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Like Crazy

Pubblicato il 29 ottobre 2011 da Luca Lardieri


Like Crazy

Il cinema americano indipendente ha riscoperto le storie d’amore. In un periodo di profonda crisi in cui tutto sembra più difficile a partire dai rapporti umani, i giovani registi a stelle e strisce scelgono di tornare ad analizzare un sentimento che forse troppo a lungo è stato trascurato o raccontato in modo troppo irreale e favolistico. Ci viene da pensare al successo ottenuto poco più di due anni fa da 500 Days of Summer di Marc Webb o alle ottime critiche ottenute dal piccolissimo film di Brady Kiernan, Stuck Between Stations, all’ultima edizione del Tribeca Film Festival due film che seppur con scelte stilistiche diverse hanno raccontato l’amore che meno viene analizzato e mostrato, quello impossibile. Amori che si consumano e finiscono nell’arco di una notte, altri che ostinatamente cercano di trasformarsi in qualcosa che non sono, spinti dalla cieca ostinazione di chi non vuole rendersi conto della realtà. E’ proprio tra questi due estremi che si colloca il nuovo film del giovane Drake Doremus (alla sua terza regia nonostante i 28 anni appena compiuti), Like Crazy. Film che ha vinto il Gran Premio della Giuria all’ultimo Sundance Film Festival e che all’interno del proprio (banale?) titolo cela la natura stessa del suo plot e del seme che spesso da vita all’amore, la follia.
Jacob e Anna sono due studenti al loro ultimo anno di università che si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. Una volta laureati però, ad Anna, di cittadinanza inglese, scade il visto da studente e seppur costretta a doversene tornare in Inghilterra decide di prolungare di qualche mese oltre il periodo consentito la sua permanenza negli States. Scelta questa che risulterà piuttosto infelice poichè da quel momento in poi, ogni richiesta di visto anche temporaneo le verrà negata rendendo praticamente impossibile la sua storia d’amore con Jacob.
Drake Doremus con la sua regia molto semplice e pulita a metà strada tra voyerismo e intimismo segue la storia a distanza tra questi due ragazzi senza essere mai didascalico e cercando spesso nei volti dei due bravissimi attori le risposte che dialoghi troppo studiati non sarebbero mai stati in grado di dare. Un film il suo, che oltre a ricordare lo stile del Richard Linklater di Prima dell’alba, sembra quasi essere il lato inesplorato del film cult del regista di Huston. Infatti se nel primo i due protagonisti capiscono che il loro amore, per quanto apparentemente perfetto, in realtà li porrebbe davanti a difficoltà che pian piano farebbero svanire quel sentimento, portandoli così a decidere di lasciare tutto nel "limbo" di un bellissimo ricordo, in Like Crazy i due si ostinano a non voler cedere ad un destino avverso finendo poi per rendersi conto (forse) che il loro amore si basa sul ricordo di un qualcosa che non esiste più. Anche loro sono rimasti bloccati tra due stazioni e si illudono di non riuscire ad andare avanti senza la presenza dell’altro.
Un film che al di là di alcuni limiti (ma bisogna ricordare che è stato girato in appena 22 giorni) convince per onestà di contenuti e verità dei personaggi mettendo in risalto due tra gli attori emergenti più convincenti del cinema contemporaneo, Anton Yelchin (ormai una certezza) e Felicity Jones (presente qui al festival anche con Hysteria) che con estrema naturalezza fanno emergere quella follia che si palesa agli occhi di tutti tranne a quelli di chi è innamorato perso.


CAST & CREDITS

(id.); Regia: Drake Doremus; sceneggiatura: Drake Doremus e Ben York Jones; fotografia: John Guleserian; montaggio: Jonathan Alberts; musiche: Dustin O’Halloran; interpreti: Anton Yelchin, Felicity Jones, Jennifer Lawrence; produzione: Paramount Vantage; origine: USA 2011; durata: 90’;


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