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La piccola Lola

Pubblicato il 4 giugno 2005 da Armando Chianese


La piccola Lola

Il dramma dell’adozione, dell’impossibilità di non mercificare l’affetto e gli umani sentimenti in un mondo che giustifica con la disperazione, con la povertà, i fatti più tremendi. E’ tutta la poetica di Tavernier, messa al guinzaglio dal pesante tono documentaristico che appiattisce ma nello stesso tempo porta alla rarefazione tutta la narrazione di “La piccola Lola”, si condensa in un viaggio disperato, di due anime sole, alla ricerca di un piccolo amore tra tanti altri disperati. Il film è un compito svolto diligentemente, tenendo ben presente la forte, compatta, unità drammatica che talvolta si affievolisce, si disperde nel marasma degli eventi che la coppia è destinata ad affrontare, ma resta sempre li. E’ il “marchio” di fabbrica di Tavernier, il suo stile maturo mai dimentico della profondità dei sentimenti umani. Pierre e Géraldine partono dalla Francia alla vota della Cambogia, al confine col Vietnam e con le pagine più dolorose della storia mondiale. Decisi più che mai nell’adottare una bambina che sentono loro, che amano disperatamente cercando di saltare le tremende procedure burocratiche e di non cadere nella rete di squallidi mercanti di bambini. E’ una sorta di viaggio all’inferno di due anime amanti intenti a “recuperare” un anima pura, uno sguardo freddo e distaccato sulle ferite ancora aperte di una terra di nessuno, dove regna l’inumano ma dove si può avverare lo stesso, tra tanto sfacelo, un piccolo miracolo d’amore. Questa bambina che non è stata generata dal ventre di Géraldine, la piccola e inquieta Lola, trova in queste due figure che la cercano una sorta di buffa incarnazione di salvifici spiriti, provenienti da lontano per portarla in un paese di sogno. Dove finalmente potrà avere ciò che li non ha mai posseduto, cioè la sua dignità profonda di essere vivente e pensante. Ma niente di metafisico avvolge il film dell’allievo di Riccardo Freda, tutto è lineare e la psicologia dei personaggi sembra soggiogata dalle immagini. La massima preoccupazione del regista, in “La piccola Lola”, sembra quella di non voler andare al di là del proprio occhio, del puro mezzo meccanico e della lente della macchina da presa, restituendoci un cinico realismo (o naturalismo) che però inevitabilmente si impressiona su celluloide con i tristi sguardi dei protagonisti, con un’ intensità che arriva sullo spettatore attraverso il significante, come costruita verità. Come inalterata rappresentazione del reale. Un gioco di specchi che ci conduce per mano attraverso la finzione scenica, toccando le corde della cronaca e dell’attualità con mai celata delicatezza.

[Giugno 2005]

Regia: Bertrand Tavernier. Sceneggiatura: Dominique Sampiero, Bertrand e Tiffany Tavernier. Fotografia: Alain Choquart. Interpreti: Jacques Gamblin, Isabelle Carré, Bruno Putzulu, Lara Guirao, Frédéric Pierrot, Maria Pitarresi. Produzione: Frédéric Bourboulon. Distribuzione: Lucky Red. origine: 2004, Francia.

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