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Landscape n. 2 (DVD)

Pubblicato il 10 marzo 2013 da Alessandro Izzi


Landscape n. 2 (DVD)

Il futuro non può essere costruito senza che se ne scavino le fondamenta nel passato. Il resto sono solo prefabbricati pronti ad essere portati dalle correnti delle prime piogge più impetuose.
In Slovenia, però, a scavare sotto terra, si trovano prima di ogni altra cosa scheletri. Alla fine della seconda guerra mondiale non poche furono le persone uccise e gettate in profonde fosse comuni perché si cancellasse traccia delle loro esecuzioni senza processi e, addirittura, benedette dalla Chiesa.
Queste fosse sono, però, simbolo di un rimosso che ritorna e verso il quale muovere, sono il segno tangibile di un passato che ancora influenza il presente, sono le fondamenta marce di una nazione che, privata dei perché della sua storia, annaspa nel tentativo di riuscire ancora a definire la propria identità. E su questa realtà pesano le colpe anche delle nazioni vicine che, su quella regione, posarono gli occhi in cerca di tornaconti personali costruiti, come sempre, sul sangue dei molti.
Da questa assenza di identità deriva un paese spaesato (se ci si consente il non troppo felice gioco di parole): un mondo privo di punti di riferimento, puntini lista, in cui i giovani non sanno bene cose pensare e cosa sperare.
Prendere Landscape n. 2, discreto film di genere di origine slovene e ve ne renderete conto senza troppi problemi. Qui la descrizione del paese passa nell’incertezza. La metropoli, la grande città, è fosco conglomerato di pochi palazzi in cui si stenta a metter radici. Sergej, figlio eletto di un mondo in cui il piccolo furto e l’imbroglio menzognero sono gli unici mondi per sfangare la giornata dignitosamente, di case ne ha addirittura due e in nessuna sta a suo agio. La prima la condivide con Magda, che ad un certo punto resta pure incinta. La seconda non la vive neppure, sta in un fantomatico condominio e gli presta cure un vicino di casa omosessuale che studia storia, tra i vecchi documenti, e sembra contento di vivere un presente senza reale futuro.
Sergej non si pone problemi particolari sul suo modo di essere. Sfrutta come può ogni occasioni gli si presenta. Con la compagna si trova bene, ma se gli si presenta l’occasione non esita a buttarsi in torride storie di sesso con la prima ragazza condiscendente. Sa di piacere al vicino di casa e un poco ne approfitta, non solo per dare acqua alle sue piante di appartamento, ma anche per trovare scuse valide per barcamenarsi tra le sue storie in cui c’è poco sentimento e molto correr dietro alla mera soddisfazione del momento.
Del resto è questo il destino dei senza storia: vivere il presente come fosse un vicolo cieco di cui non si è responsabili mai, neanche per un minuto. Sono proprio queste persone i prefabbricati che la pioggia porta via e sui quali non si può costruire il senso di una nazione.
Accade così, nel discreto film di Vinko Mördendorfer, che Sergej, che ruba insieme all’amico Polde un capolavoro della pittura slovena tenuto in casa da un vecchio generale, vista una cassaforte, non resista alla tentazione e ne arraffi tutto il contenuto senza dir parola al complice. Tra queste carte, oltre a pochi spiccioli, c’è anche un vecchio documento che dimostra senza mezzi termini di chi fu l’ordine di giustiziare tante persone alla fine della guerra.
Per recuperare questo documento, e non certo per il quadro, il vecchio generale sguinzaglia un killer degno dei fratelli Coen che fa piazza pulita di colpevoli e innocenti testimoni. Frattanto in televisione passano immagini del recupero delle salme cui nessuno presta attenzione per davvero perché manca, ad ogni personaggio, un autentico senso del passato e delle proprie radici.
Le colpe dei padri ricadono, quindi, biblicamente sui figli? Non solo perché qui è il senso di perdita di radici che, potente metafora della realtà della Ex Jugoslavia, diventa specchio oscuro nel quale veder riflessa la nostra realtà occidentale ugualmente incerta nel naufragio delle ideologie.
Sicché assume un peso metaforico non indifferente la scelta di mostrare la distruzione delle prove del delitto del passato proprio su quelle fiamme votive che dovrebbero essere simbolo del nostro bisogno di ricordare. In un mondo senza passato, troppo spesso, la Memoria finisce per allontanare nel Tempo quel che dovrebbe rendere più vicino nelle coscienze.
Peccato, allora, che questa bella intuizione di sceneggiatura, resti soffocata in un film che stenta a prendere le distanze dal genere di riferimento.

La qualità audio-video

Nel complesso il riversamento su disco ci sembra abbastanza riuscito. Il quadro è pulito, la tavolozza cromatica sufficientemente equilibrata e i neri discretamente profondi. Niente di eccezionale, comunque.
Il reparto audio è, invece, al minimo sindacale con un 2.0 originale che asseconda poco le esigenze di atmosfera di una pellicola in fondo poco centrata sui dialoghi.

Extra

Nella confezione trovate un piegatino con qualche nota desunta dal pressbook del film. Poca roba, ma è il film il vero pezzo forte dell’offerta editoriale.


(Landscape n. 2); Regia: Vinko Mördendorfer; interpreti: Marco Mandic, Slobodan Custic, Barbara Cerar, Maja Martina Merljak, Janez Hocevar; distribuzione dvd: Ripley Home Video;
formato video: 1.85:1 - 16/9; audio: originale (Digital 2.0); sottotitoli: italiano

Extra: 1) Booklet interno tratto dal pressbook del film


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