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Il silenzio di Pelešjan

Pubblicato il 7 settembre 2011 da Salvatore Salviano Miceli


Il silenzio di Pelešjan

Artavazd Pelešjan è un regista armeno. Sconosciuto al grande pubblico, (ed anche alla critica sino alla scoperta a metà degli anni ottanta di Serge Daney) teorizza una nuova idea di montaggio (montaggio a distanza) basato, nell’ottica di una costruzione emotiva, non tanto sulla contiguità dei piani ma sul loro distanziamento.

Pietro Marcello ormai è più di un giovane autore di talento. I suoi due primi lungometraggi, Il passaggio della linea e La bocca del lupo, hanno colpito tanto per la maturità che per la delicatezza con cui Marcello riesce a confrontarsi con tematiche differenti. Lo stile è già riconoscibile. In questo suo Il silenzio di Pelešjan si avvertono il rispetto e la devozione, non acritica ma consapevole e curiosa, provati per un autore difficile, nelle scelte etiche ed in quelle filmiche, il cui cinema sfugge la narrazione didascalica. Ed è questa caratteristica che si ritrova anche nelle opere del giovane regista casertano. Il documentario (usiamo il termine con una qualche insicurezza) non vuole essere una biografia, non ha i canoni della celebrazione e ancora meno quelli dell’operazione didattica. È un moto che oscilla trovando ora mezzi per avvicinarsi ora motivi per allontanarsi.

Ci sono gli incontri, muti, con Pelešjan, la voce fuori campo di Marcello, sorta di Virgilio in pellicola, materiali inediti dell’archivio dell’autore. Ci sono sequenze di un cinema passato che si incontrano con un racconto dell’oggi. Ma c’è anche tanto di non detto. Il vero segreto del film di Marcello sta proprio in quel "silenzio". Un silenzio a volte frustrante e magari non del tutto comprensibile, ma urlato e profondo. Proprio come nel cinema di Pelešjan, e questo è il merito principale, ciò che è da ricercare non è l’immediato visibile ma quello che è nascosto immediatamente alle spalle. E questo non è raccontabile e, certo, non richiede una vivisezione critica.


CAST & CREDITS

(Il silenzio di Pelešjan) Regia: Pietro Marcello; montaggio: Sara Fgaier; fotografia: Sean Bobbit; musiche: Marco Messina, Sacha Ricci; produzione: Zivago Meia, Kinesis Film, Avventurosa Film, Rai Cinema, Vgik; origine: Italia; durata: 52’.


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