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In parte la musica è da camera

Pubblicato il 27 ottobre 2010 da Emiliano Paladini


In parte la musica è da camera

L’orchestra Verdi, accanto al tradizionale cartellone di concerti di musica classica (Stagione di Musica Sinfonica), propone una serie di iniziative parallele che si concretizzano in programmi di concerti speciali. E’ questo il caso del programma di musica da camera, studiato in collaborazione con Universal Music Italia - Classic and Jazz Division (Stagione da Camera).

La musica da camera nasce, come è molto facile intuire, come momento di intrattenimento privato e intimo creato dai musicisti per pochi strumenti in grado di essere eseguito nelle stanze private (camere) dei signori che li commissionavano. Col tempo, arrivati all’ottocento e al novecento, il termine musica da camera ha assunto la valenza di piccoli concerti, brevi il più delle volte, per strumenti solisti o piccole orchestre dalle partiture molto intimistiche, audacemente romantiche, molte volte facili all’ascolto e di solo intrattenimento (nei saloni agghindati per le feste) o, è il caso del novecento, sfacciatamente sperimentali. E in questo caso il brano da camera molte volte è uno studio, un preludio, una bozza finta e corretta di un progetto futuro più grande, o qualcosa che il musicista coglie nel fugace attimo dell’ispirazione e completata brevemente in cameos. E’ con le brevi sonate di fatto che l’artista corregge lo stile, ne crea di nuovi e sperimenta cose che proposte al grande pubblico non troverebbero i dovuti consensi.

Di fatto sull’evoluzione della musica da camera si comincia a intingere il pennino per la musica contemporanea, soprattutto per quello che sarà il pop, che dell’ascolto intimo, da camera, in camera, ha bisogno come le creature dell’acqua per vivere. E sarà poi la solita roba da dire, ma è un fatto altrettanto evidente che Chamber Music sia una raccolta di poemetti di Joyce (1907), e che da Joyce i padri dello sperimentale pop contemporaneo europeo (i Pink Floyd) abbiano tratto le mosse, compresa l’esecuzione musicale da solista di Syd Barrett di uno di quei testi (Golden Hair; ma di lì sono passati anche i Sonic Youth nella persona di Steve Shelley, batterista, e Jim O’Rourke, collaboratore saltuario nei progetti di SYR, la Fire Records, storica etichetta degli Spacemen3, con una doppia uscita del 2008 contenente la riduzione musicale integrale della raccolta poesie, e Tightpaulsandra approdato poi negli Spiritualized di Jason Spacemen, ex-Spacemen3).

A Milano, allora, l’Orchestra Verdi in collaborazione con Universal Music Italia - Classic and Jazz Division propone un programma di musica da camera ripartito in otto eventi-concerto. Il cartellone si è aperto sabato 9 Ottobre con la Suite Francese n.5 in Sol maggiore BWV 816 e le Variazioni Goldberg BWV 988 (entrambe di Johann Sebastian Bach). Protagonista il pianista iraniano Ramin Bahrami, uno dei più importanti interpreti del repertorio di Bach tra i musicisti emergenti (Bahrami è del 1976), per un ora e mezza di musica al fulmicotone, che solo vedendola ci si rende davvero conto che se la musica ha un’evoluzione e una storia, la paranoia della velocità e della ricorsività delle cascate di note di un assolo di chitarra all’interno di un qualunque brano di un gruppo come può esserlo quello degli Slayer, ha la sua ragione d’essere saldamente ancorata al tipo di esercizio esibizionistico da sballo della tecnica musicale sciorinata con dovizia di particolari dalle sonate di Bach.

Il secondo appuntamento, 6 Novembre 2010, è più meditato nel cercare di collocare anche storicamente la musica da camera e la sua evoluzione in parallelo con l’evoluzione degli stili e delle tecniche musicali. La serata si apre di fatto con le Sonate K 380, K 466, K 454, K 460 di Domenico Scarlatti; prosegue con due brani di Fryderyk Chopin (Barcarole in Fa diesis maggiore op. 60, e Ballata n. 1 in sol minore op. 23) e si chiude coi 12 studi di esecuzione trascendentale di Franz Liszt. Cambia anche il pianista: Maurizio Baglini.

Gianluca Cascioli è l’interprete della terza serata del 4 Dicembre, con musiche di Beethoven in apertura e chiusura (Sonata n.14 op.27 n.2, e Sonata n.30 op.109), uno dei celebri notturni di Chopin (op.15 n.2), i Notturni 1 e 4 di Alberto Colla e una composizione originale dello stesso Cascioli (Sonata). E per il quarto appuntamento si deve aspettare l’anno nuovo. L’8 Gennaio 2011 si parte coi Tre pezzi per due pianoforti di György Digesti, En blanc et noir di Claude Debusy, e la trascrizione per due pianoforti a quattro mani della Sinfonia n.4 in Mi minore op. 98 di Joannes Brahms (interpreti Matteo Fossi, Marco Gaggini). Sul solo Ludwig van Beethoven si sviluppa invece il programma di sala della serata del 5 Febbraio 2011, quinto appuntamento della serie, con le tre Sonate per pianoforte e violino op.23, op.24 e op.47 (Sonig Tchakerian, violino; Roberto Prosseda, pianoforte).

Delle ultime tre serate, particolare attenzione bisogna dare a quella del 5 Marzo con una cascata di nomi che rende giustizia all’evoluzione verso il contemporaneo più estremo della musica da camera. E’ una serata interamente dedicata all’arpa, di fatti, qualcosa di oramai leggendario e quasi fuori tempo massimo nel trasportare su di essa e con essa leggende, miti (il bardo lo si disegna sempre gobbo perché la leggenda celtica dice che è stato pressato dal peso dell’arpa che si porta appresso anche quando non ce l’ha) e incanti millenari. Questo il programma: Jahla e Avalokiteshvara (2 danze di Lou Harrison), Metamorphosis (Philip Glass), Tilladodin (Nicola Campogrande), The Morrow, Jack (Michael Nyman), Oriental e Andaliza da Danzas Españolas op.37 di Enrique Granados, Suite española op.42: Cuba e Asturias (Isaac Albeniz) e di Carlos Salzedo una Suite di 8 danze - esecuzione all’arpa di Floraleda Sacchi.

Il 2 Aprile 2011 Maurice Ravel apre e chiude lo spettacolo con la Sonata per violino e pianoforte (postuma) e quella in Sol maggiore; programma completato da Ferruccio Busoni, di cui si ascolterà la Prima Sonata per Violino e Pianoforte in Do Maggiore op.29, e la Sequenza VII per Violino Solo di Luciano Berio (Francesco D’Orazio al violino e Giampaolo Nuti al pianoforte). Per cui il programma verrà chiuso il 7 Maggio con una proposta doppia di Johannes Brahms in apertura (Variazioni op.9 su un tema di Schumann e Variazioni op.35 su un tema di Paganini - Libro I e II), un Liszt di metà sera (Ungarns Gott, trascrizione per la mano sinistra S543a) e un doppio Rachmaninov a chiudere la serata e il programma da camera: 3 Preludi dell’opera 32 e la Sonata n.2 op.36 (Paolo Restani al pianoforte).

L’Orchestra Verdi ha un secondo programma speciale residenziale ed è il programma barocco (laVerdi Barocca). Per dieci date, dal 13 Ottobre 2010 all’11 Maggio 2011, si eseguiranno musiche circoscritte all’area del barocco sia storico che di maniera, chiamando a raccolta alcuni dei testi più significativi. Il programma si è aperto con Mozart (K 136, K 137, K 138 e la Missa K 427). Il 10 Novembre ci sarà Bach (BWV1043) e la Missa ZWV 20 di Dismas Zelenka. L’8 Dicembre il Vespro della Beata Vergine 1610 di Claudio Monteverdi; il 22/12, in linea con lo spirito anglosassone (inglese) che lo vuole tradizionalmente eseguito nel periodo natalizio, di Gorge Friedrich Haendel, il Messiah. L’anno nuovo vedrà ancora un’esecuzione di Bach, L’Oratorio di Natale BWV 248, il giorno 6 Gennaio. A partire da Marzo torna la programmazione mista: Pergolesi e Jean Gilles il 9 Marzo; Rameaur (Concert en Sextuor nn.1,3,4 e 6) e Laclair il 13 Aprile; tre opere di Bach il 25 Aprile (BWV 249, BWV 4, BWV 31), e la Messa in Si Minore Opera BWV 232 di Johann Sebastian Bach a chiudere il percorso di analisi e presentazione di alcune delle fasi della musica barocca.

Ma il discorso sulla musica barocca è sempre attuale, e molti sono i laboratori di studio sulle influenze nel contemporaneo di quell’esaltante momento di grazia musicale e culturale. Si incontra il combo novarese Ensemble la Terza Prattica, che prende spunto dall’opera la Seconda Prattica Musicale col quale Claudio Monteverdi ha riscritto le pagine dello spettacolo europeo nel 600, e che con Deda Cristina Colonna e Massimiliano Toni porta avanti un progetto di rivalutazione e ricostruzione del barocco nelle sue molteplici forme espressive (Nuova Fabbrica dell’Opera Barocca). E si ritrova il ciclo di 5 incontri previsti al Museo Diocesano di Milano (dal Barocco al Rococò) con lo storico dell’arte Stefano Zuffi dal 27 Ottobre al 30 Novembre 2010 per quattro Mercoledì e un Martedì, facendo solo altri due esempi.


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