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Libri - Il cinema di Arthur Penn

Pubblicato il 12 marzo 2011 da Donato Guida


Libri - Il cinema di Arthur Penn

Non è affatto facile parlare di un autore come Arthur Penn, giustamente considerato da molti come uno dei più grandi registi del mondo (così come afferma Ingmar Bergman), morto nel settembre 2010 (QUI il ricordo di Close Up del grande regista). Forse la sua filmografia (16 film in 40 anni di carriera) non è vasta come quella di un Hitchcock o un Fassbinder, ma sicuramente ogni sua opera pare fondamentale per lo sviluppo della storia del cinema. Autore capace di esprimersi egregiamente non solo al cinema, ma anche a teatro e in televisione, la grandezza di Penn risiede nel suo “viaggio” attraverso vari generi cinematografici (dal western all’avventura, dal giallo al dramma, fino alla commedia). Se poi tutto questo ancora non bastasse, a parlare per lui sono i suoi lavori, alcuni talmente imponenti da riuscire a reinventare totalmente l’idea di un genere cinematografico: grazie al suo capolavoro Bonnie and Clyde (1967), prendendo in prestito le basi del cinema gangsteristico del passato (si pensi ad Howard Hawks), Penn se ne allontana fino a superarlo, creando un’opera che, ancora oggi, risulta capitale e alla quale si fa subito riferimento nel momento in cui ci si accinge a girare un gangster movie.

Pochi elementi, questi, che lasciano comunque intendere quante difficoltà possano trovarsi nel momento in cui si vuol parlare di Arthur Penn, soprattutto se si ha intenzione di scrivere una monografia. Difficoltà che Luca Malavasi ha saputo completamente evitare nel suo libro, Il cinema di Arthur Penn, edito da Le Mani. Già autore di apprezzabili opere quali Mario Soldati (Il Castoro Cinema, 2006) e Mulholland Drive (Lindau, 2008), Malavasi propone un’egregia (ri)visitazione dell’operato di Penn, realizzando la prima monografia di lingua italiana sul regista. Il lavoro di Malavasi si sviluppa perfettamente attraverso l’operato del regista, ma non si riduce a semplice elegia delle sue opere più importanti e/o famose.

«Il saggio di Luca Malavasi, ammirevole per la letteraria precisione, necessità e fluidità della scrittura e per l’acutezza delle sue analisi sa accostarci Penn seguendo il filo della sua attività registica, e cioè dei suoi film, senza mai dimenticare che essa è la parte più rilevante di un corpus di altre realizzazioni, teatrali e televisive». In questa piccola e significativa sintesi della sua prefazione, Goffredo Fofi apre al lettore la porta d’ingresso del mondo di Arthur Penn. È però Malavasi a fare da cicerone, non fermandosi a semplici commenti bio-filmografici, ma andando oltre nel tentativo (perfettamente riuscito) di presentare l’uomo-Penn tramite l’artista-Penn.

L’autore ci conduce nel mondo di Arthur Penn mostrando aspetti più o meno conosciuti, come il suo apprendistato nel mondo della televisione (che lo ha visto ritornare a più riprese), la passione per il teatro, fino all’approdo nel mondo del cinema, che lo ha ammaliato e amareggiato al tempo stesso: il suo esordio avviene con Furia selvaggia (1958), in cui un giovanissimo Paul Newman interpreta (l’indimenticato) Billy The Kid. Da qui in avanti la stella di Penn non farà che brillare in maniera sempre più accecante: da Mickey One (1965) a La caccia (1966), dal già citato Bonnie & Clyde a Piccolo grande uomo (1970), passando per Alice’s Restaurant (1969), Penn rientra di diritto nel panorama dei grandi autori del cinema contemporaneo. Che siano western o drammi, commedie o gangster movie, l’autore ha sempre impresso delle tracce personali nei suoi film, dal suo grande senso dell’umorismo alla voglia di toccare scottanti tematiche sociali (il più grande esempio resta Alice’s Restaurant), aprendo una nuova era del cinema che, accanto a Penn, include autori del calibro di Elia Kazan e Nicholas Ray.

Malavasi è riuscito nell’intento di riabilitare una figura di primaria importanza nel cinema contemporaneo; un autore che, nonostante la sua grandezza e bravura registica, non sembra ancora ricevere (soprattutto in Italia!) gli onori che merita.
Per fortuna libri come Il cinema di Arthur Penn accorrono al fine di evitare di aprire l’ennesimo cassetto del dimenticatoio.

Per approfondire:
Il ricordo di Close Up, settembre 2010 in ADDII. ARTHUR PENN, PICCOLO GRANDE UOMO

La recensione di Close Up del libro IL WESTERN: IL VERO VOLTO DEL CINEMA AMERICANO

La recensione di Close Up del libro IL WESTERN DI ANTHONY MANN

La recensione di Close Up del libro JOHN FORD. UN PENSIERO PER IMMAGINI Edizioni Unicopli


Autore: Luca Malavasi con prefazione di Goffredo Fofi
Titolo: Il cinema di Arthur Penn
Editore: Le Mani
Collana: Cinema Registi
Dati: 304 pp, ill. b/n e col.
Anno: 2008
Prezzo: 15,00 €
webinfo: Scheda libro sul sito Le Mani


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