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La casa di Ester

Pubblicato il 6 aprile 2013 da Sabrina Mascellari
VOTO:


La casa di Ester

Una donna subisce violenze domestiche dal proprio marito ed è come se tenesse la testa sottacqua senza poter emergere, respirare o gridare: nessuno può sentirla, nessuno può aiutarla, nessuno può salvarla. E rimane così, in un stato di agonia, galleggiando in un limbo di inconsapevolezza, e chiusa in un isolamento che crea solo paura, disagio e dove il baratro della follia è a un passo, pronto a inghiottirla. Cosa fare? Aspettare che rientri a casa e subire il suo prossimo scatto d’ira che le lascerà l’ennesimo ematoma sul viso e ferite profonde nell’anima? Continuare a pensare che sia tutto normale e credere ancora alle sue promesse quando le dice che non succederà mai più? Oppure provare a cercare delle risposte a tutto questo dolore, magari guardando al passato, all’infanzia, tra le vecchie foto in bianco e nero, i libri delle favole e i buffi disegni da bambina. Forse nel passato può trovare conforto, un motivo per sopportare un presente inaccettabile? O forse il passato ha ancora qualcosa da dire, da svelare?

Con queste immagini si apre La casa di Ester, cortometraggio diretto da Stefano Chiodini (che ha scritto anche la sceneggiatura insieme ad Alessio Brizzi), prodotto da Mood Film e nato dalla collaborazione con l’Associazione Olympia de Gouges che sostiene le donne maltrattate e vittime di violenza. Ed è appunto il dramma, attuale e purtroppo diffuso, della violenza domestica su una giovane moglie da parte di suo marito al centro della storia raccontata dall’autore toscano in una ringkomposition di quindici minuti dai toni surreali e visionari, con qualche pennellata di mistero e un epilogo sorprendente.

La casa di Ester è la storia di una coppia borghese che vive una vita apparentemente ordinaria e un conflitto che sfocia in violenze, sempre perdonate e sempre reiterate. Accurato e ben strutturato, il cortometraggio è stato realizzato interamente in digitale, si avvale di effetti speciali visivi per i passaggi più segnatamente onirici ed è ricco di inquadrature con campi ristretti e poco profondi per focalizzare con i dettagli l’interiorità delle situazioni raccontate, la cui inquietudine è esaltata da un buon commento musicale ed effetti sonori sempre appropriati. L’azione si svolge interamente nella casa dei coniugi, una casa benestante ma asettica, vuota e nella quale predomina un bianco freddo in una scenografia indovinata in quanto tesa a sottolineare il gelido dramma che si consuma ogni giorno tra le mura domestiche e l’abisso che la violenza crea tra i due personaggi: la moglie, interpretata da Cecilia Dazzi che, in contrapposizione al suo aspetto radioso e positivo, è convicente nel ritrarre il tormento di una donna soggetta a violenze fisiche e psicologiche; il marito, impersonato da Sergio Albelli intenso nel tratteggiare la fragilità e il disagio che si nascondono dietro una violenza comunque esecrabile.

La casa di Ester ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali sono da segnalare: il Globo d’oro 2012, (premio assegnato dalla stampa estera accreditata in Italia per la categoria dedicata ai corti), il Premio Unesco 2012 per la sezione Diritti Umani, nell’ambito del festival internazionale dei cortometraggi del Salento Finibus Terrae, e la candidatura tra i cinque finalisti dell’edizione 2013 dei Corti d’Argento. Non stupiscono i premi, le menzioni e gli elogi a La casa di Ester perché è un cortometraggio che va apprezzato per le qualità stilistiche evidenti e, soprattutto, per i contenuti forti e importanti. Come dichiarato dal regista e dall’attrice protagonista in diverse interviste, il messaggio del corto è diretto non tanto a biasimare la brutalità di certi uomini, messaggio intrinseco e sin troppo facile, quanto a scuotere tutte quelle donne che vivono una condizione di oppressione fisica e psicologica e provare, attraverso il racconto filmico, a far capire loro che la violenza domestica non è una situazione ordinaria o qualcosa di meritato, ma è morbosa e pericolosa. E’ un’odiosa gabbia da cui ogni vittima può e deve uscire, anche se sembra un’impresa insormontabile, con una presa di coscienza forte e coraggiosa che va a rompere il silenzio e l’isolamento per poter tirare fuori la testa dall’acqua e tornare finalmente a respirare, a vivere.

Tweeting: La violenza domestica sulle donne in un racconto surreale, coinvolgente, con una buona regia, ottimi interpreti e un finale sorprendente.

Where to: Il trailer su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=rOMY_AlD92k&list=UUWMOyTbtqenn5tAAjRzhl_A&index=6


(La casa di Ester); Regia: Stefano Chiodini; sceneggiatura: Stefano Chiodini, Alessio Brizzi; interpreti: Cecilia Dazzi, Sergio Albelli; fotografia: Agostino Vertucci; scenografia: Giampietro Preziosa; montaggio: Gianni Vezzosi; effetti visivi: Daniele Napolitano; suono: Andrea Viali; montaggio suono e mix: Davide Favargiotti; musiche originali: Andrea Farri; produzione: Mood Film; origine: Italia, 2012; durata: 15’


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