Non restano mai uguali le cose. Il tempo e le esperienze ci fanno crescere, diventare adulti, essere diversi. Anche Gérard Depardieu e Catherine Deneuve cambiano, e lo dimostra una impietosa foto di loro due giovani, che Depardieu/Lavau mette sotto il materasso di Catherine/Cécile, rito magico che dovrebbe riportare in vita un amore antico. Les temps qui changent ci porta in Africa, continente che Téchiné ormai da tempo ci racconta. Antoine Lavau è un ricco ingegnere, giunto nel continente nero per supervisionare la realizzazione di un centro audiovisivo. Problemi ce ne sono tanti, tra i quali il terreno friabile, reso ancora più instabile da un nubifragio. Una frana travolge Antoine, entra in coma, lo spettatore si deprime, parte il flash back. E veniamo così a conoscenza di famiglie disgregate, di sorelle gemelle che si dividono per scelte (territoriali e religiose) differenti, di legami omosessuali, integralismi religiosi e residui del colonialismo. Veniamo soprattutto a conoscenza di una passione che il tempo non ha modificato, quella, appunto, di Antoine verso Cécile, imbalsamato nel ricordo del passato, mentre la storia va avanti, i corpi invecchiano, le esperienze si accumulano. Antoine è uno che ha vissuto tutto sul lavoro. Cécile ha creato una famiglia. Uno vede franare il terreno, l’altra vede franare le sue relazioni. Due vite, due viaggi senza senso, come senza senso appare tutto il film, da vedersi mano nella mano alla persona che si ama, sperando che i fantasmi del passato non irrompano per distruggere il presente.

[febbraio 2004]

regia: André Téchiné sceneggiatura: André Téchiné, Laurent Guyot, Pascal Bonitzer fotografia: Julien Hirsch montaggio: Martine Giordano scenografia: Ze Branco musica: Juliette Garrigues interpreti: Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Gilbert Melki, Malik Zidi, Lubna Azabal produzione: Gemini Films durata: 98’ origine: Francia 2004