X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



La città perduta (DVD)

Pubblicato il 22 febbraio 2013 da Alessandro Izzi


La città perduta (DVD)

In Misery deve morire, Annie Wilkes, terribile crocerossina, poco prima di spezzare le gambe al povero Paul Sheldon il cui unico peccato era stato far morire l’eroina di una fortunata serie di romanzi di cui era autore, racconta il suo rapporto di amore e odio con i serials cinematografici.
Il serial cinematografico, per chi non lo sapesse, nasce praticamente col cinema e cresce pressoché indisturbato sino all’avvento della televisione. Si tratta di racconti in più puntate che flirtano con il genere del feuilleton e si mantengono prevalentemente all’interno di universi avventurosi o fantastici alla Indiana Jones che di questi raccontini è forse il frutto più cinematograficamente adulto. Siccome nascono normalmente in contesti very low budget, tendono ad assorbire locations, effetti speciali e spesso anche maestranze di più grosse produzioni. Sono, quindi, piccoli funghi del cinema, cresciuti nel sottobosco delle proiezioni che si tenevano generalmente ogni sabato mattina (almeno in America), cellule cancerose che si espandono nell’immaginario con l’unica intenzione di raccontare e di divertire.
La loro dinamica è l’incessante colpo di scena, la loro esigenza è quella di far culminare ogni episodio con un terribile cliffhanger in cui uno degli eroi del racconto si trova in un pericolo mortale da cui si salva, irrinunciabilmente all’inizio della puntata successiva, salvato magari da un altro personaggio di cui avevamo per un po’ di tempo perso le tracce.
È proprio questo a non piacere a Annie Wilkes: questo continuo iniziare da un “dove eravamo rimasti” che viene, però cambiato ad uso del bisogno di lieto fine (o meglio ancora del lieto inizio). Così, avesse avuto modo di vedere anche The lost city, non sarebbe stato scusabile, per Annie Wilkes, che un personaggio che avevamo visto venire annientato da incredibili raggi elettrici alla fine della seconda puntata, riesca a scamparla nella terza perché un diverso montaggio ci mostra un suo amico strapparlo a morte certa un secondo prima della folgorazione.
The lost city è un feuilleton fantascientifico datato addirittura 1935. La fantascienza è un cuore che batte forte nelle prime quattro puntate del racconto, poi i personaggi si perdono nell’Africa più nera e il racconto mette a margine notazioni di genere avveniristico per scivolare nel campo della pura avventura da respirare a pieni polmoni. Da questo serial, già nel 1935, vennero tratti, come era prassi, addirittura due lungometraggi gemelli ed altri due se ne aggiunsero negli anni successivi (il terzo sembra, però, andato irrimediabilmente perduto). Quello ospitato in questo DVD della Sinister è il secondo e comprende i primi e gli ultimi quattro episodi messi insieme. Vengono, quindi, a mancare i quattro episodi centrali, quelli più strettamente avventurosi, che sono riassunti con mala grazia da una didascalia centrale che ci informa dell’esistenza di personaggi di cui non sospettavamo neanche l’esistenza e ci inserisce in media res nel salvataggio dell’eroina da un pericolo apparso, per noi, davvero dal nulla.
La proposta è preziosa soprattutto per il suo valore storico. Il film ci mette di fatti di fronte ad un racconto assai sensibile a problemi centrali nel 1935: la paura per un progresso sempre più difficile da controllare, le conseguenze prodotte dall’avanzamento tecnologico a livello planetario (l’intero serial comincia in pieno e attualissimo clima catastrofico), la paura nei confronti dell’emergere di tirannidi tecnocratiche che alludono limpidamente a nazismi e fascismi in corso. Affianco a questo si evincono anche elementi stridenti come lo sguardo dall’alto nei confronti delle diversità culturali con l’idea degli africani buoni selvaggi sempre in cerca di uomini bianchi di cui farsi schiavi e la posizione ancillare dei personaggi femminili, da sempre nella posizione attanziale delle damsell in distress (qui in una posizione addirittura metareferenziale dal momento che all’eroina viene chiesto di fingersi in pericolo per attirare soccorritori ignari).
Nel complesso un valido documento su un modo di raccontare la cui ingenuità si è persa col tempo. Una proposta, comunque, che può risultare, per lo spettatore che vi si accosti ignaro, disorientante, ma che non può non risultare, alla lunga, interessante.

La qualità audio-video

Il film paga, in rughe e graffi, un pesante tributo ai suoi anni. Ai danni sulla pellicola si aggiunge, però, un’operazione di riversamento su disco ispirata più dal bisogno di preservare che non di restaurare. Peccato perché un minimo in più di rifinitura digitale avrebbe davvero potuto fare la differenza.
Stesso discorso vale anche per il suono. Consigliamo la visione in lingua originale anche se, non piccolo difetto, i sottotitoli scompaiono nelle molte sequenze reintegrate dopo che erano state tagliate nella prima edizione italiana.

Extra

Luigi Cozzi presenta il suo libro nel quale, ci informa, parla molto del film: non esattamente un valore aggiunto al DVD.


(The lost city); Regia: Harry Revier; interpreti: William "Stage" Boyd, Kane Richmond, Claudia Dell, Josef Swickard; distribuzione DVD: Sinister Film
formato video: 1.37:1; audio: Italiano, Inglese Dual Mono; sottotitoli: Italiano

Extra: 1) Presentazione di Luigi Cozzi


Enregistrer au format PDF