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Musica: Ice cream, new swing

Pubblicato il 23 febbraio 2011 da Emiliano Paladini


Musica: Ice cream, new swing

A metà anni novanta inizia una nuova storia per lo swing, rimpastato con altre correnti musicali. Ci prova qualche tempo prima Paul Young, mettendosi però in scia a personaggi come Pat Boone, e a crooners analoghi, sul genere inventato da Rudy Vallèe. C’è anche Nick Camen che si butta nella mischia, Terence Trent D’Arby; ma si tratta di un movimento di pop facile, neo-soul, con scarsi elementi swing, che gira attorno a una manciata di sweet ballads ed easy rock music, di cui a oggi è possibile indicare Julio Iglesias e Michael Bolton tra gli interpreti più di successo.
Un passo più avanti, nella costruzione di un vero e proprio territorio nouvelle-swing, si ha coi films Swing Kids e The Mask del 1993, e Swingers del 1996, alla cui colonna sonora partecipano i Big Bad Voodoo Daddy. Nel 1999, in occasione del XXXIII Super Bowl (Miami, 31.01.1999, Denver Broncos - Atlanta Falcons 34-19, John Elway MVP) i Big Bad Voodoo Daddy sono protagonisti dell’half time entertainment show, e la scena neo-swing esplode a livello mondiale (lo swing più diffuso unisce una potente sessione ritmica e di fiati ai tunes ragtime della Piedmont Region, ma sarà lo stesso Louis Armstrong a non riuscire a dare una definizione di swing). A questo punto il gioco è fatto. Anche i Mighty Mighty Bosstones possono essere della partita. Il genere nasce a San Francisco, in un club, DeLuxe, da una band di Los Angeles, Royal Crown Revue.
La nouvelle vague swing (neo-tarantolati esorcizzati, bands con molti elementi, molti fiati, canzoni molto datate in repertorio, antiche anche, e molta predisposizione alla cover) ha un picco nel 2006, quando Bruce Springsteen se ne esce col disco su Pete Seeger - uno che da sempre ha cercato le radici della musica americana.
Nel disco in questione ci sono canzoni rinascimentali, ottocentesche, e diverse altre tradizionali riarrangiate per l’occasione come Shenandoah; ma attualmente, a quasi vent’anni di distanza dall’inizio della scena neo-swing, quello che più di ogni altro ne incarna lo spirito e si avvicina all’idea di un cabaret di canzoni fenomenali disposte all’ascolto da un gruppo di musicisti ipertecnici è Ray Gelato.
Ray Gelato è inglese, canta in italo-americano. E’ stato al Blue Note il 9, il 10, l’11 e il 12 febbraio 2011. In scaletta ha proposto: That’s amore, My kind of girl, Play it again Sam, Jumpin Jive, Night Train, Carina, La vie en rose, C’est si bon, Fuma Fuma, Lazy River, Sing Sing Sing, Angelina/Zooma Zooma, Just a Gigolo/I ain’t got nobdy. Il 14 marzo esce il sesto disco, dal titolo Hey Boy! Hey Girl!, come il film omonimo del 1959 con Louis Prima.



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