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LA PIÙ MEGLIO GIOVENTÚ. Uccidendo Godot.

Pubblicato il 30 luglio 2015 da Maria Vittoria Solomita


LA PIÙ MEGLIO GIOVENTÚ. Uccidendo Godot.

Roma. Nell’ambito della rassegna “Fontanonestate”, in collaborazione con “I Solisti del Teatro”, i suggestivi Giardini dell’Accademia Filarmonica Romana hanno ospitato un allestimento interessante: “La più meglio gioventù. Uccidendo Godot ”.

Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato da Alessandro Bardani, in scena con Francesco Montanari. La coppia non è nuova, avendo già recitato insieme nella serie tv “Romanzo Criminale”, nella sketch-comedy per Repubblica TV “Felici & Contenti”, nel notevole “Il più bel secolo della mia vita” e nel pluripremiato “Ce l’hai un minuto?”, cortometraggio scritto e diretto nel 2013 dallo stesso Bardani. L’affiatamento c’è e si vede. Nella squadra-vincente-che-non-si-cambia anche i produttori Morandini, gli autori delle musiche (i Deserto Rosso, accompagnati questa volta alle chitarre da Fernando Pantini), la costumista (Laura Di Marco) e la scenografa (Emanuela Netta Brandizzi, per quanto la cornice naturale dei Giardini non richieda grandi sforzi inventivi).

“La più meglio gioventù” fotografata nello spettacolo è un mix di riferimenti più o meno criptici a film come “Clerks” e “Coffee and cigarettes”, al teatro canzone di Gaber, a Marco Tullio Giordana -che della (sua) meglio gioventù ha girato un bel po’ di scene-, a Woody Allen (con cui Bardani chiude lo spettacolo. Il monologo sull’eventualità paradisiaca di poter iniziare la vita dal trapasso è de facto patrimonio dell’Umanità), a Samuel Beckett (con lo stanziale “Aspettando Godot” del titolo).

A Beckett si paga il tributo, ma come succede coi padri, lo si seppellisce presto. _In questo spettacolo, Godot non lo si aspetta, lo si uccide direttamente, ma con la flemma tipica dei trentenni che vorrebbero smuovere montagne, però domani è un altro giorno, quindi perché fare oggi quello che si può comodamente rimandare? Così Aurelio e Niccolò (in scena rispettivamente Montanari e Bardani) si ritrovano seduti allo stesso tavolino di un locale, a scambiare opinioni sul mondo che li circonda, sorseggiando placidi un mojitone alimentando la griglia per degli arrosticini. A pancia piena si blatera meglio. E poi in vino veritas.

Ne vien fuori uno spettacolo decisamente estivo, una sorta di zibaldone con quadri ben distinti e cadenzati dai live dei Deserto Rosso. I due amici passano in rassegna alcuni temi cari ai trentenni: l’incertezza amorosa (Martina-cagna sta con uno ma preferisce l’altro); la formazione dell’identità (se solo Jung potesse analizzare i danni causati dal personaggi di Beverly Hills); i social network ... mettere a punto un Facebook per morti? Con tanto di Mi piacque, condivisi...; la precarietà lavorativa; l’eterna lotta tra Roma Nord(e) e Sud(e).

Agrodolce, fresco di montaggio. I temi sono interessanti. Lo spettacolo risulta molto piacevole. Si augura al duo un ulteriore approfondimento.


(La più meglio gioventù – uccidendo Godot). Scritto e diretto da Alessandro Bardani; interpreti: Francesco Montanari e Alessandro Bardani musica: Deserto Rosso scene: Emanuela Netta Brandizzi costumi: Laura Di Marco


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