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Il Seggio Vacante

Pubblicato il 18 marzo 2013 da Sabrina Mascellari


Il Seggio Vacante

Quando si parla di J.K. Rowling si parla di Harry Potter. E’ un binomio spontaneo, dovuto, imprescindibile che evoca un mondo incantato popolato da maghi e babbani, streghe e creature fantastiche. Si parla quindi del caso letterario ed editoriale più eclatante degli ultimi decenni: sette romanzi dalle vendite titaniche tradotti in otto film di successo planetario che hanno tenuto con il fiato sospeso il pubblico (giovane e meno giovane) appassionato della saga dell’occhialuto mago inglese, conclusasi in libreria nel 2007 e al cinema nel 2011. Lo scorso anno, però, la deliziosa scrittrice britannica - nel frattempo divenuta una delle signore più ricche di Inghilterra, insignita di titoli onorifici della Corona e non solo, nonché un’operosa filantropa - ha pubblicato il suo primo romanzo per adulti, Il Seggio Vacante, spiazzando pubblico, critica e ambienti editoriali per i contenuti nuovi rispetto a quelli “fantastici” che le hanno dato tanta gloria. In realtà la notizia che l’autrice di Harry Potter stava scrivendo un romanzo completamente diverso già circolava da tempo, anche se non si conosceva il genere narrativo cui sarebbe appartenuto. In effetti non è molto agevole inquadrare in una precisa categoria letteraria Il Seggio Vacante, racconto a metà tra la tragicommedia e il romanzo psicologico o di costume intesi in senso lato. Ma, al di là dell’opportunità o meno di cedere alla non sempre utile tentazione di etichettare qualsiasi opera narrativa, quel che è certo è che si tratta di un testo da leggere astraendosi dalle precedenti opere dell’autrice e dimenticando l’universo magico che ha stregato per anni l’affezionato pubblico delle avventure di Harry Potter.

J.K. Rowling volta decisamente pagina, si lascia alle spalle Hogwarts, incantesimi e bacchette magiche per spostarsi a Pagford, un’immaginaria e incantevole cittadina dell’area sud-occidentale dell’Inghilterra, abitata da famiglie benestanti e confinante con il complesso edilizio fatiscente dei Fields in cui risiede il ceto basso popolare e dove aleggiano degrado e povertà. Fiore all’occhiello del pittoresco villaggio di provincia è il Consiglio locale in cui i vari componenti da anni si dividono tra quelli che vorrebbero restituire i Fields alla vicina e moderna cittadina di Yarvil, in modo da allontanare anche gli sgradevoli abitanti, e quelli che invece si battono per integrare le due realtà. La morte improvvisa del consigliere Barry Fairbrother, tenace sostenitore dei Fields, scatena una guerra tra gli abitanti di Pagford per accaparrarsi il seggio vacante in seno all’amministrazione locale. Il tragico evento, sconvolgendo un’apparente tranquillità, ha l’effetto devastante di portare alla luce segreti, ipocrisie, rancori e conflitti degli abitanti che popolano sia Pagford che i Fields e che verranno travolti da esiti catartici, per alcuni, e drammatici, per altri.

Intorno ai rapporti tra i numerosi personaggi, tra i quali non vi è alcun protagonista, ruotano le oltre cinquecento pagine del romanzo costruito dall’autrice coniugando abilmente la tecnica dell’entrelacement con quella dell’alternanza dei filoni narrativi e del “punto di vista”. Tecniche di narrazione collaudate e sempre efficaci nel risvegliare la curiosità del lettore e che, tuttavia, non impediscono il decollo un po’ lento della storia, della prima parte del romanzo in cui la scrittrice imposta l’intreccio tratteggiando i protagonisti e descrivendo le relazioni tra loro. Il racconto comincia a volare più alto solo intorno alla metà del libro, quando si diffondono i messaggi diffamatori sul sito internet del Consiglio locale e si scatenano i feroci conflitti tra genitori e figli delle famiglie che popolano Pagford, veri punti di snodo di tutto il romanzo che, nonostante la scorrevolezza del testo, sembra ad un certo punto inchiodarsi in passaggi ripetitivi, per risollevarsi solo quando si avvia verso la conclusione. Sulla notevole lunghezza del libro spira continuamente la sensazione che debba succedere qualcosa di clamoroso e inaspettato nella storia che lascia il lettore in uno stato di sospensione, punto di forza di un romanzo corale in cui spiccano l’accurata descrizione psicologica di tutti i personaggi, in particolare degli adolescenti, al cui mondo la Rowling sembra avere una chiave di accesso privilegiata, e la scelta di registri linguistici diversi, a volte anche poco edulcorati, a seconda della situazione narrata e dei personaggi rappresentati.

Il Seggio Vacante è un romanzo che presenta una chiave di lettura sociale in quanto dipinge in modo graffiante e ironico una provincia (e una comunità) affetta da classismo, ambiziosaggine e bovarismo, seppur con qualche spiraglio di guarigione, e una guerra generazionale tra genitori e figli che rappresenta il volano e la parte sicuramente più riuscita di tutta la storia. L’uscita di questo romanzo ha creato curiosità e tante aspettative, più o meno disattese, come quando nel mondo musicale un front man di un gruppo di successo decide di intraprendere la strada da solista; inoltre, come si apprende dal sito ufficiale di J.K. Rowling, la BBC One ha annunciato di avere acquisito i diritti per trasformare il bestseller in una serie TV nel cui progetto creativo sarà coinvolta la scrittrice. In conclusione, Il Seggio Vacante è un romanzo che sicuramente brilla di luce riflessa della Rowling, senza la cui firma avrebbe forse avuto meno risonanza, comunque apprezzabile come occasione per l’autrice di inaugurare una sua nuova stagione letteraria e rilanciare la carriera con diverse prospettive, senza giacere sui comodi allori di un successo “magico”, sicuro e consolidato.


Autore: J.K. Rowling
Titolo: Il Seggio Vacante
Titolo originale: The Casual Vacancy
Traduzione: Silvia Piraccini
Editore: Salani Editore
Dati: 560 pp, cartonato con sovracoperta
Anno: 2012
Prezzo: 22,00 € (versione e-book a 15,99 €)
Isbn: 9788867150960
Webinfo: Scheda libro sul sito Salani Editore


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