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Glossario soap L-P

Pubblicato il 28 giugno 2003 da Alessandro Izzi


Glossario soap L-P

L: Luci Normalmente considerati elementi secondari per la riuscita della soap, i direttori della fotografia sono generalmente relegati alla funzione di meri tecnici delle luci che limitano la loro azione all’accensione e allo spegnimento delle lampade locate di fronte alla scena. Non potendo, infatti, decidere il taglio dell’inquadratura (normalmente di competenza del calcolo delle probabilità), né i profili degli attori (che rivolgono alla macchina da presa sempre e solo il lato migliore il che dà non pochi problemi in quei casi in cui a parlare in una stessa inquadratura siano due attori con massima fotogenia a sinistra), i tecnici delle luci hanno qualche momento di libertà creativa solo quando i copioni prevedono scene d’amore davanti a camini accesi (trionfo di candele in scena) e nelle scene di sogni e/o incubi (trionfo di flou e angoli d’illuminazione eccentrici).

M: Movimenti fermi (di macchina e nel quadro) La macchina da presa si limiti sempre a seguire il movimento dei personaggi. Qualsiasi movimento espressivo e poetico sia severamente bandito a meno che non sia, per qualche motivo, risaputo. Le liti tra vari personaggi siano sempre riprese dal basso per aumentare la drammaticità dell’azione (e per dare l’impressione che si stiano davvero scontrando e non solo sfiorando). Il dolly sia solo il nome di una pecora clonata (mentre il bolby sia considerato solo un refuso di dobby, l’elfetto domestico di Harry Potter). Se un regista chiede un carrello gli si dia quello della spesa con la raccomandazione di non esaurire la carta di credito. Al Montaggio sovrano teorizzato dai sovietici si sostituisca lo Zoom regnante (purchè sia in esilio come i Savoia).

N: Necrologi Nel mondo delle soap hanno la stessa evanescente persistenza della lettura di un oroscopo: si leggono e poi si dimenticano con la rapidità di un battito di ciglia. Se qualcuno che amate particolarmente muore... non temete! Tornerà come fosse stato sepolto nel Pet Sematary di Stephen King (magari dopo aver subito abbondanti plastiche facciali rese neccarie dal fatto che la morte era avvenuta in un fiume peruviano popolato di piranha e coccodrilli). Mentre scriviamo ci giunge notizia che i responsabili del Telegatto hanno intenzione di indire un premio nuovissimo per gli attori di soap: quello per il maggior numero di resurrezioni in un anno (a parità di numero, pare, vincerà quello che sarà riuscito a tornare dalla tomba dopo essere stato colpito da un colpo di proiettile al cuore mentre la casa in cui si trovava, divorata dalla fiamme di un grandioso incendio, crolla sul suo capo a seguito della caduta, nelle immediate vicinanze di un aereo dirottato all’uopo da terroristi curdi).

O: Oggetti di scena Sono sempre gli stessi. Il fenomeno è massimamente evidente nelle soap di produzione italiana come Centovetrine, Vivere o Un posto al sole dove per lunghe puntate circola di mano in mano un qualche oggetto. L’esigenza di taglio alle spese (per cui è meglio sfruttare all’inverosimile un elemento comprato per specifiche esigenze sceniche) implica anche taluni aggiustamenti in sede di sceneggiatura con una serie di trucchi tra cui il moltiplicarsi parossistico di feste di compleanni, cerimonie di fidanzamento e occasioni da festeggiare con qualche brindisi per fare in modo che gli attori abbiano bell’agio di stappare sempre e solo la stessa bottiglia di spumante scadente (si... quello con il tappo di plastica che all’ultima stappatura non ha più neanche la forza di fare pfffff).

P: Professionalità Negare professionalità agli artisti delle soap sarebbe vile anche in un contesto ironico-satirico come questo. Dove sareste, in fondo, capaci di trovare degli attori capaci di mandare a mente migliaia di battute al mese (pur se derivate dalle molte combinazioni di un numero assai esiguo di termini)? E soprattutto dove trovare degli sceneggiatori capaci di non perdersi nei meandri di genealogie che farebbero invidia ad un nibelungico Wagner? Ma un plauso tutto speciale va ai registi: una categoria in genere negletta (dove diavolo sono i loro nomi? Nelle sequenze titoli non pare compaiano tanto spesso) che ha avuto, però la forza di dare nuovo significato alla pratica altrimenti ipercomplessa di far succedere ad un campo il controcampo corrispondente (mantendosi oltretutto quasi sempre in asse).

[giugno 2003]


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