Independencia - Tff 2009 - Onde

1898, con il trattato di Parigi la Spagna è costretta a cedere le Filippine agli Stati Uniti. Un evento cardine nella vita della popolazione dell’arcipelago che Raya Martin racconta, con una storia e una struttura discutibile ma certamente personale, nel suo Idependencia. L’arrivo degli americani sull’isola e il passaggio dalla dominazione spagnola alla colonizzazione americana è infatti raccontato dal regista con un semplice incipit che lascia in breve tempo spazio ad una digressione tutta personale. Una digressione che, probabilmente, avrebbe dovuto rappresentare una metafora delle condizioni del paese dopo l’arrivo degli americani.
Una festa tipicamente ispanica viene interrotta dai colpi di armi da fuoco in lontananza, mentre una voce annuncia: “stanno arrivando”. Da qui, Raya Martin, sceglie di seguire le vite di una madre e di suo figlio, che, pur di fuggire all’arrivo dell’esercito americano, si rifugiano nella giungla più fitta. Se si esclude l’intervallo di un finto cinegiornale, che racconta in modo estremamente didascalico le atrocità degli americani, l’intero impianto filmico si fonda sulla vita, monotona, di questa famiglia. La costruzione della capanna, il fuoco, la caccia, il ritrovamento di una giovane nella foresta, la morte della madre e la nascita di un figlio. Tutto viene ricostruito con un ritmo quasi sostanzialmente fermo che evidenzia la monodia della vita nella giungla. Solo l’arrivo, distruttivo e mortifero, dei monsoni cambierà la vita della famiglia, causandone la fine.
Quello che voleva probabilmente esser un atto di denuncia nei confronti dei colonizzatori americani finisce però per esser, per stile, ritmo e intreccio un banale resoconto di vita nella giungla. La scelta stessa di utilizzare il monsone, un evento naturale, come causa ultima della fine dei protagonisti sembra da questo punto di vista controproducente. Non è infatti possibile legare in alcun modo le decisioni della famiglia o, men che meno, le intemperie e la pioggia torrenziale all’arrivo sull’isola dell’esercito. Il ritmo imposto alla pellicola, quasi soporifero, rende inoltre ancor più inefficaci i rari momenti di vera critica. Lo stesso finto cinegiornale, sistemato come ideale spartiacque al centro della pellicola, forse come dimostrazione della correttezza della scelta compiuta dalla famiglia, non pare di particolare impatto. Questo perché le scene che lo precedono e lo seguono, girate a passo ridotto, con fondali dipinti in una sorta di cinema/teatro, rendono completamente inefficace, ed incomprensibile, la parentesi centrale. Un’opera dunque di difficile interpretazione e collocazione che lascia più di una perplessità sulla sua reale validità.
(Independencia) Regia: Raya Martin; sceneggiatura:Raya Martin, Ramon Sarmiento; fotografia:Jeanne Lapoirie; montaggio: Jay Halili; interpreti:Tetchie Agbayani (madre), Sid Lucero (Figlio), Alessandra De rossi (straniera), Mika Aguilos (bambino); produzione: ATOPIC, CINEMATOGRAFICA, RAZOR FILM, VOLYA FILMS; origine: Francia, Filippine, Germania, Olanda; durata: 77’.
