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La cosa 1

Pubblicato il 17 settembre 2008 da Filippo Ferraresi


La cosa 1

Il collettivo di ricerca teatrale Teatro Sotterraneo , composto da Iacopo Braca, Sara Bonaventura, Matteo Ceccarelli e Claudio Cirri, porta in scena all’interno del festival Short Theatre, al Teatro India, lo spettacolo La cosa 1 , instancabile e forsennato lavoro basato sul movimento, sul fisico (più che sul corpo) e sul fiato.

Quattro “performer” si muovono sul grande palco della sala B-bis; corrono, sempre. La loro corsa continua e apparentemente senza significato, giacchè ogni progressione è fermata poi dall’ostacolo oggettivo delle mura, si configura come “sforzo estremo”, slancio, il…raggiungere, fino allo sfinimento (reale, non recitato!). Il fiatone a volte li vince e li arresta, qualcuno si accascia, uno si appoggia alle ginocchia per riprendere fiato, un altro cade a terra sfinito; ma ecco la furia di uno dei compagni che lo prende per mano, lo scuote dalle spalle e lo sprona a ricominciare la corsa, furiosa. Furor. Una celata propensione "donchisciottesca" anima il quartetto inarrestabile che non conosce vincoli, è cieco e non si domanda, ma corre semplicemente. Sine ratio. Una performance che potrebbe essere avvicinata alle istanze della Body Art, ad uno primo sguardo. Niente di più lontano. Non è la ricerca del corpo sul corpo che emerge, né il corpo è proposto come l’istanza significante dello spettacolo; è piuttosto “l’atletismo” a padroneggiare la scena, come dimostrano i costumi indossati dagli attori: tute da ginnastica, maglie elastiche di quelle che aderiscono al corpo e permettono la massima mobilità, scarpe antiscivolo e ginocchiere. Viene negata qualunque esaltazione del corpo, nascosti i rilievi dei muscoli, è così che tramonta l’estetica della fisicità in favore della celebrazione del prodotto di quella fisicità: l’azione, il movimento, lo sforzo. Streben. “Ha inizio il movimento, qualsiasi movimento – citando i Sotterraneo – tutto purché qualcuno faccia qualcosa, una messa alla prova continua di muscoli e nervi – dunque non la loro esibizione – un corpo precario che dà tutto anche quando non né ha più (…) una presentazione d’iperattività che va dalla culla all’apocalisse”. Si potrebbe intendere La cosa 1 come una visione della vita, non singolare ma universale, come il tentativo di definire il passaggio dell’uomo sulla Terra. La stasi è la morte, ecco dove torna Don Chisciotte, il movimento è vita. Diventa superfluo anche dichiarare un “perché”, ciò che conta è il moto insaziabile fino al limite delle possibilità umane. Hybris.

Tutta questa energia cinetica prodotta per la scena è contaminata da vari e deliziosi momenti di puro teatro, nei quali il gruppo toscano ci parla, tra autobiografia e invenzione, della vita, (stavolta particolare) di ognuno dei componenti: fra Carmina Burana cantati “a cappella”, una festa improvvisata all’interno di una piccola tenda, un pupazzo-tricheco che goffamente si aggira per la scena, trovano spazio momenti più rilassati in cui i tre uomini corteggiano l’unica donna, sfidandosi con grande intelligenza drammaturgia (merito di Daniele Villa) a suon di letterine piene di errori, esternazioni appassionate in giapponese e gaffe varie. Tutti passaggi densi di significati e di rimandi, pure riflessioni sullo scorrere della vita, innocenti domande e serene risposte sull’amore. Sono momenti di calma in cui al pensiero è permesso di entrare in scena, giocare con le parole e col pubblico, innescare un ragionamento nella testa dello spettatore, frastornato da tutto il movimento tangenziale (indicativo il passaggio in cui Matteo domanda ad una signora del pubblico “un numero da uno a dieci” – “sei” risponde la spettatrice, ignara del fatto che quel numero corrisponderà ai sonori schiaffoni che Iacopo rivolgerà al compagno). Chiude lo spettacolo il buffo tricheco blu, goffo, inabile, muto, asettico. Un’icona che si oppone fortemente al turbo che ha dominato la scena finora, e alla quale un po’ tutti assomigliamo.


CAST & CREDITS

creazione collettiva di Teatro Sotterraneo

In scena: Iacopo Braca, Sara Bonaventura, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri Dramaturg: Daniele Villa Disegno e luci: Roberto Cafaggini Costumi: Lydia Sonderegger Montaggio audio: Lea Landucci Produzione Teatro Sotterraneo/Fies Factory One Coproduzione:Centrale FIES, Fondazione Pontedera Teatro - 4 Cantieri per Fabbrica Europa, Festival Armunia Costa degli Etruschi, Festival es.terni 2008 - Progetto Dimora Fragile Promozione:Elena Lamberti Web Info: Short Theatre, Teatro India, Teatro Sotterraneo


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