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MTV music awards 2002

Pubblicato il 25 novembre 2002 da Alessandro Izzi


MTV music awards 2002

Si è conclusa, da poco, la cerimonia di consegna degli MTV Europe Music award: una serata che è stata, come nelle previsioni, chiassona, ma dotata di un’incredibile energia e vitalità. Anche se ad essere premiati sono stati più che altro l’industria e l’ampia commercialità, non sono mancate, nel corso della serata, delle precise indicazioni sullo stato attuale dei gusti e degli orientamenti musicali di un mondo già abbondantemente (e felicemente) globalizzato, ma che ha, comunque il coraggio e la capacità di mettersi in discussione di fronte a realtà locali che non possono essere mai del tutto ignorate. Una serata barcellonese, insomma, in cui si parlava solo inglese (commovente e tutto sommato significativo il tentativo di un discorso in spagnolo da parte di Moby, premiato per il miglior sito web, che ringraziando la città tentava di ricucire il conflitto mediatico sorto con Eminem), si pensava inglese, si leggeva inglese, ma con quello sguardo che l’Impero usa gettare sulle sue province più estreme riconoscendole come parte integrante della propria autorità/identità e indulgendo sul loro provincialismo che si vorrebbe presto appianato. Significativo, allora, che, proprio nel cuore della serata, si apra, in occasione della consegna del free your mind award (al Progetto Ultrà), un largo spazio dominato dallo spinoso tema del razzismo non solo negli stadi. Tra lustrini cascanti, nuvole di fumo ed effetti di luce caciaroni si ha avuto, in effetti, la possibilità di ascoltare una grandissima quantità di musica: buona, in parte, (splendide le performances di Eminem, che ritira poi, nel tripudio generale -e nostro-, il premio come miglior interprete maschile, di Whitney Huston e di Moby che chiude con energia la serata), discreta per lo più. Alcuni premi apparivano decisamente scontati come il Best New act consegnato ai The Calling (che propongono un rock melodico, piacevolmente vecchio stampo con trionfo di un buonismo forse ingenuamente sincero e per questo piuttosto sexy per le nuove generazioni). Altri sembravano un pochino più motivati. La migliore interprete femminile (Jennifer Lopez) è emersa da una rosa di candidati estremamente zuccherosi come Britney Spears, Kylie Minogue (che si porta a casa, comunque, come consolazione (?) i premi per il Best pop per il Best dance) e Pink (la meno peggio?): abbondantemente, commercialmente globalizzati. Meglio le cose sono andate per la categoria Miglior canzone che metteva in campo tra le nomination: 1) Hero di Enrique Iglesias (giocava in casa anagraficamente, ma era praticamente americano dal punto di vista musicale) 2) Hot in herre di Nelly 3) Whatever whenever di Shakira (tormentone sigla telefonica) 4) How you rimind me di Nickelback 5) Get the party started di Pink che si porta a casa il premio. Abbastanza scontata la premiazione dei Linkin Park per il miglior hard rock e per il Best group: un riconoscimento dovuto verso quello che si avvia a diventare definitivamente un pezzo di storia della musica rock. Ma il premio passa alla storia anche per la splendida concisione del discorso di ringraziamento per il premio: un semplice, stentoreo, geniale: Thank-you! Il premio per il best RnB va senza dolori alla splendida voce di Alicia Keys, mentre più sofferta, ma accettabile è la consegna de premi per il Best Live Act e per il Best rock ai Red Hot chili Peppers (ma solo perché tra le nomination c’erano altre icone del rock come gli U2 e non per altro). Il premio per il best hip hop non poteva non andare che ad Eminem, malgrado la qualità sicura degli interpreti in campo per le nomination (un CD come The Eminem show ha lasciato davvero il segno nei cuori di tutti visto che si aggiudica anche il premio come Best Album). Infine il Miglior video è Remind me dei Royksopp mentre per l’Italia vincono i Subsonica (che trionfano su Tiziano Ferro, Planet Funk, Articolo 31 e Francesco Renga). Da invidiare la perfetta organizzazione della serata e l’ottima regia televisiva.

[novembre 2002]


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