X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



La variabile umana

Pubblicato il 9 agosto 2013 da Edoardo Zaccagnini

VOTO:

La variabile umana

Non mancano i riferimenti all’attualità in questo interessante esordio italiano diretto da Bruno Oliviero. C’è una Milano grigia emblema e avamposto di un intero Paese, che diventa protagonista del film assieme ai personaggi, e c’è un uomo pubblico messo in crisi da questioni etiche e morali, che ricorda il nostro tempo triste e ci fa ricordare, ahinoi, un altro uomo da vent’anni sulla bocca dell’intera Nazione, pare senza via d’uscita. Poi c’è il cinema di genere, c’è il giallo, mescolato al poliziesco e al noir, ma più che l’indagine o il mistero si privilegia qui la costruzione di un personaggio dal volto barbuto e senza sorriso, che mostra delusione, amarezza e solitudine. E’ un bravo poliziotto emigrato molto tempo prima dal Sud Italia, è un commissario di polizia sfiancato piano piano dalla vita. Una moglie portata via precocemente dalla malattia, quindi una figlia sempre più difficile da capire e da conoscere, che si è infilata in un guaio grosso grosso, molto più del suo corpo esile di adolescente già attraente. Nasce un rapporto tra due corpi solitari e smarriti con la pressione sorda e costante che spinge dal fuoricampo. E’ la cultura del denaro e del potere posata sui giovani corpi femminili il tema del film, un argomento che la cronaca spesso ci ricorda, e che qui si sviluppa attorno a un padre e ad una figlia fragili in navigazione dentro al reale, attraverso le scatole dei generi cinematografici. C’è un rapporto che esplode e riparte attraverso un incontro doloroso, che il film rende credibile grazie a una regia misurata ed attenta che mescola i carrelli e i dolly “americani” alla macchina a mano “europea”. Grazie ad una musica pudica che lascia respirare e vivere le emozioni proprie dei fatti narrati, grazie a una fotografia chiara e nitida, che rielabora con accortezza le convenzioni sul cinema di genere. Grazie ad una preziosa attenzione per sfumature e dettagli, raccolti dall’autore a partire da una lunga esperienza di documentarista, che lo aiuta anche a restituire con precisione l’ambiente milanese degli adolescenti. Ci riesce grazie a un Silvio Orlando convincente negli insoliti panni di un uomo dello stato. E’ bravo l’attore napoletano ad inserirsi in un personaggio lontano dalla norma, anche se in passato ci aveva spesso abituato ad interpretazioni molto diverse tra loro, e in certi casi molto valide. E’ un esordio dignitoso quello del napoletano Bruno Oliviero, immigrato a Milano da Napoli molti anni fa, proprio come Silvio Orlando e come il protagonista del film. Un esordio voluto, meditato e sofferto, che oggi arriva al suo primo giorno di vita. In sala dal 29 agosto con Bim, in bocca al lupo.


CAST & CREDITS

Regia: Bruno Oliviero; Sceneggiatura: Valentina Cicogna Doriana Leondeff Bruno Oliviero; Fotografia: Renaud Personnaz; Montaggio: Carlotta Cristiani; Intepreti: Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli ; Produzione: LIONELLO CERRI E GABRIELLA MANFRÈ PER LUMIÈRE & CO. E INVISIBILE FILM CON RAI CINEMA; Distribuzione: BIM (2013);


Enregistrer au format PDF