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LUISA SANFELICE

Pubblicato il 22 gennaio 2004 da Marino Galdiero


LUISA SANFELICE

Peccato, i fratelli Taviani hanno perso un’occasione d’oro. La vicenda di Luisa Sanfelice, eroina suo malgrado durante la Repubblica Partenopea del 1799, si presentava sulla carta come una vicenda in cui gli aspetti popolari propri di uno sceneggiato televisivo si mescolano alla perfezione con quelli politici e storici. E non era difficile immaginare i riflessi sulla situazione italiana contemporanea: si pensi al problema dell’unità d’Italia che ancora in questi giorni è argomento di discussione, al ruolo dei giacobini in quella rivoluzione e all’uso che della stessa parola si fa un giorno si e l’altro pure nella polemica politica e giornalistica, sino alla manipolazione delle masse attraverso menzogne ripetute a dismisura, tali da diventare delle verità. Probabilmente ai Taviani non deve essere sfuggita la prospettiva da me suggerita, loro sono esperti dell’argomento, il loro cinema ne è testimone, citiamo uno per tutti Allonsanfan (1974). E guardando la loro Luisa Sanfelice si capisce che un occhio sull’attualità l’hanno buttato, anche se appare tiepido, svilito, timido, insomma poco incisivo sia sotto il profilo formale che del contenuto. Forse basterebbe ricordare la protagonista, Laetitia Casta, la cui recitazione è quanto meno imbarazzante. Col suo volto angelico, lo sguardo sempre spaesato, incapace di accendere la pur minima passione per un’eroina (“suo malgrado”, secondo la Storia) divenuta simbolo di una rivoluzione e finita impiccata sulla Piazza del Mercato per aver sventato una congiura antigiacobina. Ma pure gli altri attori non fanno un gran bella figura, da Adriano Giannini a Lello Arena, quest’ultimo addirittura ridicolo nei panni di un arrabbiato controrivoluzionario. Già altri commenti si sono soffermati sulla regia irrisolta, accusata di rimanere a metà strada tra il cinema e la televisione, quindi non mi ripeterò. Anche se non sono d’accordo. È come dire: sono così bravi a fare il cinema, che a contatto con l’impudico mezzo televisivo non hanno saputo abbandonare il loro vecchio amore (il cinema). Il difetto maggiore della Sanfelice dei Taviani, anzi il più fastidioso, è tutto di natura politico-estetica. Mi spiego meglio: una certa parte della sinistra nostrana è convinta che sia necessario realizzare dei prodotti audiovisivi di qualità culturale. Si può facilmente essere d’accordo con una definizione così generica, non si può però prevedere quali obbrobri possano nascere da quella formula. Risultato finale, e secondo me in questo caso vale, il prodotto concorrente, Elisa di Rivombrosa, in onda su Canale 5 domenica alla stessa ora della Luisa di Sanfelice, ha nettamente vinto la gara degli ascolti. Chi ha cambiato canale non è un rozzo ignorante berlusconiano, è semplicemente una persona che ha scelto il male minore.

[gennaio 2004]

(Luisa Sanfelice)

Regia: Paolo e Vittorio Taviani Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani Soggetto: dall’omonimo romanzo di Alexandre Dumas Fotografia: Franco Di Giacomo (a.i.c.) Montaggio: Roberto Perpignani (a.m.c.) Musica: Nicola Piovani interpreti: Laetitia Casta, Adriano Giannini, Lello Arena Produzione: Grazia Volpi, Riccardo Tozzi

messa in onda: lunedì 26 e martedì 27 gennaio 2004 rete: RAI 1 orario: 21:00


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