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Glossario TV: U-Z

Pubblicato il 18 giugno 2004 da Alessandro Izzi


Glossario TV: U-Z

U: Ultima (La sai?) (Antropol.) Graffiti sulle grotte, dipinti tribali ed altre testimonianze preistoriche dimostrano senza alcun ragionevole dubbio che l’uomo ha sempre concentrato la sua vita comunitaria intorno al rito cerniera della barzelletta. Prima ancora di scoprire che, scagliando un osso in cielo questo si trasformava in astronave, l’uomo ha raccontato barzellette sui carabinieri. Prima della scoperta del fuoco circolavano già le gaffes di Totti. La ruota, infine, è stata sicuramente un’invenzione di Pierino. Nessuno tocchi il valore sacro della risata catartica, nessuno neghi il valore di destabilizzazione anche politica del riso (dagli zanni a Dario Fo), ma nessuno dimentichi che esistono molti livelli nel comico. Possibile che Pippo Franco, il Bagaglino e tutti i conduttori dei programmi/barzelletta si siano fermati tutti all’inizio della scalinata (allo stesso livello dei bambini dai tre ai tre anni e mezzo) dove tutta la risata deriva dal pronunciare le parole “cacca” e “pipì”? E dire che fanno pure l’imitazione dei politici e che toccano argomenti controversi ed oggetto di aspri dibattiti. Ma, nel loro gioco tutto si risolve nel sollazzo di un bambino che imita ciò che non capisce e ne ride perché non sa che altro può farsene di quell’imitazione (e, per questo, diventa un’arma nelle mani dei politici). Il meccanismo ludico, poi, è sempre lo stesso: ripetizione ad libitum delle cose appena apprese. Con la differenza che, mentre per il bambino la ripetizione serve ad entrare più a fondo nell’essenza del mondo che lo circonda, per i signori della televisione serve solo a tenersi fuori dai problemi nella convinzione che, ridendone essi cessino di esistere. La chiamano La sia l’ultima?, ma il titolo più adatto dovrebbe essere semmai La sai la prima (elementare)?

V: Vespa (Bruno) (Lett.) Dante Alighieri, che già ebbe l’ardire di gettare nell’Inferno l’ancor vivo Bonifacio VIII, pare avesse in mente, prefigurando con secoli d’anticipo l’avvento della televisione, un altro cerchio per il suo Malebolge in cui aveva già gettato un nutrito stuolo di conduttori di talk show. Tale cerchio, a sua volta distinto in varie sottosezioni, avrebbe dovuto collocarsi a metà tra gli ipocriti e gli indovini e prevedeva una punizione assai dolorosa che per certi aspetti anticipava Cronenberg: i dannati dovevano stare con il capo confitto al suolo mentre il loro ventre era trasformato in un apparecchio televisivo perennemente sintonizzato sul concerto di Capodanno. Dobbiamo queste nuove sorprendenti scoperte al recente ritrovamento di alcuni scartafacci di sicura opera dantesca ed è forse alla lettura di queste pagine che si deve la controversa decisione della Rai di non trasmettere, quest’anno, il concerto di Capodanno. I pochi versi superstiti narrano, tra le altre cose, anche di un visionario incontro con un conduttore che, alla descrizione appare proprio essere Bruno Vespa. Versioni differenti dell’incontro, però, dimostrano i dubbi danteschi sulla precisa collocazione del conduttore nel cerchio e ciò per la complessità dell’evento peccaminoso cui fa riferimento il poeta. In una puntata di Porta a porta sull’anniversario dell’11 settembre pare che il Vespa sia riuscito, in un sol colpo a: 1) ridicolizzare il contraddittorio rappresentato da un’attrice afghana che si sforzava di dire che, per l’uomo (e soprattutto la donna) comune, l’arrivo degli americani non aveva cambiato molto: poveri ed ignoranti erano prima e poveri ed ignoranti erano rimasti (che fine avevano fatto le scuole promesse per combattere con la cultura il terrorismo?) 2) ad utilizzare, con mendace falsa testimonianza, un brandello di un corto di Sean Penn (assolutamente decontestualizzato e, per questo, fraintendibile) come dimostrazione della presunta antiamericanicità del regista 3) a lasciare intendere che, come la parte vale per il tutto, così l’antiamericanismo di Penn valeva per tutti ed 11 i corti del film collettivo. Dante era quindi incerto. Dove porre Vespa: tra gli ipocriti televisivi? Tra i bugiardi televisivi? Tra gli asserviti televisivi? O semplicemente tra gli ignoranti televisivi? L’unica cosa ferma tra le varie versioni era l’originalità della punizione: condannato per l’eternità a strofinarsi le mani mentre un nugolo di vespe (vere) si accanisce sui suoi numerosi nei.

W: Wrestling (sport) Genere di competizione che in tutto e per tutto riprende l’idea sulla quale andrebbe costruita ogni trasmissione televisiva che desidera sul serio la compiacenza del proprio pubblico: azioni estreme, assalti poderosi, bordate violente l’impressione che tutti si stiano facendo un gran male seguita dalla catartica scoperta che nessuno faceva sul serio davvero.

X & Y: x e y (matem.) Unificate in un unico lemma esclusivamente per motivi editoriali di impaginazione le x e le y in quanto termini matematici hanno goduto di una relativa popolarità mediatica agli albori della televisione quando le reti televisive (ai tempi “La” rete televisiva) si sforzava ancora di avere una qualche valenza didattica (ed un qualche uso) per lo spettatore a casa. Ospitate in programmi che cercavano di insegnare la matematica al pubblico a casa, le due simpatiche lettere che si vorrebbe spacciare di origini americane (in realtà le loro origini sono greche, mentre lo zero ci viene dritto dritto dagli odiati arabi) ebbero, ai loro tempi, più comparsate di Tina e Costantino messi insieme. Più recentemente le due lettere sono state relegate a programmi di primissima mattina (due o tre ore prima dell’alba, quando neanche i vampiri...) e sembra che saranno presto esiliate da ogni tipo di palinsesto. Di qui: (zool.) sono state recentemente inserite nel novero delle specie a rischio di estinzione dall’habitat televisivo le seguenti categorie: trasmissioni didattiche, trasmissioni culturali, film sperimentali, film in versione integrale (vera e non quelle sottospecie di film tagliati di scene madri per non offendere il comune senso del pudore), partite di tennis, partite di golf. Qualcuno sospetta che tali simpatiche bestiole potrebbero trovare riparo in quegli zoo che sono le reti satellitari. In tal caso non sarebbe sbagliato affermare che esse siano andate a preparare il campo a Rete 4!

Z: Zapping (medic.) Rimedio disperato all’assoluta mancanza di fantasia dei palinsesti televisivi lo zapping è anche, insieme con la digitazione di futili sms sui telefonini GSM, il punto terminale dello sfruttamento delle possibilità d’impiego del pollice opponibile. Ironico vedere come l’elemento che ha segnato il salto evoluzionistico dalla scimmia all’uomo sia anche quello che riporterà l’uomo allo stato di semibradismo analfabeta. Ad ogni modo riteniamo qui del tutto superfluo far notare che lo zapping ha più che altro la dimensione di un vero e proprio effetto placebo. Possibile, infatti, che ci sia qualcuno al mondo che crede ancora che basti cambiare canale per sfuggire all’obbrobrio un’interruzione pubblicitaria? Eppure basterebbe l’empirismo a dimostrare che quando si fa uso della propria facoltà di decidere quale canale vedere (e, quindi, quale non vedere) l’unico risultato è quello di passare da un nugolo di spot ad un altro. E se si ha la fortuna di non beccare spot il massimo che si può sperare di ottenere è un reality show (uguale a tutti gli altri) oppure un telefilm in quindicesima replica, oppure ancora lo scempio perpetrato su un film vietato ai minori di 14 anni per renderlo adeguato al passaggio in prima serata (che, come arbitrio, non cambia mai quale che sia il film sottoposto alle forbici). Resta il libero arbitrio di spegnere la TV, è vero, e di andare in un parco naturalistico coperto di sterpaglie a respirare un po’ di fresco smog mentre le persone vicino a noi discutono dell’acconciatura di Michelle Hunziker o dell’ultimo scandalo perpetrato da Brooke in Beautiful.

[giugno 2004]


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