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Locarno 66, un cinema di frontiera

Pubblicato il 9 agosto 2013 da Filippo Baracchi


Locarno 66, un cinema di frontiera

Locarno, edizione numero 66.
Carlo Chatrain nuovo direttore artistico e orientamento al futuro attraverso alcune innovazioni tecnologiche (la funzionale piattaforma Pardo Live). _Il direttore artistico sottolinea che il Festival di Locarno vuole essere "un cinema di frontiera, un festival che cerca di indagare ciò che si muove ai confini dello spettro del cinema, proponendo sia cinema riconosciuto sia cinema che pur avendo i numeri non si riduce a semplice spettacolo".

Le sezioni:
Il Concorso internazionale comprende venti opere, di cui diciotto in prima mondiale. Ci sono film di registi giovani ma già conosciuti dai frequentatori dei festival (Porumboiu, Serra, i fratelli Vega, Mouret, Cattet-Forzani, Delbono) e registi che ritornano a Locarno (Aoyama, Gianikian-Ricci Lucchi, Imbach) o più semplicemente che ritornano al cinema (Yersin, Tso chi Chang). Ci sono nomi nuovi o inattesi (Wnendt, Cretton, Pinto, Hogg, Brac).
Il Concorso Cineasti del presente comprende sedici film, di cui quattordici in prima mondiale e quattordici opere prime. Il concorso resta riservato a opere prime e seconde: gli esordi quest’anno sono quattordici. Prevede opere documentarie e di finzione, saggi e film sperimentali, film drammatici e commedie, sguardi estatici e immersioni in universi surreali.
Piazza Grande quest’anno parlerà una pluralità di lingue: americano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, danese e anche, dopo alcuni anni, italiano. Piazza Grande prevede sedici titoli, di cui due dedicati alla storia del cinema. E oltre ai film, nella magnifica cornice della Piazza di Locarno, sono attesi numerosi ospiti che testimoniano di una storia tutt’ora in evoluzione: Christopher Lee, Anna Karina, Faye Dunaway, Sergio Castellitto, Werner Herzog, Otar Iosseliani, Jacqueline Bisset...
Histoire(s) du cinema può sembrare una sezione laterale, in realtà esprime l’identità di un festival che è al contempo memore e custode di quella storia di cui fa parte e sempre rivolto al futuro. Oltre ai film degli ospiti sopracitati, a film restaurati e ritrovati, il Festival accoglie anche un omaggio a Faye Dunaway di cui verrà presentato Network di Sidney Lumet, un omaggio ad Anna Karina di cui verranno fatti vedere quattro titoli e un omaggio a Paulo Rocha, scomparso recentemente di cui oltre ai suoi primi due fi lm (Os verdes anos, presentato a Locarno 50 anni fa, e Mudar de Vida) sarà mostrato in anteprima il suo ultimo lavoro postumo, Se eu fosse ladrão... Roubava.
Fuori concorso comprende trentaquattro lunghi e corti in prima mondiale e non, e sarà aperta dal film di Ben Rivers e Ben Russell A Spell to Ward Off the Darkness. Inoltre, in occasione del premio a Werner Herzog, verranno presentati in prima mondiale i 4 episodi che compongono la nuova serie Death Row.
Completa il quadro un Focus dedicato alla Siria, in cui saranno mostrati film inediti e censurati, opere coraggiose realizzate spesso in condizioni difficili, che non per questo abdicano alla volontà di sperimentare attraverso il cinema e le nuove tecnologie i mezzi attraverso cui raccontare la ferita che lacera un paese.

L’inaugurazione del festival è dedicata ad un documentario italiano fuori concorso, Indebito di Andrea Segre, interpretato dal musicista Vinicio Caposella, un viaggio musicale nella crisi greca.
Il festival è stato anticipato da due giornate gratuite di pre-festival nel quale sono stati proiettati Il giardino di Fizi Contini di Vittorio De Sica (Italia, 1970) e Chinatown di Roman Polanski (Stati Uniti, 1974).


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