tra gli attori di saponette italiche, comunque, pare che la massima aspirazione sia prender parte piuttosto ad una puntata di Beautiful a Portofino.

I: Incidenti e catastrofi Le catastrofi naturali e gli incendi sono in genere tratti da materiale televisivo di repertorio (di qui la fotografia assolutamente diversa rispetto a quella dominante nella soap). I terremoti vengono restituiti con un rapido scuotimento della macchina da presa mentre una mano, fortunosamente non inquadrata, butta a terra varie suppellettili precedentemente predisposte su qualche scaffale. Gli incidenti automobilistici sono sempre restituiti con il primo piano della persona che, improvvisamente sgrana gli occhi per il terrore. Un fermo immagine sul volto terrorizzato dell’incidentato (con la luce dei fari che lo colpisce in pieno viso se è notte), un rumore di repertorio di stoviglie che cadono e un clacson che suona (stridio di gomme è spesso grasso che cola) completano il quadro.

J: jingle (elevato alla categoria estetica del soundtrack) Per le scene di follia non c’è niente di meglio di un carillon infantile che si mette a suonare nei momenti più impensati. Le scene d’amore devono essere accompagnate da archi sognanti persi in melodie chopiniane. Se, per queste scene, si preferisce il pianoforte è bene che la mano sinistra si limiti ad una serie ripetitiva di accordi (tonica-dominante-tonica senza ricorrere a tonalità diverse, vicine o lontane che siano) mentre la mano destra deve accennare una melodia struggente e priva di fantasia. Comunque preferibile la tastiera elettrica con la sua sonorità decisamente meno colta. Per le scene d’azione basta un buon ritmo incalzante mentre l’orchestra può limitarsi a fare zum zum. Tenere sempre da parte un pedale d’orchestra molto lungo da usare per chiudere tutte le sequenze, qualsiasi sia il loro contenuto emotivo.

K: Kab(b)ala and Karma Ogni autore di soap sia tenuto a frequentare dei corsi di cabala in modo da poter consultare ogni tipo di oracolo o entità per ricevere informazioni dall’alto sugli sviluppi dell’intreccio della storia in corso di narrazione. Che ogni mattina l’autore rivolga il capo verso est e, pronunciando le mitiche parole di auspicio, lanci in alto, verso il sole nascente, i dadi, le ossicine dei volatili (in mancanza di meglio si accetta anche il pollo) o quant’altro sia utile per l’interrogazione divinatoria. In base ai numeri sortiti dal lancio o alla posizione delle ossa o del piumaggio si decida (alea iacta est) della morte o della resurrezione di un personaggio dell’esito di una caduta per dodici rampe di scale o dell’ultima sparatoria di un folle fuggito dal manicomio e, (quando si dice il destino) infiltratosi proprio nella casa dei protagonisti della soap. Si seguano dei corsi di lettura di fondi di caffè e di briciole di tramezzini per definire il numero di primi piani (a puntata) da affidare ad ogni singolo personaggio. Si impari, infine, tutto ciò che c’è da sapere sulla legge del Karma, dell’azione e reazione, dell’accumulo di meriti e delle varie fasi di bardo per definire il destino di ciclico ritorno dei personaggi principali.

[giugno 2003]


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