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LA NUIT DE LA VERITE (La notte della verità)

Pubblicato il 20 ottobre 2005 da Marino Galdiero


LA NUIT DE LA VERITE (La notte della verità)

Emerge lentamente dal continente africano, per lo meno per quanto è a nostra conoscenza, una visione autentica e approfondita dei conflitti etnici che hanno terribilmente sconvolto intere popolazioni. Uno sguardo cinematografico non solo testimoniale ma anche capace di narrare attraverso equilibrati artifici narrativi la durezza di quelle guerre, dando così al cinema una funzione civile e non di solo intrattenimento. Con La Nuit de la vérité la regista del Burkina Faso, Fanta Regina Nacro, ci porta in un paese dell’Africa subshariana scosso dalle conseguenza di una guerra etnica tra le tribù dei Bonandé e dei Nayak. Théo, il colonnello ribelle dei Bonandé, riceve il presidente Nayak. Sono radunati per negoziare la pace nel campo dei ribelli. Passeranno un’intera notte tra buoni propositi e festeggiamenti. Una notte in cui però i demoni del passato, le anime dei morti, secondo una tematica tipica delle religione animiste, si renderanno presenti per intralciare la via della pace. Gli uomini in arme non sanno resistere al richiamo dall’oltretomba, basta un nulla, un segnale (nella circostanza il suono di un tamburo) per rievocare la violenza passata e innescarla di nuovo. Sin dalla prima scena, con la moglie del presidente seduta sulla tomba del figlio giovanissimo, selvaggiamente ucciso in un’imboscata dai ribelli, si palesa una sorta di sdoppiamento della visione e della realtà: la donna parla col morto, e mentre le si avvicina il marito, si frappone tra i due l’immagine del ragazzo, ancora visibile ai suoi occhi. Anche il colonnello Théo ha la mente sovresposta alle immagini turpi dei massacri compiuti. Ed è proprio tra loro due che si rivelerà la posta in gioco, cioè la contrapposizione tra due mondi, che sembrano inaccessibili l’uno all’altro. Da una parte il delirio paranoico della donna, concentrata nel riassumere il reale in un solo evento (la morte del figlio), e inadeguata ad accogliere le richieste di perdono che le vengono rivolte. Dall’altra il colonnello convinto, anche contro l’evidenza, che l’unica via possibile da percorrere contro l’orrore è quello della pace, ammettendo e confessando le responsabilità personali. Insomma siamo di fronte ad una contrapposizione tragica, e il film ne prende la forma, non solo per l’unità d’azione (la notte in cui tutto si svolge), ma per gli esiti ultimi: la violenza come creatrice di un nuovo ordine. Il colonnello Théo, con la sua fine, diviene un padre della patria, un eroe di una tragedia implicitamente cristiana, dove i morti seppelliscono i morti.

[aprile 2005]

Regia: Fanta Régina Nacro Sceneggiatura: Marc Gautron e Fanta Régina Nacro Fotografia: Nara Kéo Kosal Montaggio: Andrée Davanture Sonoro: Dana Farzaneh Musica: Troupe Naba Yaadega, Sami Rama Scenografia: Bill Traoré Pendha Interpreti: Naky Sy Savané, Georgette Paré, Moussa Cissé, Adama Ouédraogo Formato: Super 16 mm, colore Durata: 100’ Produzione: Claire-Agnès Lajoumard per Acrobates Film (Francia), Les Films du Défi (Burkina Faso) Francia/Burkina Faso (2004)


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