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I premi alla Berlinale

Pubblicato il 17 febbraio 2019 da Matteo Galli


I premi alla Berlinale

Introdotta da un commovente omaggio a Bruno Ganz, la cerimonia di premiazione della Berlinale numero 69 ha riservato poche sorprese, la gran parte delle scelte è parsa condivisibile, mica come l’anno scorso. L’Orso d’Oro a Synonymes, il film di Navad Lapid, avanti a tutti, lo avevamo auspicato. Consegnato quello, il secondo premio in ordine d’importanza, quello della Giuria, era giusto che andasse a Grâce à Dieu di François Ozon, che ha dedicato il film a tutti i ragazzi molestati e, senza ironia, per il premio e tutto il resto ha ringraziato Dio. Il terzo premio, quello alla regia, lo ha preso Angela Schanelec: non c’è dubbio che Ich war zuhause, aber sia girato in modo rigoroso, nella recensione si era parlato di “estetica dell’inquadratura”. Bene anche la sceneggiatura per La paranza dei bambini a Saviano, Giovannesi e Braucci, ciò che ha permesso, soprattutto a Saviano ma anche a Giovannesi di ringraziare con frasi molto ferme e politicamente molto forti. Saviano: “Dedico questo premio alle organizzazioni non governative che salvano vite nel Medterraneo e dedico questo premio ai maestri di strada che salvano vite a Napoli” Giovannesi: “Vogliamo dedicare questo premio al nostro paese, all’Italia, con la speranza che l’arte, la cultura, e la formazione tornino a essere una priorità”. Forse è criticabile che entrambi i premi agli attori siano andati a So Long, My Son, al film cinese, per l’interprete maschile ci eravamo spesi fin dall’inizio, per quello femminile si poteva pescare altrove, forse nel film macedone God Exists and Her Name is Petrunya che se ne è così andato da Berlino a mani vuote, anche se poi ha preso altri due premi da giurie indipendenti: quello della Giuria Ecumenica e quello degli esercenti dei cinema tedeschi. L’Orso d’Argento titolato ad Alfred Bauer per le nuove prospettive è stato assegnato al film tedesco Systemsprenger. Il premio per il miglior contributo tecnico è andato a Rasmus Videbæk, direttore della fotografia di Out Stealing Horses, il film di Molland, un premio anche in questo caso alla fine molto sensato. Fra i molti altri premi conferiti da giurie indipendenti. Anche la Fipresci ha segnalato fra i film in concorso Synonymes, mentre come film della sezione Panorama ha premiato Dafne di Federico Bondi e nella sezione Forum l’esilarante Die Kinder der Toten di Kelly Copper e Pavol Liska, liberamente tratto dall’importante romanzo di Elfriede Jelinek. Il premio del pubblico della sezione “Panorama” per quanto riguarda i film di fiction, è andato a 37 Seconds, il film giapponese, seguito dal film serbo Šavovi, e da Bouyancy, tutti film di cui abbiamo parlato; per quanto invece riguarda i film documentari il premio è andato a Talking About Trees, un film sudanese su un gruppo di cinefili, formatisi in esilio, che cercano con alterne fortune di rivitalizzare una sala cinematografica all’aperto, specchio delle contraddizioni politiche e culturali di quel paese, un film che, quando lo abbiamo visto, non ci ha entusiasmato, ma quest’anno la differenza di qualità fra la sezione dedicata ai film di fiction e i documentari è stata molto vistosa, prova ne sia che in questa speciale classifica il terzo posto è andato a Shooting the Mafia, il documentario dedicato a Letizia Battaglia. Di seguito il link a tutti i premi assegnati. https://www.berlinale.de/media/pdf_...


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