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Io e te (Conferenza stampa)

Pubblicato il 23 maggio 2012 da Antonio Valerio Spera


Io e te (Conferenza stampa)

Bernardo Bertolucci ha incontrato i giornalisti presenti a Cannes per parlare della sua ultima fatica, Io e te, insieme a lui gli altri sceneggiatori (Niccolò Ammaniti, Francesca Marciano, Umberto Contarello) e soprattutto i sorpredenti giovani protagonisti Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco.

Maestro, Io e te la porta nuovamente ad indagare la solitudine misteriosa dell’adolescenza, perché è voluto tornare su questo argomento?

Bernardo Bertolucci: Quando ho letto il romanzo di Ammaniti ho provato un vero e proprio colpo di fulmine, forse perché parla di un adolescente. Per me questo è un tema irresistibile: io amo la realtà che cambia davanti la macchina da presa.

Lei si sente vicino alla mente di un ragazzo di 14 anni?

B.B.: Penso di essere un caso di arrested development, non mi è così difficile avvicinarmi alla mente di un ragazzo. Poi devo dire che in questo caso avevo l’aiuto del libro che è raccontato in prima persona e quindi si è sempre nella mente di Lorenzo, e poi c’era quello che la realtà mi portava davanti, cioè Tea e Jacopo.

Un film dopo dieci anni, come si sente?

B.B.: Per me è stato un ritorno alla vita, sono stato in un torpore per dieci anni e ora mi sono svegliato. Nel momento in cui accetti la disabilità tutto diventa facile, è quando lotti che soffri di più. Quando ho letto il libro di Niccolò volevo fare il film subito, l’ho amato tantissimo, solo una cosa non mi piaceva del romanzo, la morte di Olivia nel finale.

Come ha lavorato con il direttore della fotografia?

B.B.: Fabio Cianchetti arriva sul set e comincia a guardarsi intorno, si ispira ad atmosfere che sono definite dal libro, dalla sceneggiatura, oppure ad indicazioni mie e poi va per la sua strada. Ogni inquadratura illuminata da Fabio è un piccolo miracolo. Noi abbiamo un rapporto molto stretto, lui arriva a capire i miei bisogni e deisderi, sempre sorprendendomi, aggiungendo qualcosa di suo.

Inizialmente voleva girare il film in 3D, poi perché non l’ha fatto?

B.B.: Ho fatto anche un test in 3D, ma devo dire che per me era troppo difficile, a me piace girare in maniera più veloce e rilassata. Avrei voluto molto usare questa tecnica perché avrebbe aiutato la drammaticità di questo ambiente. Ma in fondo il film è in 3D anche senza il 3D.

Perché ha deciso di tornare a girare in Italia e in italiano?

B.B.: Per molti anni ho avuto un rifiuto per quel che vedevo attorno a me in italia, non mi piaveva la situazione politica, vedevo cose che avvertivo come una malattia del paese. Poi mi è venuta voglia di tornare lì dove i miei ricordi trovano un punto contatto, con la luce, il paesaggio, con la cucina, con ciò che compone la nostra vita. E’ la prima volta in trent’anni che giro un film in italiano. L’italiano è una lingua molto letteraria, a me piacciono i dialoghi del cinema americano, semplici e incisivi. A livello di sceneggiatura abbiamo reso i dialoghi semplici. Secondo me in molti film italiani del passato, anche in grandissimi film, i problemi risiedevano proprio nei dialoghi.

Olivia ricorda un po’ il personaggio di Maria Schneider in Ultimo tango...

B.B.: Sono passati molti anni da Ultimo tango e di nuovo mi ritrovo di fronte una ragazza molto complessa. Entrambi sono personaggi estremamente drammatici. Forse c’è qualcosa che torna in tutte le ragazze, le donne che filmo. Vorrei per il futuro ragazze un po’ meno disperate.

Jacopo e Tea, com’è stato lavorare con Bernardo Bertolucci?

Jacopo Olmo Antinori: Io parlo senza esperienza, non ho mai recitato in un film prima d’ora. La cosa che posso dire è che quando siamo entrati nel suo set abbiamo sentito un’energia stranissima, un’armonia particolare. Il modo in cui lavora Bernardo è straordinario. Stare sul set con lui è una cosa unica, che succede una volta nella vita.

Tea Falco: Bernardo è la persona più bella che abbia mai incontrato. Abbiamo vissuto un momento di malinconia grandiosa insieme. Sul set è come se avesse tirato fuori dei pezzi dentro di noi che poi ha ricucito in modo perfetto.

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