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L’amore buio

Pubblicato il 2 settembre 2010 da Sila Berruti


L'amore buio

Due ragazzi, uno fuori e l’altro dentro. Lei intrappolata all’interno di un universo dorato; Lui perso nella caotica Napoli dei quartieri popolari. Una sera, Lui, insieme ad un gruppo di amici, violenta Lei e allora le cose si ribaltano. Lui viene rinchiuso in un istituto minorile che, messo a confronto con i quartieri popolari, appare un’isola felice fatta di partite di pallone, laboratori creativi e gite al mare. Lei esce fuori, nella Napoli che non consoce, scappa dal suo mondo borghese e si scopre straniera in terra natale. Tutti e due alla scoperta di quello che manca, tutti e due, svegliati da una improvvisa doccia fredda, si scoprono pesci fuor d’acqua. Un linguaggio composto, articolato e, in alcuni tratti, originale; scelte narrative non sempre convenzionali, fanno di questo film una buona opera che gioca tra l’emerso e il sommerso, che punteggia qui e là qualche metafora senza farne, però, il suo punto focale.
L’amore buio è un film sul tormento di adolescenti abbandonati a se stessi, che si trovano a vivere in un mondo troppo carico di responsabilità e povero di maestri, circondati da adulti pieni di problemi costretti a prendere decisioni più grandi di loro e a gridare senza essere ascoltati. Adolescenti spocchiosi, irritanti, altezzosi con un diverso senso di ciò che è bello e brutto, giusto e sbagliato. Con una sensibilità che adulti e psicologi non comprendono.
Un’opera garbata e soppesata. Un film diretto con mestiere e girato sapientemente, illuminato con gusto e montato con originalità. Non tocca mai gli estremi della commedia sociale, non scade nella caratterizzazione banale dei protagonisti, non si adagia sul succeso di Gomorra e non di serve dei cliché.
Ma è privo di anima, di passione, di rumore. Non si spinge oltre quello che altri autori hanno affermato, non scava, non affronta ma sorvola tutto dall’alto, dalla superficie senza offrire allo spettatore nulla di nuovo. La storia dei due protagonisti, della loro crescita forzata e del loro modo di comprendersi e perdonarsi non convince fino in fondo. Non spicca mai il volo passando dal particolare all’universale e rimane incatenato a terra, ad una realtà che non rinnega e non fa sua. Un volo pindarico sul mondo femminile, sul dramma della bulimia, sulla potenza salvifica dell’arte, sulla forza delle parole e la potenza del perdono. Un film che scivola spesso in dialoghi surreali, che mal si accordano con le facce fresche dei protagonisti. Tuttavia un’opera interessante che lascia intuire le capacità dal suo autore. Da ricordare il cammeo discreto e garbato di Corso Salani.


CAST & CREDITS

(L’amore buio); Regia: Antonio Capuano ; sceneggiatura: Antonio Capuano; fotografia: Tommaso Borgstrom; montaggio: Giogio’ Franchini; musica: Pasquale Catalano; interpreti: Irene De Angelis (Irene), Gabriele Agrio (Ciro), Luisa Ranieri (Mamma di Irene), Fabrizio Gifuni (Psicoterapeuta), Valeria Golino (Psicologa Carcere), Corso Salani (Padre di Irene), Anna Rita Ammirati (Analista di Irene); produzione: Ellegiemme, Rai Cinema; origine: Italia, 2010; durata: 109’.


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