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IL MANIFESTO DI RING



IL MANIFESTO DI RING

RING è un movimento di registe e registi italiani nato spontaneamente all’inizio del 2004 dalla comune esigenza di creare un terreno d’incontro e di progettazione teso alla realizzazione di progetti cinematografici e alla promozione di iniziative sul cinema.

RING non prevede cariche interne, né forme di iscrizione, di delega o di rappresentanza: ciascuno dei partecipanti coopera attivamente e in prima persona a una struttura aperta, che funziona da volano per le singole iniziative, individuali o collettive, ognuna affidata a uno o più responsabili.

Noi partecipanti al RING siamo convinti che il cinema italiano offra oggi un panorama tra i più interessanti e vivaci in ambito europeo, come testimonia la costante e qualificata presenza dei nostri film nei festival più importanti del mondo, con frequenti premi e riconoscimenti.

Siamo consapevoli che la nuova generazione di registi, ma anche di attori, di scrittori, di tecnici e produttori, agisca in un momento di grande debolezza della industria cinematografica nazionale, sia sul piano produttivo che distributivo, il che impedisce all’intero settore una reale prospettiva di sviluppo.

E’ a partire da questa contraddizione che abbiamo formato RING, spinti dalla nostra esigenza di tornare a parlare del cinema, dei suoi problemi concreti, ma anche della sua utopia, nel tentativo di uscire dall’innaturale forma di isolamento in cui si sviluppa il percorso professionale ed artistico dei cineasti in Italia, oltre che per far sentire collettivamente la nostra voce sulle recenti trasformazioni legislative che hanno aggravato le già notevoli difficoltà in cui versa il cinema italiano.

E’ per questo che rivendichiamo con forza la necessità di essere coinvolti in prima persona, ma anche collettivamente, nello sviluppo delle potenzialità del nostro cinema, e di proteggere con l’azione diretta la libertà espressiva nel sostegno alla massima diversificazione dell’offerta culturale, in un momento in cui la cultura in Italia sembra essere ridotta a un optional dell’intrattenimento, o a un fastidioso reperto archeologico.

Riteniamo poi che la pseudo-antinomia critica tra “cinema d’autore” e “cinema commerciale”, da tempo superata nel resto del mondo, sia innaturalmente tenuta in vita in Italia da un sistema produttivo segnato da un lato da un’idea distorta di finanziamento pubblico, e dall’altro da un approccio puramente mercantilistico al cinema. Situazione che rende difficile a tutti gli operatori del settore individuare di volta in volta un pubblico come interlocutore attivo e partecipe, con il quale instaurare un rapporto sano e non puramente strumentale.

Infine, rivendichiamo la necessità di tornare a raccontare il nostro paese, fotografandolo, impietosamente se necessario, ma anche immaginandolo e sognandolo, tenendo presente la necessità di pensarlo in un contesto globale.

Tra le prime iniziative pubbliche di RING vi sarà una serie di incontri presso la Casa del Cinema di Roma, dove raccontando i temi e le modalità dei nostri diversi approcci al lavoro registico, e mettendo “a nudo” poetiche, idee ed aspirazioni di ciascuno, cercheremo di analizzare il difficile e contorto iter creativo e produttivo che porta oggi (talvolta) alla nascita di un film. Questi incontrisaranno filmati, e costituiranno il primo tassello di un film collettivo sulla situazione del cinema italiano che, in analogia con l’idea di un libro bianco, pensiamo di intitolare “Film Bianco”.


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