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Le fiction dell’anno (2003)

Pubblicato il 27 gennaio 2003 da Alessandro Izzi


Le fiction dell'anno (2003)

Stando alle linee generali della prossima programmazione televisiva e delle produzioni in corso, il 2003 potrebbe essere ribattezzato ecumenicamente come l’anno della Fiction e della programmazione seriale. Malgrado, infatti, la crisi apparentemente irreversibile del settore, malgrado l’oscillazione del capitale, malgrado i problemi logistici che minano alla base la definizione dei vari palinsesti sempre più orientati verso la realizzazione di costosi format di reality show, tanto Mediaset, quanto Rai (quest’ultima per la verità con fatica e ritardo, ma con qualche idea, comunque nel cassetto) hanno deciso di investire sulla carta del racconto per famiglie. Un investimento questo che sembrerebbe poter ripagare più o meglio di quanto non possa fare un banale (e non replicabile) quiz televisivo e su cui, quindi, dovrebbe valer la pena investire. A partire da una fiction mediaset dedicata alla vita di Papa Giovanni Paolo II (ancora in fase di scittura, ma dovrebbe realizzarla Pietro Valsecchi) fino ad arrivare al film in due puntate di Giulio Base dedicato a Santa Maria Goretti con l’abituale consulenza sacra di Luca Barnabei (per la RAI e per Lux Vide) la consueta guerra di Santi che da anni affligge il terreno franco dello schermo televisivo dello spettatore italiano, trova una sua fulgida conferma. Mentre Mediaset si affida ad un interessante romanzo di Svidercoski, che affronta con lucido sguardo il tema della formazione di Wojtyla nella natia Polonia, il film Rai, pensato per la celebrazione del centenario della morte della giovane che ebbe la forza cristiana di perdonare il suo assassino, mette in campo uno stuolo di attori che vanno dall’esordiente Martina Pinto affiancata all’incredibile (dato il ruolo e il tipo di film) Claudia Koll. In questo senso la famosa massima "Scherza con i fanti e lascia stare i Santi" si rivela puro e semplice fiato sprecato dal momento che Mediaset (forte del successo riscosso dal film Rai dedicato, lo scorso anno alla figura del Papa Giovanni XXIII) sfodera in gran spolvero e con suon di trombe angeliche anche la miniserie in due puntate Il Papa buono che si avvarrà dell’interpretazione di un mostro sacro come Bob Hoskins affiancato da Carlo Cecchi e Chiara Caselli. Alla consolle del regista un sacrale Ricky Tognazzi. Il trailer che da qualche giorno funesta le interruzioni pubblictarie delle tre reti mediaset è già solo sufficente a far drizzare i capelli (se ve ne sono rimasti in testa dopo i deboli risultati estetici della fiction RAI sullo stesso argomento). Su un versante più propriamente storico la sfida RAI-Mediaset appare un tantino più prevedibile dal momento che la prima propone essenzialmente un solo titolo di rilievo che, per inciso, fa parte della stessa serie di fiction cui faceva parte quella su Giovanni XXIII. La collana Protagonisti del Novecento prosegue, infatti, con Soraya, film in un episodio, dedicato alla principessa triste Soraya Esfandiary, ripudiata dalla scià Reza Pahlevi. Produce, come sempre, Luca Bernabei per Lux Vide (ma in coproduzione con Francia e Germania), mentre la regia è affidata all’abile mano di Lodovico Gasperini che tenterà (malgrado le ingerenze produttive della Chiesa e la presenza, tra gli sceneggiatori di due autori americani quali sono David Seidler e Jacqueline Feather) di riuscire a mantere una certa lucidità di sguardo sulla situazione medioorientale, sulle intolleranze religiose e sulla spinosa questione petrolifera. Temiamo esemplificazioni politiche assurde (specie ora ad un passo dalla Guerra contro l’Iraq), ma siamo sicuri che Anna Valle nella parte di Soraya, riuscirà nell’ardua impresa di rendere monocorde la tristezza angelica del suo personaggio. Per Mediaset, invece, il titolo storico sui personaggi del novecento appare, se non altro, più appetibile dal momento che è atteso, per febbraio, Ferrari, fiction in due puntate interpretata dal sempre più premiato Sergio Castellitto e diretto dal sempre più televisivo Carlo Carlei. Più impegnato, e perfettamente calato nel solco già inaugurato con successo da Perlasca, appare il progetto RAI di Alberto Sironi (sempre più coretggiato dopo i giusti successi di Montalbano). Il regista girerà, infatti, avvalendosi delle interpretazioni di Beppe Fiorello, Eugenia Costantini e Helmut Hagen, Salvo D’Acquisto: la storia del giovane vicebrigadiere dei carabinieri che nel 1943 a Roma si autoaccusò di un attentato per salvare 22 ostaggi dalla rappresaglia nazista. Molti i progetti per le fiction più o meno legate a fatti di cronaca. La RAI tira fuori dal cappello due fiction: la prima, Nessuno al suo posto, è la storia di un adolescente torinese alle prese con dolorose vicende familiari (dirige Gianfranco Albano, interpretano Marco Vincis e Vittoria Belvedere ), la seconda dal sintomatico titolo Vite a perdere (alla regia Paolo Bianchini) è un tv movie in due puntate che racconta la storia dell’ascesa di una banda di giovani criminali nella Roma di appena venti anni fa. Quest’ultima opera può comunque vantare i numi tutelari di una produttrice volitiva (ma spesso anche di buon occhio) come Edvige Fenech. Mediaset replica con ben quattro titoli: Doppio agguato (ispirato al caso del rapimento del’imprenditore Dante Belardinelli), L’ultima pallottola (che narra le vicende di Donato Bilancia) Rivoglio i miei figli (sul tema della difficile vita dei bambini figli di una coppia separata) e, infine, I gioielli di Madame De in onda a febbraio. Come si vede bene l’intenzione sarebbe quella di spaziare dai casi di cronaca più eclatanti (i primi due) a storie impegnate nel sociale (gli altri). A questo punto alla RAI non resta che assiestere all’inarrestabile allungo delle Reti Mediaset che propongono in bella successione: l’ultimo film tv diretto da Lina Wertmuller con Sophia Loren (titolo provissorio Life of the saint), La notte di Pasquino (con Nino Manfredi) e Ultimo 3 - L’infiltrato (appena iniziate le riprese). Ma altri titoli minacciano la RAI con affondi valorosi a partire dall’autoriale Renzo e Lucia, tratto ovviamente da I promessi sposi di Manzoni e diretto da Francesca Archibugi con intrepreti Michela Mancalli e Stefano Scandaletti sono affiancati addirittura da Stefania Sandrelli e Paolo Villaggio (lo aspettiamo con ansia) e Zivago di Giacomo Campiotti, che, risvegliando il ricordo del non certo fulgido Resurrezione dei Taviani dovrà confrontarsi con l’epica trasposizione cinmeaografica di David Lean. Ma non mancheranno, infine, opere leggere come Benedetti dal Signore con la coppia Greggio-Iacchetti, Gli insoliti ignoti, con Valerio Mastandrea Il segreto di Thomas con Giovanna Mezzogiorno o, infine, I ragazzi della Via Pal. E se è, se non altro, curioso il progetto di una serie in ventisei puntate (Elisa di Rivombrosa) non si può non sospirare al ritorno assai poco sperimentale di cose come Carabinieri (2), Il bello delle donne (3) e Distretto di polizia (4). Evviva!

[gennaio 2003]


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