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Libri - La scrittura dello sguardo. Il cinema di Brian De Palma

Pubblicato il 20 novembre 2010 da Donato Guida


Libri - La scrittura dello sguardo. Il cinema di Brian De Palma

Quando si parla di Brian De Palma contemporaneamente (e in modo non del tutto implicito) si parla di quel cinema da citare con la “C” maiuscola. Il settantenne autore italoamericano – al di là dei suoi vari capolavori indiscussi come Il fantasma del palcoscenico (1974), Vestito per uccidere (1980), Blow out (1981), Redacted (2007), e anche di opere divenute nel tempo veri e propri cult come Scarface (1983), Gli intoccabili (1987), Carlito’s way (1993) e Mission: Impossible (1996) – è forse uno dei pochi che, oltre ad oscillare perennemente tra il meglio e il peggio che Hollywood possa offrire – ha ritagliato un posto nella Storia del Cinema a prescindere dalle numerose vittorie e candidature ai festival di Venezia, Berlino e Cannes, ma anche le tante nomination ai Razzie Award per opere come Omicidio a luci rosse (1984), Il falò delle vanità (1990) e Mission to Mars (2000) – ha avuto sempre il merito di restare a passo coi tempi, a livello non solo tematico ed intellettuale, ma anche tecnologico.

Imparando quasi a memoria la lezione dei suoi maestri Alfred Hitchcock, Sergej M. Ėjzenštejn e Roger Corman, De Palma è riuscito nell’intento di decostruirla e rinnovarla, portandola ad essere, oggi, del tutto postmoderna.
Con quasi cinquant’anni di carriera (e che carriera!) alle spalle, oggi sarebbe davvero difficile citare qualcosa di innovativo quando si parla del cinema di De Palma, anche se, come detto, l’autore ci ha abituati a repentini cambiamenti di stile: eppure, quasi all’improvviso, appare questo volume curato da Massimiliano Spanu e Fabio Zanello, intitolato La scrittura dello sguardo. Il cinema di Brian De Palma, capace di mostrarci dei lati nuovi del lavoro dell’autore (alcuni quasi del tutto sconosciuti finora).
Una raccolta di 23 saggi, scritti, oltre che dai due curatori, da rinomati critici come Mario Gerosa, Enrico Terrone, Domenico Monetti e Diego Mondella: un’opera esaustiva, sicuramente una delle più ricche, minuziose e acuite mai scritte sull’opera dell’autore. Saggi che vanno ad analizzare sia i film ritenuti più importanti e più apprezzati dalla critica (e dal pubblico), sia riabilitando quelli presi meno in considerazione, ritenuti “non all’altezza” di quelli in cui il De Palma’s touch è evidente e sempre spiazzante.

Una delle poche opere, questa, che, anche se scritta a più mani, non presenta prove di maggiore o minore spessore: ogni saggio ha un valore altissimo ed eguale all’altro; sia se è Massimiliano Spanu a sviluppare il discorso dello sguardo di De Palma e la sua macchina da presa in Omicidio a luci rosse, sia se la tematica è quella di Leonardo Gandini che osserva la modernità dell’autore e la sua innovativa sperimentazione tecnologico-cinematografica in un’opera alternativa e bellissima (sia come sviluppo che come tematica) quale è Redacted.
A tutto questo si aggiunge lo sviluppo e le annotazioni sulle tematiche (quasi) sempre presente nel cinema di De Palma: è allora lo stesso Fabio Zanello a porre l’accento sull’utilizzo dello split-screen che, col tempo, è divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica dell’autore; o, ancora, il gioco di sguardi che il regista sviluppa nel suo film più hitchcockiano, quel Vestito per uccidere che Massimiliano Spanu rilegge in maniera elegante, prendendo in prestito il titolo che è lo stesso del libro e, successivamente, avvalendosi dei fotogrammi che vanno a comporre una delle sequenze migliori dell’opera, ovvero quella che, dal museo, porta la protagonista nelle braccia di una morte inevitabile; o, infine, Marta Rizzi e Michele Tolosini, che riescono a sviluppare egregiamente quel tema del doppio al quale De Palma ci ha “psicanaliticamente” abituati.

Questo volume edito da Historia è quanto di più completo si possa trovare per quanto riguarda lo studio del cinema di De Palma: uno dei più importanti autori della “fu New Hollywood” e, sicuramente, uno dei più sperimentali e innovativi.
Un libro che non può mancare non solo agli studiosi di cinema, ma anche agli appassionati o ai semplici ammiratori, anche perché stiamo parlando di un libro che, partendo da un particolare (l’opera di De Palma), si estende al generale, ovvero Il Cinema: di quel tipo che, così come detto in apertura, parlando dell’autore italoamericano, va citato con la “C” maiuscola.


Autore: Massimiliano Spanu e Fabio Zanello (a cura di)
Titolo: La scrittura dello sguardo. Il cinema di Brian De Palma
Editore: Historica
Collana: Cinema
Dati: 417 pp, illustrazioni colore
Prezzo: 18,00 €
Anno: 2010
webinfo:Sito web Historica Edizioni


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