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Locarno 2010 - Rammbock

Pubblicato il 7 agosto 2010 da Edoardo Zaccagnini


Locarno 2010 - Rammbock

Un horror condominiale, fisico, a basso costo, stavolta tedesco, dopo il potente atterraggio su Locarno del porno-horror L.A. Zombie. Un horror urbano, invece, questo qui, nel cuore della città, Berlino, in un quartiere sobrio e tranquillo a ridosso del centro. In uno di quei caseggiati con cortile interno e finestre che danno l’una sull’altra. Gente normale, discreta borghesia.
Si intitola Rammbock, dura poco più di un’ora, e l’ha girato il regista Marvin Kren. Un pò I’m a legend, un pò 28 giorni dopo, un pò se stesso, piccolo, girato in Hd e poi gonfiato, passato in Piazza grande con la fotografia virata in azzurro, e con la storia di Michael, un uomo sui quaranta, nemmeno, ordinario, che torna nell’appartamento della sua ragazza, o ex, in cerca di spiegazioni, e con la scusa di ridarle le chiavi vorrebbe parlarci, capire, perchè è chiaro che ne è ancora innamorato cotto. Ma Gaby, così si chiama la donna, non c’è, sparita, e di lei non sanno nulla i due idraulici che stanno lavorando nel suo appartamento. Uno dei quali è il giovane Harper, sui vent’anni, bellino, e sano, non infetto, al contrario dell’altro idraulico che è il primo mostro, zombi, mezzo vampiro, mezzo cannibale del film. E’ il primo contagiato da un virus che si diffonde in poco tempo in tutta la città, e che rende terribilmente violente le persone, aggressive, animalesche, omicide. Harper salva Michael dall’assalto dell’altro idraulico e da quel momento entrambi si barricano in casa per proteggersi dalle orde inferocite degli infetti. Tra i due nasce un forte legame e tra uno scampato pericolo e uno spavento terribile (gli effetti del film funzionano, nel senso che l’horror sta in piedi, seppure sia un genere che ha bisogno di soldi per trovare il suo equilibiro) i due inizieranno ad ingegnarsi per trovare una via d’uscita da quell’incubo. L’unica soluzione è la fuga e bisogna trovare il modo per renderla possibile. A un certo punto, colpo di scena, sbuca fuori Gabi, che se ne era rintanata in soffitta col nuovo fidanzato per evitare l’incontro col povero Michael. Va bè, cose che capitano anche negli horror a basso costo, e mentre Harper troverà forse l’amore, e con questo fuggirà attraverso uno stratagemma vincente, sia Michael che Gaby verranno contagiati dal virus, e la loro morte avverrà con un abbraccio violento e forse anche questo amoroso.
Tutto qui, e il film serve soprattutto a dimostrare che il regista è piuttosto a suo agio con questo genere di film. Un buon biglietto da visita per il futuro, magari con più soldi e con più tempo a disposizione.


CAST & CREDITS

Regia: Marvin Kren; sceneggiatura: Benjamin Hessler; fotografia: Moritz Schultheiss; montaggio: Silke Olthoff; musica: Marco Dreckkötter; Stefan Will; interpreti: Michael Fuit (Michael); Theo Trebes (Harper); Anka Graczy (Gabi). Produzione: Moneypenny Filmproduktion


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