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Morto Ligeti, il compositore "di" Kubrick

Pubblicato il 13 giugno 2006 da Daniele Coluccini


Morto Ligeti, il compositore "di" Kubrick

Si spegne a Vienna dopo una lunga malattia, il compositore ungherese György Sándor Ligeti.
Musicista di grande sensibilità, è considerato uno dei capisaldi della musica classica del XX secolo. Dopo una breve ma intensa formazione musicale di base di tipo classico al conservatorio di Kokozsvàr in Transilvania, deve interrompere i suoi studi perché costretto ai lavori forzati dal regime nazista. Nello stesso periodo gran parte della sua famiglia viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, luogo da cui solo la madre riesce a sopravvivere.
Finita la guerra prosegue i suoi studi laureandosi nel 1949 dopo aver avuto al suo fianco insigni maestri tra i quali spicca il nome di Zoltàn Kodàly. Il suo interesse per la musica etnica si manifesta fin dall’inizio dei sui studi, portandolo a concentrare la sua attenzione sulla tradizione popolare rumena, ma le difficili comunicazioni fra l’Ungheria e l’ovest imposte dal governo comunista, lo obbligano a cercare un ambiente culturale più aperto all’innovazione cui necessita la sua musica. Fugge così a Vienna dove riesce ad ottenere la cittadinanza austriaca e dove trascorre il resto della sua vita.
La terribile esperienza dei lavori forzati e gli orrori della guerra, invece di reprimere la sua sensibilità, sono lo spunto per creare un linguaggio musicale innovativo e di grande impatto emotivo, rispecchiando un animo dedito alla sperimentazione, alla ricerca e all’apertura verso le avanguardie. Incuriosito dalle rivoluzioni apportate allo stile compositivo dalla musica elettronica, viene a contatto con compositori tra i più autorevoli del nostro tempo tra cui Karlheinz Stockhausen, dal quale apprende le basi del linguaggio incentrato sulla manipolazione sonora. Pur apprezzandone la versatilità, le sue opere di musica elettronica e concreta sono esigue, arrivando però a picchi di altissimo livello con le opere Glissandi e Artikulation, composte rispettivamente del 1957 e del 1958. L’elaborazione del suono e lo studio dell’etnomusicologia, con particolare riguardo verso gli aspetti ritmici della musica africana, lo conducono alla creazione di uno stile musicale “ibrido” che racchiude in sé aspetti dell’uso del suono in modo percussivo, non tralasciando però la funzione sostanziale dell’interprete come garante primario dell’esecuzione. Da quest’idea nascono i brani pianistici compresi nella raccolta Musica Ricercata nei quali echeggia lo stile del compatriota Béla Bartók. Dall’importanza della figura dell’esecutore come divulgatore della musica, nasce anche la serie dei tre libri di Studi per pianoforte e il Continuum per Clavicembalo, dove la forma musicale e il concetto stesso di esecuzione vengono totalmente stravolti creando un linguaggio innovativo, toccando un inarrivabile apice con il Poema Sinfonico per 100 metronomi, dove la meticolosità della preparazione “orchestrale” diventa portavoce di una musica indipendente, che necessita dell’esecutore solo nella fase precedente all’effettiva concretizzazione sonora.
Ligeti, si trova ad essere un compositore assai apprezzato tra i cinefili, pur non avendo mai dato un consenso per l’utilizzo dei suoi brani in opere cinematografiche. Stanley Kubrick, si serve di alcune fra le opere del Maestro ungherese come colonna sonora dei suoi capolavori tra i quali 2001 Odissea nello Spazio dove, l’apparizione del monolite, viene accompagnata splendidamente dal confuso ed etereo coro del Requiem per soprano e mezzo soprano solista, coro e orchestra, seguito poi dall’opera forse più celebre del compositore, Atmospheres, nel quale il grande cluster di cinque ottave, segna l’apice del viaggio dell’Ulisse cosmico. Eyes Wide Shut ha invece permesso la diffusione di uno tra i brani di Musica Ricercata, rendendo noto il compositore in ambito cinematografico per la prorompente essenzialità della pedante ripetizione di semplici intervalli di seconda minore. La “micropolifonia” (termine adottato dallo stesso Ligeti) di Atmospheres è la base timbrica da cui si dipana Lontano, brano che Kubrick utilizza in The Shinig e che, con la sua disordinata omogeneità, fa da splendida cornice all’ascesa verso la follia di Jack Torrance.
L’attento studio delle percezioni umane unito ad una grande sensibilità, ma soprattutto il grande coraggio di uomini come György Ligeti, hanno permesso alla musica contemporanea di abbattere quelle barriere di oscurantismo e di ignoranza che, per troppo tempo, hanno imprigionato la creazione musicale e gli stessi compositori. In una società dove la spasmodica rincorsa al successo è diventata una priorità, avanguardisti come Ligeti, non ricevono il debito compenso per l’enorme lavoro svolto. Sono loro però, che muovendosi su un inevitabile substrato, pur non emergendo a livello capillare nella società, apportano invisibili ma enormi cambiamenti nello sviluppo della sensibilità artistica di ogni individuo.


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